Industria 4.0 – Business.it https://www.business.it I segreti del potere - Notizie e retroscena Tue, 17 Jan 2023 12:34:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Industria 4.0 – Business.it https://www.business.it 32 32 Smau Italy RestartsUP in Berlin: industria 4.0 e Smart City tra i temi principali https://www.business.it/smau-italy-restartup-berlin-industria-4-0-smart-city-temi-principali/ Tue, 15 May 2018 06:02:25 +0000 https://www.business.it/?p=25133 Dopo una prima edizione a Londra che ha riscosso il successo preannunciato, SMAU si concentra ancora oltre i confini nazionali e torna con la quarta edizione di Smau Italy RestartUP in Berlin, una realtà già consolidata che permetterà ai principali rappresentanti dell’innovazione italiana di presentarsi sotto i riflettori internazionali offerti da una delle capitali europee più… Read More »Smau Italy RestartsUP in Berlin: industria 4.0 e Smart City tra i temi principali

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Dopo una prima edizione a Londra che ha riscosso il successo preannunciato, SMAU si concentra ancora oltre i confini nazionali e torna con la quarta edizione di Smau Italy RestartUP in Berlin, una realtà già consolidata che permetterà ai principali rappresentanti dell’innovazione italiana di presentarsi sotto i riflettori internazionali offerti da una delle capitali europee più attive. Le date da segnare sul calendario sono il 13, 14 e 15 giugno, tre giornate intense che vedranno arrivare a Berlino 40 nuove startup italiane provenienti da Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Trentino e Sicilia, a cui si uniranno i principali player italiani. “Dal 2015 abbiamo consolidato relazioni con investitori, imprese e incubatori e acceleratori tedeschi – afferma Pierantonio Macola, Presidente di Smau – diventando per loro dei fiduciari per quanto riguarda l’offerta di innovazione, pronta per il mercato, proveniente dall’Italia.  Attraverso il dialogo con queste realtà vogliamo fare in modo che l’Open Innovation si affermi sempre di più come un modello di collaborazione a livello internazionale.” A sottolineare l’importanza di questo momento di incontro tra due ecosistemi, anche  Fabio Casciotti, Direttore di ICE Berlino: “L’ecosistema dell’innovazione a Berlino è in piena fioritura e offre numerose opportunità di business alle imprese italiane che vogliono espandersi a livello internazionale. Per questo l’Italian Trade Agency, insieme a Smau, si propone di offrire un’opportunità di incontro, relazione e business alle nostre startup che vogliono muovere i primi passi in Germania. In un contesto in cui il rapporto tra le principali economie digitali, come Germania e Italia, è sempre più stretto, l’Italian Trade Agency si propone di fornire gli strumenti giusti e il know-how per mettere in connessione l’ecosistema di startup con investitori e attori pubblici“. Andiamo ora a vedere nel dettaglio quali saranno i temi e il programma dell’edizione 2018 di Smau Italy RestartsUP in Berlin.

Smau 2015I temi dell’edizione 2018

Il programma di Smau Italy RestartsUP si preannuncia molto intenso e prevede momenti di networking, panel con i principali esperti e incontri one to one dedicati alle startup italiane, oltre ad un tour degli incubatori. Tra le principali tematiche che verranno affrontate nei panel che si susseguiranno giovedì 14 giugno ci saranno Industria 4.0 & AR/VR, Fintech & Insurtech, Fashion & Design, Life Science e Smart City. 

smau-Londra-eventoProgramma dell’evento

SMAU | Italy RestartsUp in Berlin powered by ICE and SMAU sarà inaugurato mercoledì 13 giugno con un Networking Cocktail all’Ambasciata italiana a Berlino alla presenza dei rappresentanti istituzionali delle Regioni coinvolte, delle startup selezionate e degli investitori e imprese tedesche coinvolti nell’iniziativa. Giovedì 14 giugno, presso Palazzo Italia, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, si terrà un calendario di panel tematici con i rappresentanti dell’ecosistema dell’innovazione italiano e tedesco, unitamente agli speed pitching delle startup, in cui le giovani imprese si presenteranno in due minuti ciascuna al pubblico di investitori e imprese tedesche interessate ad entrare in contatto con l’ecosistema italiano delle startup. Tra i temi di questa edizione: l’innovazione nel settore del Fashion e del Design e nelle Scienze della Vita, il tema dell’Industria 4.0 con particolare riferimento a tecnologie come la realtà virtuale e realtà aumentata, Fintech e Insurtech e Smart City. A latere delle conferenze sono previsti momenti d’incontro one-to-one tra investitori e startup per approfondire le soluzioni e i prodotti presentati durante gli speed pitching. Venerdì 15 giugno il programma continua con un tour degli incubatori e acceleratori appartenenti all’ecosistema berlinese dell’innovazione. L’obiettivo è quello di stimolare la nascita di collaborazioni, partnership e alleanze strategiche.
Leggi anche: Social Media Marketing Digital Communications Days, dal 17 al 19 maggio a Milano

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Industria 4.0, Innovation Mix: crescere con le 4 "i" dell'Innovazione https://www.business.it/industria-4-0-innovation-mix-crescita-4-i-innovazione/ Mon, 07 May 2018 13:26:50 +0000 https://www.business.it/?p=24627 Jerome Mc Carthy e Philip Kotler non sono solo luminari del marketing, ma sono soprattutto degli eccellenti esperti di storytelling. Saper spiegare un concetto enormemente vasto con semplicità è un grande dono per tutti coloro che hanno voglia di migliorare le proprie conoscenze. McCarthy, con le sue quattro P del marketing ha saputo schematizzare la… Read More »Industria 4.0, Innovation Mix: crescere con le 4 "i" dell'Innovazione

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Jerome Mc Carthy e Philip Kotler non sono solo luminari del marketing, ma sono soprattutto degli eccellenti esperti di storytelling. Saper spiegare un concetto enormemente vasto con semplicità è un grande dono per tutti coloro che hanno voglia di migliorare le proprie conoscenze. McCarthy, con le sue quattro P del marketing ha saputo schematizzare la sua teoria, mentre a Kotler, che ha ripreso il concetto con grande chiarezza, va ascritto il merito di averla resa facile da ricordare.

Prezzo, Prodotto, Posizionamento e Promozione. Il fatto di rappresentare le 4 componenti del marketing mix, associando il fatto che iniziano tutte con la stessa lettera, fissa nella memoria anche il loro significato, facilitando quindi la comprensione generale della teoria.

Da molto tempo affrontiamo l’ingombrante tema dell’Innovazione, in tutte le sue sfaccettature. Mettiamo enfasi quando l’innovazione è disruptive e quando effettivamente il risultato trova spazio sul mercato.

Le aziende innovative, votate alla creazione di prodotti e servizi “smart”, hanno implementato strategie e messo in campo risorse e scienziati per assicurarsi un vantaggio competitivo in piena quarta rivoluzione industriale.

Così ci siamo divertiti a razionalizzare tutta la letteratura prodotta sull’argomento identificando le 4 “I” dell’Innovation Mix.

