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Il business della musica: passione, professione, o entrambe?

Il business della musica: una realtà ormai impossibile da sottovalutare, un crogiolo di stile e tendenze, un circo di passioni esaltanti, un groviglio di date e di eventi, dal concerto nello stadio, alla schitarrata nelle segrete di un club, dalle band che contano i milioni, ai talenti che si nascondono in gruppi amatoriali; potrebbe sembrarci strano parlare di “affari”, ma non possiamo ignorare che sia così.

La nostra inchiesta s’indirizzerà sulle realtà più umane del business della musica, evitando di focalizzare l’attenzione sull’enorme giro d’affari che si sviluppa intorno ai grandi brand musicali, che smuovono miliardi, in soldi e persone.

E la domanda che ci poniamo è semplice: è possibile vivere di musica anche se non si è delle star?

Per rispondere abbiamo incontrato una donna, musicista e filologa, che ha sentito rimbalzare questo quesito nella sua testa, mentre lavorava come educatrice di bambini, lei una risposta se l’è data, è salita a bordo ed ha iniziato a schiacciare il pedale dell’acceleratore.

Si chiama Veronica Papi e di lavoro fa… la manager musicale.

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Abbiamo ascoltato la sua storia per mettere in risalto un mondo spesso sconosciuto, che genera professioni vere e proprie, che, in scala, coinvolge gente e denaro: un vero e proprio business insomma.

L’abbiamo incontrata nella sua Livorno, tra le barche attraccate nel porto, con lo sguardo dritto verso l’orizzonte della sua passione che si è fatta lavoro.

“Ho inziato un po’ per gioco, un po’ per caso, un puro divertimento che mi teneva incollata  all’amore della mia vita: la musica.

Gary Baldi Bros  è il nome della mia prima band, il punto di partenza, il tasto di avvio, l’archetipo, un percorso direttamente proporzionale il nostro, che ci ha permesso di vivere di musica.”

Veronica ha deciso che si poteva fare, si è lanciata ed ha avviato un’attività professionale chiamata Post Scriptum Management & Consulting” , una società che fa consulenza nel settore artistico e concertistico.

Ma in che cosa consiste, di preciso, l’attività di consulenza?

“Si tratta di una vera e propria programmazione artistica, che comprende anche attività di supporto. Le band si affidano a me per tutto ciò che riguarda la loro esibizione, dalla data ed il luogo del concerto, all’identità estetica, un percorso orizzontale, trasversale, che accompagna il gruppo musicale nella sua crescita. Ovviamente anche questa crescita è direttamente proporzionale, così come lo è il guadagno.”

Organizzare gli eventi è un vero e proprio mestiere, dalle mostre parigine della belle époque, alle invasioni degli stadi per i concerti contemporanei, un evento non si crea né tantomeno si struttura da solo, né da soli, questa professione è decisiva e non trascurabile nel business della musica.

“La crescita avviene con la professionalità della band ma anche con la capacità del manager di entrare nei canali giusti, per questo la mia passione è diventata una professione. Acquistando visibilità i Gary Baldi Bros sono stati ingaggiati dall’agenzia musicale più importante italiana, la RGR SPETTACOLI, ma con loro è stata ingaggiata anche la tour manager, nella mia persona. Perché se una band si affaccia sul panorama del professionismo è anche merito di chi ne orchestra le esibizioni.”

Così Veronica ha sviluppato il suo business, altri gruppi, vedendo il successo dei suoi assistiti, hanno iniziato a bussare alla porta, da divertimento, in un lampo, si è trattato di lavoro, un vero lavoro.

Una professione che spazia su diversi ambiti, dalla conduzione di trattative con chi cerca d’ingaggiare la band, alla direzione artistica di eventi e spettacoli.

“Proprio domani, 13 aprile, saremo al teatro Era di Pontedera per un musical chiamato “80s vs 90s”, uno spettacolo che mette a confronto due stili musicali che hanno segnato la storia. La collaborazione con Alex Sabadini del Borderline di Pisa e con Todomodo SRL è stata fondamentale in questo sviluppo. Si tratta di un altro aspetto del mio lavoro, la parte artistica, in cui si sviluppa in pieno il mio amore viscerale per la musica e tutto ciò che la circonda. Posso vedere le mie idee che prendono vita sulla scena, e tutto ciò non ha prezzo.  È ciò che amo di più del mio lavoro, insieme alla quotidianità della vita da musicista, vivere a contatto con i gruppi, saperne i segreti, contribuire alle loro idee, agli spunti, vivere le date degli eventi al loro fianco, è sempre un’emozione, ogni volta.“

Ciò che ha un prezzo, però, è proprio il business della musica, che può diventare ragione di vita e fonte di reddito, come è successo a Veronica, e come accade a molte persone che esercitano la sua professione: un mestiere vero, che permette la sopravvivenza della musica ad ogni livello.

E la musica, si sa, proprio come l’acqua, permette la vita sulla Terra.

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