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Fake news, Confindustria alle imprese: “No a pubblicità sui siti di bufale”

Prima l’appello video, poi la petizione online sottoscritta da personaggi pubblici, e qualche giorno fa un convegno a Montecitorio contro le fake news. La presidente della Camera Laura Boldrini porta avanti la sua battaglia per il diritto alla corretta informazione e per la cultura digitale: il primo passo, ha annunciato la presidente, sarà un’indagine conoscitiva sulle fake news da parte della commissione per i diritti e i doveri relativi a internet “per fare chiarezza su un fenomeno che sta danneggiando la comunità”.
 
La campagna ha raccolto anche il sostegno del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenuto al convegno #BastaBufale con un impegno: “Segnalare alle nostre imprese di non fare pubblicità su siti che pubblicano ‘fake news'”.


È una battaglia innanzitutto culturale quella che Boldrini e i promotori dell’appello vogliono mettere in campo. Dalla sigla del protocollo con il Ministero della Pubblica Istruzione è stato avviato un tour nelle scuole italiane per insegnare agli studenti e alle studentesse come utilizzare in modo consapevole e responsabile la rete. Un approccio fatto proprio anche da Boccia: “Vediamo di giocare una partita sulla questione formativa e informativa che parte dai contenuti prima ancora che dalla tecnologia. Non confondiamo gli strumenti tecnologici con i contenuti e con la capacità critica di saperli distinguere”.
“Fake news significa fare disinformazione, anche in modo anonimo – ha detto ancora il presidente degli industriali – che ci porta ad aprire un confronto sulle regole e sulle conseguenze. Non intervenire significa costruire una società di rabbia, di rancore, di conflitto. In politica ed economia è importante il valore della credibilità: non ti eliminano fisicamente ma distruggono la tua credibilità. Destabilizzare – ha aggiunto – significa ridurre il senso di fiducia”.

Makkox: “Il senso critico, unico anticorpo”

Al convegno che si è tenuto alla Camera è intervenuto anche uno dei primi firmatari dell’appello di Boldrini, Paolo Attivissimo, che ha parlato di “Disinformazione studiata, pianificata, politicizzata e sopratutto commercializzata. Uno strumento chirurgico per la manipolazione di massa. Con le bufale si fanno anche grandi guadagni”.

Da Francesco Totti a Paola Cortellesi, Fiorello, Claudio Amendola, sono molti i personaggi dello spettacolo o della cultura che stanno aderendo all’iniziativa. Tra loro, il brillante disegnatore Makkox: “Quello che mi spaventa delle fake news, e della calunnia – che esiste da prima – è il fatto che possano renderci indifferenti ad ogni tipo di notizia. Occorre crescere con senso critico, il vero anticorpo”.
“La calunnia è un venticello – ha detto ancora Makkox citando il Barbiere di Siviglia – nel 1816 funzionava così: con un venticello che diventava poi un colpo di cannone. Oggi in rete, invece, la calunnia è come un botto di cannone, sparata con grande clamore, che poi diventa venticello non appena gli anticorpi si mettono in moto per smascherarla”.