I come Intelligenza

L’intelligence necessita di un elemento essenziale: il dato.

Anzi, per essere intelligenti si ha bisogno di enormi moli di dati, quanto più raffinati possibile. Alla base dell’Innovazione deve esserci la capacità di acquisire dei dati e creare algoritmi in grado di evolverli proprio come farebbe un cervello umano. Tanti anni fa, un certo Alan Turing ha creato il primo elaboratore informatico inventandosi un linguaggio in grado di fornire istruzioni a una macchina. Oggi la sfida è quella di rendere la macchina intelligente e ottenere istruzioni da quest’ultima.

Possiamo concludere che, i “big data” sono il carburante di un progetto innovativo, mentre l’Intelligenza, sia artificiale che umana, è un ingrediente imprescindibile.

I come Intuito

L’intuito è forse l’elemento dell’Innovation Mix più etereo. Si tratta di una qualità che pochi possiedono ma che è di cruciale importanza. L’intuito serve a capire prima degli altri che un determinato meccanismo inesistente è in grado di impattare positivamente sul mercato. Con il senno di poi, certe intuizioni sembrano banali, ma se le contestualizziamo, se hanno prodotto risultati significativi, devono sempre essere accompagnate dall’aggettivo “geniali”.

Per fare un esempio volutamente banale, quando Steve Jobs tornò nella sua Apple e, tenendo in mano il pennino di un vecchio Touch Pad disse “a che serve una penna se abbiamo il dito?”. Da una semplice intuizione è in effetti nato il progetto che ha dato vita al primo iPhone con schermo “touch” perfettamente utilizzabile con il dito.

I come Immaginazione

L’immaginazione è legata all’Intuito ma è un ingrediente che necessita di requisiti diversi. Non si tratta di un concetto onirico ma anzi, è legato alla straordinaria capacità di ipotizzare con realismo le caratteristiche di un contesto futuro ed il ruolo che un innovazione può avere nella sua determinazione.

Molte innovazioni si basano infatti su ipotesi di mercato o sociologiche irrealistiche, e per questo falliscono miseramente.

L’immaginazione è quello che permette di proiettare nel futuro una dinamica innovativa, se non addirittura la facoltà di creare uno scenario futuro possibile proprio grazie ad un certo pezzo d’innovazione.

Quando Reid Hoffman, chiusa l’esperienza PayPal, decise di lanciare Linkedin, scrisse un business plan che definire immaginifico è riduttivo. In quel business plan emerge una visione del mondo del lavoro proiettata nel futuro che, successivamente, non solo si è rivelata fondata, ma che la stessa Linkedin ha contribuito a generare.

Reid Hoffman ha avuto il grande merito di immaginare quali dinamiche avrebbero regolato la ricerca e l’offerta di lavoro online e la sua innovazione lo ha reso uno dei 500 uomini più ricchi del mondo secondo Forbes.

innovazione-start-up-programmi-politici-post-elezioniI come Irriverenza

L’irriverenza ha sicuramente un significato negativo. Vuol dire letteralmente “mancanza di rispetto”. Questo sarebbe vero se l’irriverenza fosse nei confronti delle persone.

In realtà una buona dose d’irriverenza è necessaria nei confronti delle regole e dei dogmi accettati dalla società.

Per essere dirompente un’innovazione deve rompere delle regole e crearne di nuove ed è risaputo che molti geni e scienziati si sono comportati in modo irriverente nei confronti di tali regole.

L’irriverenza verso le regole è ciò che ha consentito a John Forbes Nash di formulare, con la sua teoria dei giochi, lo straordinario teorema dell’equilibrio. L’irriverenza verso il mondo delle auto a carburante è stato l’impulso che ha spinto Elon Musk a creare il mondo Tesla, che si spinge ben oltre l’elettrificazione del settore automobilistico.

Ci sarebbe una quinta “I” che è necessario non dimenticare e che riguarda la capacità d’Investimento. Per innovare bisogna investire saggiamente, ma questo più che un ingrediente è una necessità!

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MOBI, la blockchain per automotive sposata da Ford e BMW https://www.business.it/mobi-blockchain-automotive-sposata-ford-bmw/ Wed, 02 May 2018 16:00:15 +0000 https://www.business.it/?p=24314 I produttori di automobili BMW, General Motors, Ford e Renault sono i grandi nomi di un nuovo gruppo annunciato oggi per esplorare il potenziale della blockchain nello spazio automobilistico e della mobilità. MOBI – l’iniziativa Mobility Open Blockchain – ha avviato la sua attività oggi, con oltre 30 membri fondatori che includono anche Bosch, Blockchain… Read More »MOBI, la blockchain per automotive sposata da Ford e BMW

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I produttori di automobili BMW, General Motors, Ford e Renault sono i grandi nomi di un nuovo gruppo annunciato oggi per esplorare il potenziale della blockchain nello spazio automobilistico e della mobilità. MOBI – l’iniziativa Mobility Open Blockchain – ha avviato la sua attività oggi, con oltre 30 membri fondatori che includono anche Bosch, Blockchain a Berkeley, Hyperledger, Fetch.ai, IBM e IOTA. Il gruppo ha un obiettivo a lungo tempo: rendere il trasporto “più sicuro, più accessibile utilizzando la tecnologia blockchain”. La blockchain ha il potenziale indubbio di influenzare una serie di settori. La componente del registro distribuito e i contratti intelligenti, in particolare, potrebbero rimodellare il modo in cui organizzazioni e prodotti utilizzano e consumano dati. Lungo queste linee, MOBI ha affermato che il suo campo di attenzione varia da pagamenti, tracciamento dei dati e gestione delle forniture, finanza e prezzi dei consumatori, e aree più futuristiche come i veicoli autonomi e i sistemi di condivisione del viaggio.

Blockchain per automotive: l’esperienza Toyota

Non è la prima volta che le case automobilistiche hanno esaminato la blockchain. La Toyota sta già facendo le sue ricerche, Renault ha aderito al consorzio di ricerca R3 e Daimler fa parte del progetto Hyperledger della Linux Foundation. Con MOBI, tuttavia, il gruppo si sta concentrando interamente sullo spazio automobilistico e sui potenziali casi d’uso, piuttosto che sull’automotive come una delle numerose industrie. “La blockchain e le relative tecnologie per migliorare la fiducia sono pronte a ridefinire l’industria automobilistica e il modo in cui i consumatori acquistano, assicurano e utilizzano veicoli”, ha detto in un comunicato Chris Ballinger, che è il primo presidente e amministratore delegato di MOBI. “Riunendo case automobilistiche, fornitori, start-up e agenzie governative, possiamo accelerare l’adozione a beneficio di aziende, consumatori e comunità”, ha aggiunto Ballinger, ex CFO e direttore dei servizi di mobilità presso il Toyota Research Institute. Tra i membri del consiglio di amministrazione figurano Joseph Lubin, fondatore di ConsenSys e co-fondatore di Ethereum, e Brian Behlendorf, direttore esecutivo di Hyperledger.

blockchain-IBM-gioielliCosa è la Blockchain nelle auto?

