Vai al contenuto

Banche tecnologiche contro furti classici: quando la Banda del Buco supera i controlli

La tecnologia e i controlli

Entrare nelle moderne banche tecnologiche, oggi, è sempre più complesso, ma solo per i comuni cittadini. Se si ha un mazzo di chiavi troppo grande in tasca, suona l’allarme all’accesso, stessa storia se si indossa un giubbotto con le borchie. La tecnologia, poi, si vede nelle possibilità di operare online, di effettuare transazioni semplicemente da casa o dal proprio smartphone e molto altro.
Tuttavia, non per tutti è così. Se l’accesso principale è controllato da guardie giurate e metal detector, è sempre possibile entrare praticando un buco nel pavimento. Proprio come ha deciso di fare un gruppo di rapinatori lo scorso anno a Milano, presso la Banca Popolare di Novara. Con i metodi classici e tanta pazienza, sono entrati in banca passando da un semplice buco scavato sottoterra.
Gli accertamenti hanno permesso di capire che ci hanno messo più di cinque giorni per scavare il buco, partendo da un tombino e lavorando di notte. I tremolii e i rumori notturni che avevano preoccupato i residenti sono stati anche denunciati alle forze dell’ordine che, tuttavia, sembrano non aver dato peso alla cosa, non avendo fatto alcun accertamento.
Leggi anche: Ubi Banca smentisce i rumors: ‹‹Nessun progetto di fusione››

Caveau svaligiato grazie a tunnel sotterraneo
Raggiungere il caveau di una banca

Così, mentre da un lato le banche tecnologiche migliorano la vita dei propri clienti, dall’altro non riescono a evitare una rapina da manuale. I ladri hanno praticato un tunnel lungo circa otto metri, per congiungere l’accesso da un tombino fino alla banca stessa. Una volta entrati, hanno puntato una pistola contro i dipendenti e proceduto con lo svaligiamento della banca. Non soldi, ma cassette di sicurezza custodite nel caveau.
Ingenti i danni, anche se non subito quantificati: oltre un terzo delle cassette di sicurezza presenti sono state infatti sottratte con estrema facilità. E se da un lato c’è da chiedersi perché i ladri non hanno operato di notte, dall’altro va sottolineato che per fortuna il furto si è concluso soprattutto con tanta paura da parte di quanti erano già in banca, ma senza nessun danno alle persone.
Leggi anche: Banche, Visco: «Non escludo intervento pubblico»

Banca di Novara

Non solo Milano

La sicurezza degli accessi alle banche, i codici per le aperture programmate delle casseforti e tutto quanto ha reso le banche tecnologiche sempre più difficili da espugnare non ha tuttavia fermato i ladri. Anzi, dopo Milano, ancora una volta la Banca Popolare di Novara, ma stavolta nella sede di Napoli, è stata rapinata con lo stesso metodo.
Gli inquirenti non sanno se si tratti della stessa banda di ladri o di perfetti imitatori, fatto sta che, per quanto riguarda la rapina di Milano, il caso è andato archiviato. La tecnica e la maestria dei ladri, infatti, non era stata solo quella di scavare un buco con il quale entrare, ma soprattutto di scappare dallo stesso buco chiudendolo velocemente con schiuma espansa, veleno per topi e acido, in modo da cancellare ogni traccia.
Non solo, prima di entrare in scena, i ladri avevano avuto cura di chiudere tutti i possibili accessi da altri tombini, che erano stati saldati o bloccati con resistente filo di ferro: insomma, un vero colpo da maestri del furto che non ha lasciato scampo alla procura che, dopo un anno di indagini, ha dovuto gettare la spugna.