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Affari artificiali: i capitali investiti nell'Intelligenza Artificiale aumentano sempre di più

Intelligenza artificiale: un grosso giro di affari

Negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale ha mosso un gran numero di enti, startup, imprese e imprenditori che hanno dato vita a un vero e proprio giro di affari artificiali. In particolare, quello che è sempre stato negli ultimi anni un settore in fase di continuo sviluppo ha registrato un ulteriore incremento nell’interesse di aziende e imprese nell’IA o, come viene definita nella terminologia americana, AI (Artificial Intellicence). Dall’inizio del 2017, ad esempio, si sono verificati ulteriori elevati incrementi negli acquisti del settore, ossia in imprese e startup che operano nell’IA. Ecco perché si può parlare a pieno titolo di affari artificiali, visto che solo negli Stati Uniti si parla di investimenti che superano i 5 miliardi di dollari. Naturalmente, il picco di interesse si registra nella Silicon Valley anche se esistono anche altre realtà in grado di destare interesse e di smuovere cifre con molti zeri.
Gli esperti di informatica, di intelligenza artificiale e di economia continuano a sottolineare la continua crescita del settore e, soprattutto, l’interesse sempre elevato e rinnovato verso l’IA. Bisogna sottolineare la parola rinnovata perché, come spiegano gli esperti, l’intelligenza artificiale non è un tema recente: esso nasce già negli anni Settanta. Ma solo le recenti scoperte ne hanno permesso interessanti applicazioni e ulteriori sviluppi.
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Intelligenza Artificiale in Italia e nel mondo

L’attenzione verso gli affari artificiali mossi dalla tecnologia e dalle recenti applicazioni delle reti neurali è arrivata anche in Italia, dove una serie di incontri e conferenze tenutesi a Bergamo durante la XV edizione di BergamoScienza ha evidenziato le caratteristiche delle moderne applicazioni dell’intelligenza artificiale. In questa sede è stato evidenziato come la crescita di interesse verso questo settore della scienza e della tecnologia sia dovuta soprattutto alle innovazioni degli algoritmi, della potenza di calcolo e delle risorse che hanno permesso di investire in questo settore. Un settore che, va sottolineato, può essere inteso su più livelli di competenza e applicazioni, non sempre accessibili a tutti. L’accessibilità va intesa sia per il livello di competenza, sempre più specifica e settoriale che per l’accesso ai fondi che, per elevati livelli di ricerca devono essere veramente molto elevati.
Ecco perché gli affari artificiali collegati all’IA sono prerogativa delle grandi piattaforme web e delle più importanti industrie del settore dell’hi-tech. Le startup che propongono progetti di interesse vengono rilevate solitamente da un numero limitato di grandi aziende, tra cui Google, Apple, Intel o Facebook. Queste aziende sono in grado di muovere capitali dell’ordine di diversi milioni di dollari per potersi accaparrare startup con progetti competitivi nel settore dell’intelligenza artificiale.
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Dalle aziende all’Università

Quando si parla di Intelligenza Artificiale non si deve pensare solo ad aziende dell’hi-tech. Un importante ruolo nella ricerca in questo settore la giocano infatti anche le Università. Spesso, infatti, le collaborazioni tra aziende e dipartimenti di ingegneria, di informatica, di medicina e molto altro permettono di realizzare importanti scoperte nei diversi settori, dando vita a nuovi progetti, sempre più all’avanguardia.
D’altro canto, proprio dalle Università arrivano molti dei giovani informatici, economisti, medici e professionisti in grado di sviluppare progetti di grande interesse per chi opera nel settore dell’IA venendo spesso inseriti in gruppi di ricerca e di lavoro delle grandi aziende del settore.
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