La blockchain, in italiano “catena di blocchi”, può essere semplificata come un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale generalmente di tipo pubblico (ma ne esistono anche esempi di implementazioni private) ed in cui ogni partecipante ha una copia dei dati. L’utilizzo di un protocollo di aggiornamento ritenuto sicuro dalla comunità degli utenti e di tecniche di validazione crittografiche genera la reciproca fiducia dei partecipanti nei dati conservati dalla blockchain, che la rende comparabile ai “registri” gestiti in maniera accentrata da autorità riconosciute e regolamentate (banche, assicurazioni ecc.). Nelle scorse settimane anche Porsche ha avviato i lavori per portare la Blockchain nel mondo delle automotive: questo renderebbe possibile una connessione on line diretta, permettendo, per esempio, l’apertura delle porte tramite app in 1,6 secondi.  Inoltre, tutte le operazioni sono racchiuse nella blockchain e quindi al sicuro. Le autorizzazioni di accesso temporaneo, ad esempio, possono essere fornite e monitorate dal proprietario del veicolo in qualsiasi momento. Attraverso la blockchain si può anche stabilire una connessione protetta ai dati e alle funzionalità del veicolo proteggendo anche tutte le comunicazioni tra i partecipanti e coinvolgendo, senza utilizzo di hardware aggiuntivi, anche i fornitori di terze parti.
Leggi anche: Come l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo

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Tecnologia: come la tua attività commerciale potrebbe utilizzare Blockchain https://www.business.it/tecnologia-come-attivita-commerciale-potrebbe-utilizzare-blockchain/ Sat, 28 Apr 2018 07:00:36 +0000 https://www.business.it/?p=24029 Cosa può fare la Blockchain per le imprese? E come devono muoversi le imprese e i CIO in particolare per gestire questa nuova prospettiva di sviluppo per tanti nuovi progetti? Il tema è tanto affascinante e intrigante quanto vasto e complesso. Per rispondere a questi interrogativi che sono sul tavolo non solo dei CIO, ma dei vertici delle imprese… Read More »Tecnologia: come la tua attività commerciale potrebbe utilizzare Blockchain

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Cosa può fare la Blockchain per le imprese? E come devono muoversi le imprese e i CIO in particolare per gestire questa nuova prospettiva di sviluppo per tanti nuovi progetti? Il tema è tanto affascinante e intrigante quanto vasto e complesso. Per rispondere a questi interrogativi che sono sul tavolo non solo dei CIO, ma dei vertici delle imprese di tanti settori serve una analisi a tutto tondo delle potenzialità della Blockchain, delle sue opportunità di sviluppo e dei requisiti, non solo tecnologici, necessari per poter esprimere realmente le sue potenzialità.

In un mondo che ha sempre più bisogno di parole-chiave per raccontare il cambiamento, bitcoin e blockchain sembrano poter descrivere la suggestione di una nuova finanza lontana anni luce dal gold standard: non più oro a garantire la valuta, ma scambi di informazioni. L’argomento piace sempre a più persone ma viene compreso da pochi. Le imprese grandi come banche e distributori globali stanno sperimentando contratti intelligenti codificati nella blockchain per vedere come potrebbero migliorare i loro processi. Man mano che tali usi si diffondono, toccheranno ogni altra attività.

Ci sono innovatori che hanno visto nella Blockchain una nuova opportunità di business. Con la Blockchain si può riporre fiducia nel codice, non negli intermediari o nella burocrazia. La Blockchain sostituisce le autorità centrali o intermediarie, con la trasparenza e la matematica (crittografia) per creare un nuovo sistema di fiducia, come ad esempio la startup Slock che ha costruito un nuovo business per l’affitto degli appartamenti che elimina qualsiasi intermediazione. 

blockchain-impreseLeggi anche: Blockchain: perché scegliere questa tecnologia

Blockchain la catena a blocco

Il percorso della Blockchain parte dal 2008, quando Satoshi Nakamoto, presenta il protocollo Bitcoin attraverso un white paper nel quale viene descritta un’architettura tecnologica atta a reggere la circolazione di bitcoin, intesa come criptovaluta che transita liberamente tra gli utenti senza costi sulle operazioni e senza il controllo di un organo centrale.

La grande novità della Blockchain sta nel passaggio dalla centralizzazione alla decentralizzazione e nell’assenza di intermediari. Prendendo come esempio una banca si passerebbe dal libro contabile, il cosiddetto bank ledger, ossia il libro mastro sul quale viene registrata tutta la contabilità di una banca, al distributed ledger accessibile da qualsiasi utente che effettuando una transazione entra a far parte della catena di distribuzione.

Le tecnologie di base della Blockchain non sono una novità, vanno  dal file sharing peer-to-peer alla crittografia, in particolare a chiave pubblica e privata. La vera novità è il modo in cui vengono impiegate le tecnologie esistenti per formare quella che viene riconosciuta come una catena di blocchi. La Blockchain custodisce un deposito di dati formalmente costituito da una lista di record che continua a crescere, ma che resiste ad eventuali modifiche. Gli sviluppi della Blockchain non sono confinati solo al mondo delle transazioni finanziarie, anzi la logica della decentralizzazione può aprire un nuovo modo di gestire le transazioni in tanti altri settori.

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Blockchain per imprese

Anche le varie fasi che un prodotto deve attraversare dal produttore al cliente saranno gestite dalla blockchain e dai suoi contratti intelligenti. I controlli di sicurezza e le autorizzazioni doganali diventeranno molto più veloci man mano che la blockchain elabora ogni fase e automaticamente emette i documenti necessari per passare a quello successivo. La blockchain migliorerà le catene di approvvigionamento che alimentano le materie prime a quei produttori esattamente nello stesso modo.

Le imprese del settore immobiliare, potrebbero scoprire che molti dei servizi legali e notarili che attualmente dovrebbero acquistare saranno sostituiti da un clic di un pulsante. Quando è possibile scrivere una transazione in un libro mastro distribuito, non è necessario un notaio per testimoniare un accordo o un contratto di affitto. Basta premere Invia in un portafoglio digitale e ricevere un documento legale o anche un codice chiave per un appartamento in affitto. E una volta che entrano i profitti, le istituzioni finanziarie che gestiscono i fondi per per le imprese, useranno la blockchain per tracciare gli investimenti. Già banche come Bank of America hanno sperimentato la blockchain per tenere traccia della vendita di derivati e altre attività finanziarie.

