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Valentina Cillo, Cofounder di Heroes, ci parla del primo Coinnovation Festival tutto italiano

Valentina Cillo, co-founder di Heroes insieme a Michele Franzese e Andreina Serena Romano, spiega a business.it qual è il punto di vista del Coinnovation Festival più importante del momento. La piattaforma dell’innovazione partita dal Sud Italia e lanciata nel bacino euro- mediterraneo ha subito ricevuto il plauso del settore. Dal 21 al 23 settembre si svolgerà la seconda edizione, incentrata sulla co-progettazione.

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Heroes Coinnovation Festival si svolgerà dal 21 al 23 settembre 2017

Com’è nata l’idea di un Coinnovation Festival che coinvolge il bacino euro-mediterraneo?

É nata considerando il posto da cui guardavamo, l’orizzonte al quale erano e sono rivolti i nostri occhi. La nascita del Festival ha coinciso con un momento storico ben preciso, nel quale i paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo attraversano una crisi epocale. Esiste un problema sociale che interessa non soltanto l’economia, ma la stessa collettività con l’emergenza umanitaria dell’immigrazione. Come dare, quindi, una risposta concreta a tutto questo? Il nostro principale target di riferimento sono le startup, le PMI e i ricercatori universitari. Abbiamo perciò pensato che far emergere il loro talento, le loro idee innovative potesse servire a fare rete e a creare progetti concreti per produrre benessere, più posti di lavoro, maggiori opportunità soprattutto nelle aree difficili del nostro territorio.

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Quanto è importante che l’evento si svolga a Maratea, cornice ideale di un Sud difficile da far partire, ma sempre più innovativo?

Siamo partiti dal Sud perché desideriamo essere i portavoce “dei Sud” del mondo. Le parti meridionali del nostro globo sono accomunate da due caratteristiche principali: scarsa produttività del lavoro e una connessione assente tra i vari asset produttivi. In realtà esistono eccellenza e abbondanza di materie prime, talenti e idee. Inoltre, statisticamente, “i Sud” del mondo si caratterizzano per possedere due fondamentali atteggiamenti: scarsa paura del fallimento e alta propensione al rischio. Ciò vuol dire che, avendo meno da perdere rispetto alle altre regioni più avanzate a livello economico e industriale, propendono a buttarsi in maniera più concreta su progetti innovativi. In altre parole sognano in grande, rischiano senza paura di soccombere e questa è la chiave di Heores: la fiducia nell’altro, la voglia di rischiare fa avvicinare manager e imprenditori a scrutare, e poi investire, nei loro progetti.

Maratea fa da sfondo alla seconda edizione di Heroes, il primo Coinnovation Festival

Dopo il successo della scorsa edizione, cosa si aspetta da Heroes 2017?

Se la chiave della scorsa edizione di Heroes è stata il confronto, l’evento di quest’anno punterà sulla co-progettazione. Siamo passati ad un livello successivo. Infatti, dopo aver proposto il dialogo e la propensione al conoscersi a vicenda, in questa edizione puntiamo tutto sulla cooperazione: creare progetti condivisi, fare rete. Per questo abbiamo attivato numerosi Coinnovation Lab, in quanto crediamo nella sfida di educare a dare il giusto valore economico e sociale che parte dalle PMI e dalle startup e arriva fino alle grandi aziende. Abbiamo in programma keynote speech, worshop, tavole rotonde, hackathon, showcases e business meeting che coinvolgono tutti i nostri ospiti al fine di creare progetti comuni, che andranno poi a concretizzarsi in nuove strategie di benessere e occupazione sociale. Infine ci sarà un’intera area dedicata alla sperimentazione e alla progettazione condivisa.

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Qual è il modo in cui reagiscono le startup e i giovani ricercatori ad eventi come questo? E come invece reagiscono le grandi aziende già consolidate?

L’atteggiamento è diverso in quanto le startup e i giovani ricercatori esprimono un’offerta: le loro idee, il loro progetti e la voglia di diventare più grandi, più innovativi, più internazionali. Al contrario le grandi imprese, i manager e gli investitori arrivano al nostro Festival per esprimere la propria domanda di innovazione. Noi di Heores vogliamo appunto regalare l’opportunità di far incontrare domanda e offerta! Le ricerche dei giovani talentuosi devono uscire fuori dai laboratori universitari, il nostro compito è quello di attribuire un valore economico a questi progetti per renderli appetibili agli occhi degli imprenditori. Il problema, infatti, sussiste perché le startup non riescono a dialogare con le grandi imprese. Noi offriamo loro un territorio neutrale. Creiamo un linguaggio unico nella Babilonia dell’innovazione.

Innovazione e tecnologia a Heroes 2017, seconda edizione

Innovazione, Industria 4.0, Digital Health etc.: qual è il destino delle PMI italiane secondo Heroes?

Le piccole e medie imprese devono comprendere il valore aggiunto di fare rete e connettersi con le aziende più grandi. Inoltre, è necessario comprendere che un passo fondamentale da effettuare è la digitalizzazione dei processi. Quest’ultima ha infatti aumentato il divario già esistente tra grandi e piccole imprese. Ma le aziende più ridotte non devono necessariamente demoralizzarsi ma, al contrario, prendere coscienza del proprio know how e valorizzarlo! Oggi esiste una domanda sempre più forte di customizzare il prodotto. Le PMI possiedono le risorse adeguate ma necessitano di aggiornamenti e nuovi spunti per passare ad una vera e propria digitalizzazione. A Heroes proponiamo workshop, laboratori, corsi, conferenze e seminari al fine di potenziare la comunicazione dell’innovazione e di accrescere la capacità di fare rete e di posizionarsi in maniera competitiva sul mercato.

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Cosa ne pensa dell’avvento dell’Intelligenza Artificiale in ambito lavorativo? Sarà il futuro?

Non credo molto alla storiella dove nell’azienda del futuro ci saranno solo un uomo e un cane, dove l’uomo servirà solo a dar da mangiare al cane che a sua volta farà da guardia affinché l’uomo non si avvicini alle macchine in produzione. Ci occupiamo anche di I.A.  avendo ospitato aziende che sperimentano applicazioni simili al tessuto neuronale umano. So quindi per certo che le macchine diverranno sempre più intelligenti, perché stanno imparando ad imparare, assomigliando sempre più all’essere umano e sostituendolo in molti ruoli. Ma ciò che impedirà il peggior futuro possibile, ovvero la sudditanza dell’uomo nei confronti delle I.A., lo impedirà la creatività. Questa caratteristica totalmente e completamente umana sarà, a mio avviso, il valore imprescindibile che terrà l’uomo per sempre in posizione superiore e insostituibile rispetto alle macchine.