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Benetton e la concorrenza dei marchi low cost: tutta colpa del clima

Il 2016 un anno nero per il gruppo Benetton

Il gruppo Benetton è da sempre leader nell’ambito delle imprese tessili. Celebre in tutto il mondo grazie ai suoi prodotti e in particolare grazie ai colori utilizzati per i suoi tessuti, nonché per le campagne pubblicitarie rivoluzionarie e spesso politically uncorrect del fotografo Oliviero Toscani. Eppure negli ultimi anni ha conosciuto una flessione delle sue entrate davvero notevole. Basti pensare che si parla, per il 2016, di un bilancio chiuso con una perdita di ben 81 milioni di euro. Sicuramente si riconferma un trend in discesa, considerando che anche nel 2015 era stata registrata una perdita di bilancio non indifferente. Ma a distanza di un anno, il rosso è raddoppiato, passando da 46 milioni, agli 81 di cui si è detto. Questa perdita, peraltro, a quanto pare, dipende non solo da questioni direttamente economiche: sembra incredibile, ma nel mondo del tessile, i cambiamenti climatici possono avere il loro impatto. Pertanto un mutamento delle temperature stagionali, con primavere più fredde e autunni più caldi, possono influire sulle abitudini dei consumatori e quindi sul mercato.

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Verso una lenta ripresa del marchio Benetton

Ovviamente questo ha creato anche degli sconvolgimenti societari, nonché nell’organizzazione amministrativa di Benetton, tanto che il figlio di Luciano Benetton, Alessandro, ha deciso di dimettersi dal consiglio di amministrazione, per via dei contrasti sulle intenzioni e sulle scelte di politica economica aziendale che la maggioranza intende adottare per ristrutturare l’impresa e correre ai ripari. La flessione, in misura diversa, ha interessato anche la capogruppo della Benetton, la Edizioni Srl che controlla tutto il gruppo. Le perdite e la diminuzione dei ricavi si evince anche dai dati presentati per il bilancio consolidato di Benetton Group del 2016. Con i nuovi accorgimenti adottati, però, pare che già nel 2017 si siano ottenuti ottimi risultati. Di certo non si può parlare di fuoriuscita definitiva dalla crisi, ma senza dubbio, guardando i bilanci aggiornati, si può notare una lenta, ma decisa, inversione di marcia del trend negativo. Questo non vuol dire che si possa già parlare di cifre in positivo, ma già constatare minori perdite, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, è una grande vittoria.

Congiunture economiche sfavoreli influiscono sui bilanci

Diversi i motivi che, analizzando la società del gruppo Benetton, si sono addotti per giustificare il declino economico di questa realtà imprenditoriale italiana famosa in tutto il mondo. Uno degli aspetti fondamentali è sicuramente di tipo sistemico e diffuso: tutta l’Europa è stata interessata da una stagnazione economica, che non è stato un fenomeno passeggero, ma è perdurato più del previsto. Ciò nonostante, sebbene le vendite e, più in generale, la redditività abbiano subìto un chiaro ed evidente tracollo, il gruppo ha continuato a percorrere la strada programmata dei progetti di trasformazione, nonché dei piani di investimento, che vengono realizzati, pur senza dovervi fare fronte per mezzo di un ulteriore indebitamento. Durante l’esercizio del 2016, si è deciso di proseguire nella stessa direzione intrapresa nel 2015: verso la trasformazione aziendale, studiando le criticità del modello di business adottato, per poterne eliminare i difetti e aggiornarlo in maniera più efficace. Il problema è trovare una modalità adatta a essere presenti sul mercato in maniera sufficientemente concorrenziale, affrontando diversamente le nuove regole degli scambi e del mercato stesso: in particolare si è sentita fortissima l’esigenza di adeguarsi alla grande velocità che viene richiesta, insieme a livelli rapidi di reazione.

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Il vero problema che si è dovuto affrontare è che ad oggi si fatica ad essere davvero competitivi con i gruppi a diffusione mondiale che si occupano del settore tessile, ponendosi sul mercato con la moda low cost. In particolare marchi come H&M e Zara hanno decisamente rotto il mercato per il titolo di politica adottata. Come se non bastasse, per quanto possa risultare una giustificazione davvero bizzarra, una delle motivazioni che sono state rinvenute al fine di giustificare queste ingenti perdite del 2016 è legata a questioni climatiche e ambientali. Pare, infatti, che il clima, diffuso in diverse regioni geografiche, caratterizzato da una primavera piuttosto fredda, insieme con un anomalo autunno dalle temperature più elevate, abbia avuto un precipitato economico sul settore tessile. Le conseguenze sono state registrate sia per il marchio Benetton, che per il marchio Sisley, anch’esso appartenente al medesimo gruppo.