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BMW auto a guida autonoma nel 2021: avviata la collaborazione con LiDAR Innoviz https://www.business.it/bmw-auto-guida-autonoma-2021-avviata-collaborazione-lidar-innoviz/ Thu, 26 Apr 2018 17:00:14 +0000 https://www.business.it/?p=23979 Tutte le grandi aziende che sviluppano sistemi di guida automatizzati sono giunte alla conclusione che i sensori Lidar saranno necessari per creare una stabilità e maggiore sicurezza. Tuttavia, questa tecnologia laser è stata altamente costosa fino ad ora. Rendere questi sensori commercialmente fattibili richiede una riduzione dei costi e una durata maggiore per sopravvivere alla… Read More »BMW auto a guida autonoma nel 2021: avviata la collaborazione con LiDAR Innoviz

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Tutte le grandi aziende che sviluppano sistemi di guida automatizzati sono giunte alla conclusione che i sensori Lidar saranno necessari per creare una stabilità e maggiore sicurezza. Tuttavia, questa tecnologia laser è stata altamente costosa fino ad ora. Rendere questi sensori commercialmente fattibili richiede una riduzione dei costi e una durata maggiore per sopravvivere alla strada. Uno dei leader nello sviluppo dei sensori a stato solido necessari per raggiungere questi obiettivi è la startup israeliana Innoviz che ha appena annunciato BMW come primo cliente di produzione. Fondata nel 2016, questa start-up ha sviluppato un sistema Lidar a microsistemi microelettromeccanici (MEMS) a stato solido. La società sta attualmente producendo il suo sensore InnovizPro progettato come unità autonoma che può essere aggiunta ai veicoli esistenti. Viene principalmente utilizzato per le applicazioni di sviluppo di guida automatica, ma Innoviz intende continuare a offrire questo prodotto.  BMW ha indicato che prevede di lanciare in produzione entro il 2021 sia il livello 3 automatizzato condizionale che il livello 4 con sistemi altamente automatizzati. I sistemi L3 sono in grado di fornire una guida parzialmente automatizzata in determinate condizioni. L’autista deve prendere il controllo quando il sistema non è in grado di gestire uno scenario, ma non devono tenere sempre le mani sul volante e gli occhi sulla strada come fanno con un sistema di livello 2. Un sistema L4 è simile a quelli sviluppati da Waymo, GM, Ford e altri che non richiede hand-off, ma ha ancora un dominio operativo limitato.

BMW e LiDAR Innoviz: quali accordi per la partnership?

L’accordo BMW – LiDAR Innoviz riguarda il sensore InnovizOne di nuova generazione, specificamente progettato per essere di livello automobilistico e integrato in nuove costruzioni di veicoli. Il sensore One sfrutta quanto già appreso dagli utenti del sensore Pro per migliorare le prestazioni e ridurre drasticamente i costi. Ad esempio il campo visivo va da 73×20 gradi sul Pro a 120×25 gradi sul nuovo sensore. Anche la frequenza fotogrammi e la gamma migliorano da 20 fps a 150 fps fino a 25 fps e 250 metri. Itamar Roth, vicepresidente dello sviluppo commerciale di Innoviz, ha preferito di non essere troppo specifico sul costo dei sensori della sua azienda. Tuttavia, ha ammesso che l’InnovizPro costa attualmente “poche migliaia di dollari” e InnovizOne “sarà ben inferiore a $1.000 per il suo ciclo di prodotti” con il costo esatto in base al volume di produzione. Non è ancora economico, ma risulta essere di gran lunga più inferiore di $4000 Velodyne è in carica per il suo ultimo sensore VLP-16. General Motors utilizza cinque di questi sensori Velodyne su ciascuno dei suoi bulloni Chevrolet automatizzati. Oltre all’hardware, Innoviz sta fornendo la propria piattaforma software di visione artificiale che sarà integrata nello stack principale sviluppato da BMW. Il software Innoviz è progettato per analizzare la nuvola di punti Lidar e riconoscere i bersagli di interesse, classificare cosa sono e tracciarli. Si ritiene che il software di visione sia in grado di distinguere veicoli, ciclisti, pedoni e persino segnaletica stradale quando la riflettività è sufficiente. Ciò fornirà un complemento importante ai sensori ottici della fotocamera attualmente utilizzati per il rilevamento della corsia. Il software di riconoscimento contribuisce anche alla scansione dinamica del laser. Innoviz può modificare il modello di scansione del suo sistema di specchi MEMS in condizioni variabili, ad esempio quando il veicolo funziona in un ambiente urbano denso con molti oggetti vicini o quando si guida a velocità più elevate sull’autostrada per fornire informazioni su ciò che è giù la strada. Quando vengono rilevati oggetti, il laser può bersagliarli per fornire maggiori dettagli per il sistema di percezione.

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InnovizOne: le caratteristiche dei sensori scelti da BMW

Come la maggior parte dei produttori di lidar, Innoviz utilizza laser a 90 nanometri che sono disponibili a un costo molto inferiore rispetto ai laser a 1550 nm utilizzati da Luminar. I laser a lunghezza d’onda più lunghi sono considerati più sicuri per gli occhi, ma sono anche molto più costosi. Poiché sono sensibili agli occhi, i sensori lidar da 1550 nm possono funzionare a livelli di potenza più elevati per una maggiore autonomia. Secondo Roth, Innoviz ha una soluzione che rende sicuri i suoi laser a 905 nm pur mantenendo le prestazioni della gamma, ma ha rifiutato di fornire dettagli maggiori. L’elaborazione effettiva dei dati del sensore avverrà nella piattaforma di calcolo centrale insieme a tutte le operazioni di percezione, pianificazione del percorso e controllo. Intanto, BMW collabora con Intel e la sua controllata Mobileye per sviluppare i suoi sistemi di guida automatizzati. I fornitori Magna International e Aptiv collaborano anche con BMW. Magna è responsabile per l’integrazione hardware generale nel veicolo mentre Aptiv sta gestendo l’integrazione elettronica. La produzione dei sensori InnovizOne inizia nel 2019 con il partner di produzione Jabil Optics, anche se Roth afferma che la società prevede di collaborare con altri fornitori. Si prevede che la produzione salirà rapidamente a migliaia al mese. Mentre BMW è il primo OEM a essere stato annunciato per le applicazioni di produzione, Innoviz sta lavorando con altre case automobilistiche e prevede di fare presto altri annunci. È probabile che uno di questi sia il fornitore di primo livello Aptiv. Quest’ultima sta sviluppando i propri sistemi di guida automatica full stack ed è anche un investitore in Innoviz insieme ad altre due start-up lidar, Quanergy Systems e Leddertech. Oltre ad offrire il suo pacchetto di guida chiavi in mano agli OEM, Aptiv sta anche sviluppando le proprie offerte di servizi di mobilità automatizzata e la partnership con Lyft. La gamma più lunga InnovizOne è probabile che venga utilizzata come sensore lungimirante con le unità a corto raggio degli altri partner attorno al perimetro del veicolo.
Leggi anche: Veicoli a guida autonoma, condivisa ed elettrica
 

