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Sfera: la serra agricola 4.0 avvia un'isola di pura innovazione nella Maremma toscana

Il nostro editoriale si occupa principalmente di tecnologia ed innovazione, cerchiamo di scovare notizie dal pianeta di scoperte che accelerano il progresso, che conducono l’uomo in un’era nuova, dove automazione e domotica regnano sovrani, il tempo dei droni, il mondo dei robot.

Giusto pochi giorni fa abbiamo parlato della preparazione alimentare per il grande viaggio dell’uomo su Marte, oppure dell’imminente uscita di un’auto che raggiunge i 1600km/h di velocità: le invenzioni degli esseri umani plasmano la superficie terrestre e la modellano secondo criteri sempre più proiettati in un futuro che sta arrivando.

Esiste però una grande contraddizione, un’enorme, mastodontica contraddizione.

Proiettiamoci nella vita reale: siamo al supermercato, stiamo facendo la spesa, nella nostra tasca, giace uno smartphone onnipotente, appena acquistato per circa 1000 euro, dobbiamo comperare dell’olio per uso domestico, per cucinare, per noi stessi, per la nostra famiglia.

Dopo qualche minuto di studio conveniamo che l’olio proveniente dai confusi raccolti industriali spagnoli, che costa 3 euro meno di quello ad agricoltura biologica prodotto in Italia, ci farà risparmiare sul conto finale ed optiamo per quello.

Dove vogliamo arrivare?

Esattamente qui: l’uomo sperpera denaro ed energie per creare auto volanti, robot in grado pensare autonomamente, frigoriferi parlanti, ordigni in grado di distruggere l’intero pianeta ma… coltiva ancora la terra con l’aratro.

L’agricoltura resta il settore primario, indispensabile per la sopravvivenza del genere umano, ma rimane confinata al di fuori della muraglia dell’innovazione, circondata da quell’aura medievale che ci fa scordare che, nel frattempo, stiamo correndo alla velocità della luce.

L’esempio del risparmio per la spesa quotidiana, quando gettiamo via denaro per marchingegni tecnologici, spesso, tutt’altro che indispensabili, rappresenta il nostro atteggiamento nei confronti di un ambito che ha bisogno di essere letteralmente “svecchiato”.

Ecco perché business.it ha voluto dedicare uno speciale ad un progetto che è diventato realtà, una realtà che deve diventare monito ed esempio, ecco perché abbiamo deciso di parlare di Luigi Galimberti ed il suo sogno: Sfera.

SVECCHIARE L’AGRICOLTURA

La situazione italiana è l’esempio palese di un settore trascurato, potenzialmente esplosivo, in quanto il nostro territorio presenta prodotti eccellenti ed impareggiabili.

Zero digitalizzazione(o pochissima), poca tracciabilità, poca presenza di marchi e brand, nessuna innovazione nei modelli di business e innovazione di processo completamente assente. Ci sono risorse come il vino, su cui si sono applicati in molti,  in troppi, forse, da diventare una moda inflazionata, ma ci sono, nel contempo, migliaia di altri frutti della terra che e sembrano destinati all’oblio.

L’ortofrutta sembra essere abbandonata, ogni giorno si legge di prodotti buttati, non raccolti, spesso neanche avviati al macero, ma semplicemente abbandonati in campo. Vertiginoso è l’aumento dell’import, non di prodotti esotici, bensì di pomodori, peperoni e arance, proprio quelle abbondanze di cui il nostro paese è l’eccellenza suprema: un paradosso senza giustificazioni.

Le problematiche affondano le radici in tempi lontani, il settore sconta tutte le criticità di un sistema troppo vecchio e trascurato.

A sentire il parere degli esperti, intervistando gli operatori, gettando un occhio sulla situazione generale, potrebbe sembrare un settore in continua decadenza, e senza speranza.

Ma sappiamo bene come siamo noi italiani, tanto tragici nella descrizione del dramma, quanto ingegnosi nella ricerca di una via d’uscita e…

Qualcosa sembra muoversi, sembra che l’innovazione si stia facendo largo piano piano, al fianco delle micro start up: l’introduzione sempre più corposa di droni, i  grandi colossi che creano trattori a guida autonoma, spiragli, ma ancora fessure troppo piccole per intravedere un necessario cambiamento epocale.

Si nota la mancanza di un piano più complesso, in grado di trainare una rivoluzione e procedere con un indispensabile cambio di passo.

progetto sfera la serra agricola 4.0

IL PROGETTO SFERA

La speranza di una guida verso il cambiamento sta in una start up della Maremma toscana, nata nel luglio 2016, da una idea di Luigi Galimberti, imprenditore locale con il pallino dell’innovazione.

Luigi ha messo insieme una squadra di giovani e lavorato all’idea di realizzare una serra tecnologica per la produzione di ortaggi. L’intento non è solo quello di produrre, ma quello di innovare, rivoluzionare il modello di business, i processi, alzando l’asticella della qualità.