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Industria 4.0, Elon Musk: “La Model 3 prodotta con troppi robot” https://www.business.it/industria-40-elon-musk-model-3-robot/ Mon, 16 Apr 2018 08:30:37 +0000 https://www.business.it/?p=23004 Elon Musk e l’Industria 4.0: passi indietro per il fondatore di Tesla? In un’intervista a “CBS This Morning”, Elon Musk si è detto pentito dell’utilizzo troppo massiccio di robot e macchinari dell’Industria 4.0 per la produzione della Tesla Model 3, la berlina elettrica economica lanciata lo scorso luglio. Non solo: durante la giornata di venerdì,… Read More »Industria 4.0, Elon Musk: “La Model 3 prodotta con troppi robot”

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Elon Musk e l’Industria 4.0: passi indietro per il fondatore di Tesla? In un’intervista a “CBS This Morning”, Elon Musk si è detto pentito dell’utilizzo troppo massiccio di robot e macchinari dell’Industria 4.0 per la produzione della Tesla Model 3, la berlina elettrica economica lanciata lo scorso luglio. Non solo: durante la giornata di venerdì, il fondatore di Tesla e SpaceX ha risposto su Twitter ad un reporte del Wall Street Journal affermando che gli esseri umani “sono sottovalutati”. Non solo contro l’Intelligenza Artificiale, quindi, Elon Musk sembra scagliarsi in queste ore anche contro un’eccessiva automazione delle aziende…

elon-musk-teslaElon Musk e l’Industria 4.0: troppi robot per la Model 3

Elon Musk, l’imprenditore visionario fondatore di Tesla e SpaceX, sembra tornare sui suoi passi parlando di errore nell’affidare una parte troppo ampia della produzione della Tesla Model 3 ai robot. Intervistato durante il programma “CBS This Morning” a proposito degli evidenti ritardi di produzione della berlina elettrica economica Model 3, Elon Musk ha parlato di un’eccessiva automazione all’interno della fabbrica di Fremont, in California. Nel pomeriggio, Tim Higging – reporter per il Wall Street Journal – ha riportato la notizia su Twitter taggando l’imprenditore che, prontamente, ha risposto dicendo “Sì, l’eccesso di automazione in Tesla è stato un errore, per essere precisi un mio errore. Gli umani sono sottovalutati”. E ora?
Attualmente, Elon Musk non ha ancora precisato se Tesla prenderà provvedimenti a riguardo o se, comunque, si troverà a dover affrontare i problemi dovuti ad uno squilibrio tra dipendenti e robot utilizzati per la produzione della Tesla Model 3. Niente commenti aggiuntivi, insomma, né da Elon Musk né da altri vertici di Tesla che, comunque, conta 10mila dipendenti nella sola fabbrica di Fremont.


Di certo, comunque, Elon Musk e Tesla dovranno affrontare il problema della lentezza di produzione della berlina elettrica lanciata poco meno di un anno fa con una roadmap di modelli immessi nel mercato non rispettata. La Tesla Model 3, a dire di Elon Musk, è fondamentale per la crescita dell’azienda in quanto rappresenta uno degli obiettivi a lungo termine di Tesla sin dagli albori. L’avventura imprenditoriale della casa automobilistica del visionario imprenditore, infatti, è iniziata con veicoli di fascia alta, con margini più elevati come la sportiva Roadster, la berlina Model S e il SUV Model X così da spianare la strada alla Model 3. Qualcosa, però, sembra essere andato storto: quando Tesla ha lanciato la berlina – lo scorso luglio – Musk aveva parlato di voler produrre ben 20mila vetture al mese entro la fine del 2017. Nel quarto trimestre, però, ne sono state prodotte solo 2.425. La scorsa settimana, comunque, la società ha dichiarato di aver realizzato 9.766 Model 3 durante il primo trimestre di quest’anno e che il nuovo obiettivo è quello di arrivare a produrre 5mila esemplari alla settimana entro la fine di giugno.

Elon Musk: ritorno al controllo umano?

Dopo le dichiarazioni rilasciate sul tema dell’Intelligenza Artificiale e alla luce di quanto affermato sull’eccesivo utilizzo di robot, sembra chiaro che Elon Musk stia rivalutando notevolmente le potenzialità dell’uomo rispetto a quelle delle macchine. Durante l’intervista ha parlato infatti di essersi trovato di fronte ad una “folle e complessa rete di nastri trasportatori” da tenere a bada. Per ora, la soluzione presa da Elon Musk è quella di dormire nella fabbrica di Fremont per assicurarsi personalmente che la produzione rimanga in linea con gli obiettivi prestabiliti.
In copertina, Credits: Heisenberg Media on Wikimedia Commons
Leggi anche: “Nasa news: dal robot “mutaforma” al “Biobot”, le tecnologie più innovative e il futuro delle missioni spaziali”

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Startup innovative, la call per l'evento Startuppato in programma a giugno https://www.business.it/startup-innovative-al-via-la-call-per-levento-startuppato-in-programma-a-giugno/ Thu, 12 Apr 2018 06:30:20 +0000 https://www.business.it/?p=22728 La call è iniziata: fino al 15 maggio le startup che desiderano proporre la propria candidatura per “Startuppato” possono iscriversi ed aggiudicarsi la possibilità di partecipare all’evento del 14 giugno presso il Toolbox Coworking di Torino. Leggi anche: Ecosistema Together premia Staycool come nuova idea di startup I settori di proposta Startup e imprenditori avranno quindi… Read More »Startup innovative, la call per l'evento Startuppato in programma a giugno

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La call è iniziata: fino al 15 maggio le startup che desiderano proporre la propria candidatura per “Startuppato” possono iscriversi ed aggiudicarsi la possibilità di partecipare all’evento del 14 giugno presso il Toolbox Coworking di Torino.

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I settori di proposta

Startup e imprenditori avranno quindi l’opportunità di mostrarsi tramite un evento che dà spazio all’innovazione, accettando progetti provenienti dai campi più disparati: dalla Cybersecurity al Fintech, dall’Internet Of Things, e-Mobility, cibo, salute e intrattenimento, realtà virtuale, cleantech, Industry 4.0, travel, e-commerce, education, sport & wellness, green, gaming, AR, wearable fino ai Big data.

Negli anni Startuppato ha ricevuto moltissimi consensi e visto la partecipazione di numerose startup straniere. I numeri parlano da soli: più di 1500 persone in contatto, tra professionisti del settore, studenti, e curiosi che hanno fatto circolare le proprie idee, stringendo collaborazioni proficue.

startuppato-eventoL’edizione 2018

Neanche quest’anno mancheranno occasioni di incontro: networking, beta testing, customer validation, crowdfunding, recruitment, acquisizione clienti e molte altre iniziative.

Un’intera area espositiva, giunta all’ottava edizione, e promossa da Treatabit, il percorso di incubazione di I3P dedicato ai progetti digitali, e I3P stesso, l’Incubatore d’imprese del Politecnico di Torino (uno dei principali incubatori europei e sostiene startup fondate sia da ricercatori universitari che da imprenditori esterni).

Dal 2016 vanta anche la collaborazione con Mamacrowd, la più importante piattaforma di equity crowdfunding italiana autorizzata da Consob. Lo scopo? Permettere alle più promettenti startup e PMI presenti sul mercato italiano di finanziare la propria crescita grazie alla raccolta di capitali privati raccolti online.

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Lo scopo dell’evento

Cosa succederà all’interno di Startuppato? Verrà incoraggiata la mediazione tra aziende e investitori, affiancando i team nelle attività di fundraising e preparandoli al meglio per presentarsi alla platea di nuovi soci. Le nuove partnership riguardano achee il Web Marketing Festival, di cui anche business.it è media-partner.

L’evento è pronto a presentare più di 100 startup innovative, offrendo loro un contesto in cui potranno farsi conoscere da potenziali utenti e clienti, sviluppare partnership, raggiungere una nuova platea di persone, circondarsi di professionisti che possano migliorare il loro progetto e dare un contributo in termini di competenze, soprattutto digitali.

Tra le novità dell’edizione 2018: un B2B più ricco ed un premio che prevede tre mesi di incubazione gratuita (anche virtuale) per usufruire di servizi di networking, spazi e di consulenza business da parte di I3P. Possono partecipare alla call sia team imprenditoriali, che singoli individui oppure imprese.

L’evento è gratuito.
Per sapere di più: www.startuppato.tech

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Industria 4.0: impatto sui lavoratori, come reggere il confronto https://www.business.it/industria-4-0-impatto-sui-lavoratori-come-reggere-confronto/ Sat, 07 Apr 2018 07:00:33 +0000 https://www.business.it/?p=22342 L’avanzare delle nuove tecnologie ha scosso il mondo del lavoro. Macchine con l’intelligenza artificiale e robot completamente autonomi mettono a rischio il posto di lavoro di molte persone. Eppure secondo alcuni esperti l’industria 4.0 non toglierà lavoro ma creerà nuove opportunità. Il tema del rapporto tra tecnologia e lavoro è tornato al centro del dibattito pubblico. Non si tratta… Read More »Industria 4.0: impatto sui lavoratori, come reggere il confronto

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L’avanzare delle nuove tecnologie ha scosso il mondo del lavoro. Macchine con l’intelligenza artificiale e robot completamente autonomi mettono a rischio il posto di lavoro di molte persone. Eppure secondo alcuni esperti l’industria 4.0 non toglierà lavoro ma creerà nuove opportunità.

Il tema del rapporto tra tecnologia e lavoro è tornato al centro del dibattito pubblico. Non si tratta di una discussione nuova: la paura della distruzione di lavoro come conseguenza dell’introduzione di nuovi strumenti tecnologici emerge tra i lavoratori.

La nuova Rivoluzione industriale appare caratterizzata da tecnologie sempre più disponibili a basso costo per le imprese e le persone, destinate ad evolvere con ritmi e contenuti imprevedibili.

Troppo spesso però il tema viene affrontato unicamente dal punto di vista delle novità tecnologiche e declinato nei capitoli degli investimenti e della politica industriale, lasciando in secondo piano l’enorme impatto sul mercato del lavoro. Lo spettro dell’automazione si aggira, ma il lavoro rischia di essere sostituito da robot governati da sofisticati algoritmi?

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Quale sarà l’impatto sull’occupazione dell’Industria 4.0

Secondo una ricerca dell’Università di Oxford i robot e l’intelligenza artificiale inseriti nelle imprese non causeranno una significativa diminuzione nel numero dei dipendenti. Anzi creeranno diverse nuove figure lavorative. Sicuramente però ci sarà un ricambio. Molti lavori che possiamo definire come manuali verranno interamente fatti dalle macchine. Starà ai dipendenti riuscire ad aggiornare il proprio bagaglio di competenze per ritagliarsi un ruolo nella gestione dei macchinari o dei dati che questi forniranno all’impresa. Ci sono fondamentalmente dei passaggi che un lavoratore può compiere per rispondere al meglio a questo cambiamento.

Come si possono sfruttare le nuove tecnologie?

Imparare a maneggiare e gestire i nuovi macchinari può essere il modo più semplice per conservare il proprio posto in fabbrica. Ma non solo, può rappresentare anche una crescita professionale. A breve gli oggetti dell’ Internet of Things e l’intelligenza artificiale verranno usati in tutte le aziende. Sia nelle imprese che nelle istituzioni. Specializzarsi in questo campo significa poter rispondere a un’offerta lavorativa che è in continua espansione.

Non tutti però hanno un livello di preparazione tale che li mette in rapporto paritario con le nuove tecnologie. Molti dipendenti non sono mai stati formati su innovazioni come robot o Industrial Internet of Things. In futuro sarà necessario che aziende, governi ed enti privati organizzino dei corsi di formazione specifici, con lo scopo di facilitare l’interazione uomo-macchina sul posto di lavoro. Il dipendente dovrà essere bravo a cogliere quest’occasione senza considerarla come una fine ma come un nuovo inizio.

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I vantaggi dell’automazione

A livello nazionale e globale l’Industria 4.0 secondo gli esperti porterà a un maggiore benessere. I Paesi che investiranno nelle nuove tecnologie secondo l’Università di Oxford potrebbero avere una crescita del PIL tra il 5 e il 10% nei prossimi 15 anni. Questo aspetto aiuterà anche la popolazione. Molti credono che potrebbe essere inserita una tassa sui robot che porti a un reddito universale da destinare a coloro che sono disoccupati o alla ricerca di un nuovo lavoro.

I cambiamenti all’orizzonte saranno un’occasione per rivalutare alcune competenze, ma anche per ripensare il nostro concetto di lavoro. In futuro, insomma, ci sarà più spazio per modelli produttivi che daranno alle persone più tempo libero da trascorrere. La tecnologia, dunque, ci libererà sempre di più dalla fatica della quotidianità e il risultato sarà una relazione più positiva con il lavoro e con le persone.

La tecnologia e l’innovazione saranno in grado di creare più posti di lavoro di quanti ne andranno perduti a vantaggio dei robot. Perché l’uomo, così come ha sempre fatto dalla Rivoluzione Industriale in avanti, non smetterà di creare nuovi tipi di lavoro, nuove industrie e nuovi modi di guadagnare. 

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Stampa 3d: una rivoluzione nel campo della sanità https://www.business.it/stampa-3d-rivoluzione-campo-sanita/ Fri, 06 Apr 2018 11:00:39 +0000 https://www.business.it/?p=22306 Preparatevi a vedere cose che un tempo erano impensabili, le idee che in pochi minuti prendono forma e le enormi potenzialità che la stampa 3D può sviluppare in tantissimi settori, dalla progettazione alla produzione vera e propria oggi sta cambiando l’industria sanitaria in modo drammatico. Una vera e propria rivoluzione è in atto: la stampa… Read More »Stampa 3d: una rivoluzione nel campo della sanità

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Preparatevi a vedere cose che un tempo erano impensabili, le idee che in pochi minuti prendono forma e le enormi potenzialità che la stampa 3D può sviluppare in tantissimi settori, dalla progettazione alla produzione vera e propria oggi sta cambiando l’industria sanitaria in modo drammatico.