Ecco le parole di Galimberti: “Tutti consideravano ‘Sfera’ un progetto impossibile: se nessuno l’aveva mai realizzato prima, un motivo ci sarà stato. Ed è proprio questo modo di ragionare che scava la tomba all’innovazione. Mentre questo scetticismo ci isolava da tutti e, a tratti, ci deprimeva, ci accorgevamo di percorrere la via giusta, dura ma giusta, da soli, però con la consapevolezza di lavorare ad una costruzione di un futuro migliore.

Gennaio 2016, Luigi Galimberti incontra Lorenzo Allevi, amministratore delegato di Oltre Venture, fondo d’investimento di Milano con una vision molto innovativa, che investe in progetti ad alto impatto sociale: è la svolta.

“Durante questo scambio d’idee succede qualcosa di magico.” Prosegue Galimberti. “Non eravamo più soli, oltre a degli incoraggianti e sinceri complimenti, capimmo che ci sarebbe stata la disponibilità del fondo ad investire soldi al buio, con la consapevolezza che le risorse messe a disposizione potevano anche andare bruciate,  senza la certezza di un successo né addirittura di un risultato”.

Oltre Venture è un fondo di venture capital che investe in early stage, ovvero su idee nella prima fase iniziale, correndo dei rischi enormi di insuccesso.

Così nel luglio 2016 nasce Sfera, società agricola srl tra Luigi Galimberti e Oltre  Venture che mette a disposizione del progetto i primi €150.000.

Ciò che ha determinato la scelta del fondo, insieme ad i valori economici in ballo, è stata l’idea d’innovare il modello di business, Galimberti si proponeva di affrontare  la sfida agricola con competenze manageriali tipiche di altri settori, un’organizzazione più simile ad un’industria automobilistica che ad un’azienda agricola.

“Il fondo mi ha dato la possibilità di trasformare delle suggestioni, delle impressioni in valori, tutto ciò che confidavo solo ad i miei amici, ora sono i nostri valori. Avevo ben chiara l’idea di dare vita ad un’azienda caratterizzata da una responsabilità sociale spiccata, che si prendesse cura del territorio, dei propri lavoratori, esattamente a braccetto con quello che fa Oltre Venture, basti pensare al Centro medico Sant’Agostino e Permicro, due realtà supportate dallo stesso che costituiscono casi reali di successo.

Dopo meno di un anno dalla costituzione, Sfera ha chiuso un aumento di capitale di 7 milioni di euro, allargando la compagine sociale a 3 grandi investitori”.

Un mese e mezzo dopo aver concluso il primo step con Oltre Venture, lead investor, Sfera ottinene un finanziamento da Iccrea BancaImpresa, in pool con 2 Banche di Credito Cooperativo. Iccrea infatti si è resa capofila di un finanziamento per un importo complessivo di 11,4 milioni di euro.

La serra, verrà ultimata entro il 2017, sarà la più grande serra idroponica d’Italia: 13 ettari di impianto su un lotto di 22 ettari. Tale tipologia di coltivazione, detta idroponica, presenta diversi vantaggi rispetto a quelli tradizionali su terra: il risparmio di spazio, il minor utilizzo di acqua (ben il 90% in meno rispetto all’agricoltura tradizionale), rischi inferiori di malattie e problematiche legate alla coltivazione, una maggior tutela dell’ambiente ed una migliore qualità della produzione ottenuta.

“Accanto alla serra sorgeranno anche sistemi agroforestali per la conservazione delle biodiversità. Un progetto ecosostenibile a 360 gradi, che punta sull’innovazione tecnologica e non sulla chimica di pesticidi e fertilizzanti. Produrrà pomodori, insalate ed erbe aromatiche molto più che ‘biologiche’. I parassiti del pomodoro saranno quindi combattuti con un vero e proprio esercito di coccinelle ‘mercenarie’, assoldate nel progetto. Sfera porterà alla Maremma circa 19 milioni di euro in capitali ed oltre di 100 posti di lavoro”. Continua il fondatore ed amministratore delegato Luigi Galimberti.

progetto sfera innovazione nell'agricolturaAGRICOLTURA 4.0

Sfera è un progetto innovativo e unico nel suo genere, rappresenta un esempio tangibile di sostegno ad iniziative di agricoltura 4.0, in grado di coniugare al meglio i vincoli dei cicli biologici con le richieste crescenti di prodotti alimentari sostenibili, tracciabili e di elevata qualità.

Si tratta, dunque, di una serra innovativa, che utilizza la tecnologia per produrre di più e meglio, perché questi sistemi non lasciano residui all’interno dei prodotti. La tecnologia buona è a servizio del consumatore, dell’ambiente e del lavoratore.

La serra produrrà 15 volte di più che il campo aperto, consumando solo il 10% dell’acqua. Secondo le previsioni dell’ONU, nel 2050 saremo il doppio degli abitanti su questo pianeta ed avremo bisogno del doppio delle risorse come acqua e suolo, produrre di più consumando e sprecando meno sarà un’assoluta priorità.

Processi, managerialità, tecnologia, digitalizzazione e condivisione è quello su cui Sfera sta lavorando per innovare.

Innovare, osare, anche in agricoltura si può, ne abbiamo un grande, immenso bisogno.


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