Una vera e propria rivoluzione è in atto: la stampa 3D in medicina è ormai una realtà che permettere una migliore gestione a 360 gradi della malattia e del suo impatto sul paziente. La stampa 3D è una tecnica che rappresenta il progresso nel settore tecnologico dell’ultimo millennio.

Chuck Hull (adesso EVP e CTO di 3D Systems) ebbe per primo l’idea di sovrapporre sottilissimi strati di laminato, lavorandoli con l’aiuto dei raggi ultravioletti, per ottenere poi un oggetto finito. Questa tecnica è stata la base di partenza per quella che poi sarebbe diventata la stampa 3D. Dal 1983, quando il pioniere della stampa 3D fece le sue prime prove, questa tecnologia ha conosciuto importanti sviluppi, trovando applicazione nelle più svariate aree.

In campo biomedico l’utilizzo è già piuttosto avanzato, non solo per cre­are modelli, ma anche per realizzare parti finite da impiantare direttamente sul paziente. L’università di Nottin­gham ha creato una mano dall’aspetto robotico per di­mostrare come sia possibile stampare in 3D anche strutture complesse con giunture mobili e sensori.

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La stampa 3D in campo medico

In campo medico la stampa 3D si è rivelata una scoperta rivoluzionaria, in grado di riprodurre persino mandibole, strutture facciali e organi con materiali organici.

  • Nel 2013, alla Princeton University stamparono il primo orecchio bionico.
  • Nel 2014 arrivò la notizia dall’University Medical Center di Utrecht (Olanda) del primo trapianto di cranio stampato in 3D. La struttura fu realizzata in materiale sintetico e il trapianto effettuato su di una donna di 22 anni che soffriva di emicranie ed aveva seri disturbi alla vista. L’intervento è stato eseguito dal neurochirurgo Bon Veweij ed ha aiutato la paziente a recuperare interamente la vista.
  • Nel 2015, Eduardo D. Rodriguez, chirurgo plastico del NYU Langone Medical Center, realizzò il primo trapianto faccialeL’intervento è stato possibile con l’aiuto di 3D Systems che ha stampato delle placche di materiale biocompatibile e sterilizzabile, progettate tramite software.
  • In America è stato finanziato un progetto che potrebbe porre fine alla sperimentazione sugli animali. L’azienda Fasotec sta cercando di sviluppare un tessuto clinico per la sperimentazione dei farmaci che serve anche ad allenare i chirurghi per affrontare gli interventi più complessi.
  • Lo scorso anno, nel North Carolina è stata realizzata una macchina 3D che stampa organi, tessuti ed ossa in materiale biodegradabile.

Le stampanti 3D sono ampiamente utilizzabili nel settore medicale grazie alla loro elevata precisione.  La stampa 3D ha stravolto il business di alcune aziende, in quanto  questa nuova tecnologia sta diventando sempre più accessibile, meno costosa e permette di lavorare con tantissimi materiali. Ma soprattutto stando a diversi esperti del settore, come John Hornick, è il sistema più ecologico.

La tecnologia medica, una rivoluzione industriale

Ci sono una serie di validi motivi per credere che le stampanti 3D porteranno a una rivoluzione industriale ecologica. John Hornick ne elenca alcuni nella sua pubblicazione “3D Printing Will Rock the World”. Hornick parte considerando il risparmio di materiale. Le stampanti 3D usano solo la quantità necessaria a realizzare un pezzo finale e non hanno elementi di scarto, a differenza della maggior parte dei macchinari ora utilizzati nella grande industria. Inoltre, utilizzando un solo macchinario si risparmia tempo, denaro e soprattutto si inquina di meno.

Hornick spiega che le stampanti 3D sono progettate per risparmiare materiale da utilizzare. Questo abbassa i costi e  riduce anche gli sprechi energetici necessari nella fabbricazione dei prodotti. Inoltre, le stampanti 3D diminuiranno anche le emissioni di CO2. Non ci sarà più bisogno di trasportare il prodotto finito, si potrà produrlo in loco direttamente con la stampante. Questo diminuirà i costi per i magazzini, la manutenzione e soprattutto per il carburante del trasporto merci. La stampa 3D rappresenta una vera e propria rivoluzione industriale.

La manifattura additiva guadagna spazio nell’industria biomedicale. Protesi modellate su misura, progettazione computerizzata a distanza, stampa 3D. L’industria 4.0 cambia i connotati dei dispositivi medici che entrano in sala operatoria e nell’assistenza quotidiana dei pazienti. È una rivoluzione che scompagina le carte della produzione, dell’impianto e della gestione delle protesi. E che, studi alla mano, garantiscono un risparmio di tempo e denaro per una sanità pubblica sempre più costosa.

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Pelle stampata in 3D per le vittime di ustioni

Può sembrare qualcosa di “Frankenstein” di Mary Shelley, ma le implicazioni e il risparmio sui costi rendono questa svolta tecnologica particolarmente importante nella stampa 3D. Per secoli, le vittime di ustioni hanno avuto opzioni incredibilmente limitate per guarire la loro pelle sfigurata. Gli innesti di pelle sono dolorosi e producono un’estetica terribile; le soluzioni di idroterapia offrono risultati limitati. Ma i ricercatori spagnoli hanno ora adottato i meccanismi della stampa 3D, lo stesso attento approccio strato su strato in cui possiamo realizzare praticamente qualsiasi cosa, e hanno rivelato un  prototipo 3D bioprinter che può produrre pelle umana. 

I ricercatori, lavorando con un inchiostro biologico che contiene sia plasma umano sia estratti di materiale estratti da biopsie cutanee, sono stati in grado di stampare un quadrato di 10x10cm di pelle umana nell’arco di circa mezz’ora. Le possibilità di questa tecnologia e le implicazioni che cambiano la vita per le vittime di ustioni sono infinite.

Il mondo medico, in cui trattamenti, organi e dispositivi sono parte integrante, sta per essere rivoluzionato dalle immense promesse della stampa 3D. Con precisione, velocità e una riduzione significativa dei costi, il modo in cui trattiamo e gestiamo la salute dei nostri corpi non sarà più lo stesso.

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Industria 4.0: Leonardo (ex Finmeccanica) verso la quarta rivoluzione industriale https://www.business.it/industria-4-0-leonardo-verso-la-quarta-rivoluzione-industriale/ Sat, 24 Mar 2018 11:45:17 +0000 https://www.business.it/?p=21358 Il settore dell’Industria 4.0 in Italia non è costituito solo da startup e PMI innovative, bensì anche da grandi aziende che, negli anni, hanno saputo reinventarsi e seguire un piano industriale orientato all’innovazione. È questo il caso di Leonardo, ex Finmeccanica, attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Finmeccanica: dagli albori alla nascita… Read More »Industria 4.0: Leonardo (ex Finmeccanica) verso la quarta rivoluzione industriale

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Il settore dell’Industria 4.0 in Italia non è costituito solo da startup e PMI innovative, bensì anche da grandi aziende che, negli anni, hanno saputo reinventarsi e seguire un piano industriale orientato all’innovazione. È questo il caso di Leonardo, ex Finmeccanica, attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza.

Finmeccanica: dagli albori alla nascita di Leonardo

Quella di Finmeccanica è una storia lunga 70 anni. L’azienda nasce infatti il 18 marzo 1948 con il nome Società Finanziaria Meccanica – Finmeccanica S.p.A., finanziaria a capo del settore meccanico per l’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale. Prima della svolta avvenuta all’inizio degli anni ‘80, Finmeccanica si presentava come una holding le cui principali aziende erano Aeritalia, Alfa Romeo e Ansaldo.
La prima svolta, come anticipato, avviene però nel 1982 con Fabiano Fabiani, direttore prima e successivamente amministratore delegato: l’idea è quella di lavorare per il progetto della “grande Finmeccanica” ovvero quello di centralizzare sotto una finanziaria pubblica le migliori aziende italiane attive in settori altamente tecnologici, dalla robotica alle tecnologie spaziali. Il fine ultimo di questa strategia è di rendere il comparto industriale italiano, pubblico e privato, altamente competitivo. La storia racconta però spesso di grandi progetti che, all’atto pratico, si sono rivelati totalmente o parzialmente inefficaci: è quello che è successo a Finmeccanica che, a causa di lentezze varie e questioni politiche, ha visto questo processo di centralizzazione diventare sempre più lento.
Dopo la nascita di Finmeccanica S.p.A., avvenuta nel 1987, il primo grande risultato venne raggiunto nel 1989 quando l’azienda acquisisce tre aziende chiave quali Selenia, Elsag e SG-S-Thomson attive rispettivamente nei settori dell’aerospazio, della robotica e automazione industriale e dell’elettronica.
Tra gli anni Novanta e il primo decennio del 2000 si assiste ad alcuni dei momenti più bui di Finmeccanica, caratterizzati dall’apertura di inchieste a carico di alcuni vertici ma anche della riorganizzazione del proprio asset industriale. Una nuova svolta, questa volta più efficace, avviene con il Piano Industriale 2015-2019, portato avanti sino al 2017 da Mauro Moretti. Sotto la guida di quest’ultimo si assiste ad una totale riorganizzazione dell’azienda che, oltre alla cessione di asset non strategici, viene articolata in divisioni operative quali Aerospazio, Difesa e Sicurezza. L’anno del cambiamento è però il 2016 quando viene avviato un processo di fusione per far confluire tutte le aziende controllate nella società principale. Non solo: l’azienda viene divisa in sette divisioni specializzate quali Elicotteri; Velivoli; Aerostrutture; Sistemi Avionici e Spaziali; Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale; Sistemi di Difesa; Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni. Nello stesso anno, anche se con validità a partire dal 1° gennaio 2017, viene decisa un’operazione di rebranding dell’azienda che prenderà quindi il nome di Leonardo. È proprio durante l’annuncio di queste operazioni che l’ex amministratore delegato, Mauro Moretti, ha affermato “Abbiamo avuto poca fantasia? Credo di sì ma in giro per il mondo piace, abbiamo dovuto scegliere un nome dopo una trasformazione rapida e robusta, dovevamo scegliere un nome che doveva essere ricordato subito da tutti, Leonardo non era un personaggio antico, ma è modernissimo”. Nel maggio 2017 viene nominato Alessandro Profumo come nuovo Amministratore Delegato.

Leonardo e l’Industria 4.0: tecnologie all’avanguardia per la quarta rivoluzione industriale

La svolta di Leonardo, dopo il lancio del nuovo piano industriale nel 2015, è insita anche nella scelta di dare moltissima importanza all’Industria 4.0, un fenomeno che cambierà radicalmente i processi produttivi del settore manifatturiero ma non solo. Come spiegano dall’azienda, infatti, “Attraverso la digitalizzazione, l’automazione e quindi l’interconnessione delle risorse (gli impianti, i dati e anche le persone) sia all’interno della produzione principale sia lungo la filiera dei fornitori, sarà possibile creare un nuovo “filo digitale” in tutta la catena industriale, che permetterà di organizzare e gestire in modo automatico il business tramite la raccolta e l’analisi di grandi quantità di informazioni, i cosiddetti Big Data”.
Una delle peculiarità di Leonardo è quella di ricoprire due ruoli distinti e complementari nel settore dell’Industria 4.0, da una parte quello di industria manifatturiera che adotta sistemi abilitanti alla quarta rivoluzione industriale e, dall’altra, quello di impresa fornitrice di tali servizi. Tra le offerte più importanti in questo senso quella di una suite di soluzioni e servizi di Predictive Analytics. Si tratta di un sistema in grado di correlare ed elaborare i dati provenienti dagli impianti di produzione per trasformarli in informazioni utili a orientare le decisioni tattiche e strategiche delle aziende manifatturiere.


Una delle soluzioni più recenti, infine, tra quelle presentate da Leonardo in chiave Industria 4.0 è quella che mira ad ottenere la fabbrica del futuro. Grazie ad una partnership con Microsoft, infatti, negli ultimi mesi del 2017 è stata presentata la “Secure connected factory”, una soluzione completa che – attraverso le tecnologie più avanzate, tra le quali la mixed reality e il security design – garantisce un controllo completo ed immediato dell’intera filiera di produzione.
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Skorpion Engineering: gli imprenditori milanesi dell’Industria 4.0 https://www.business.it/skorpion-engineering-gli-imprenditori-milanesi-dellindustria-4-0/ Sat, 17 Mar 2018 09:49:31 +0000 https://www.business.it/?p=20926 Non solo startup: l’Industria 4.0 sta coinvolgendo sempre di più anche realtà industriali già attive da tempo sul territorio italiano. Tra queste anche Skorpion Engineering, azienda milanese nata negli anni 2000 e ora leader, anche grazie all’utilizzo di tecnologie altamente innovative, nel settore della prototipazione rapida per numerosi settori, dall’automotive a quello medicale. L’azienda nasce… Read More »Skorpion Engineering: gli imprenditori milanesi dell’Industria 4.0

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Non solo startup: l’Industria 4.0 sta coinvolgendo sempre di più anche realtà industriali già attive da tempo sul territorio italiano. Tra queste anche Skorpion Engineering, azienda milanese nata negli anni 2000 e ora leader, anche grazie all’utilizzo di tecnologie altamente innovative, nel settore della prototipazione rapida per numerosi settori, dall’automotive a quello medicale.
L’azienda nasce come pioniera dell’utilizzo delle tecnologie additive. Attraverso una struttura modulare e flessibile ed un team di professionisti altamente qualificati, Skorpion offre un servizio di Project Management per tutte le fasi di sviluppo di nuovi prodotti combinando innovative tecnologie di additive manufacturing con le tradizionali tecniche di prototipazione. Negli anni, l’azienda milanese è diventata un partner affidabile per trasformare qualsiasi progetto di design in prodotto, grazie ad una consolidata esperienza nella progettazione e realizzazione di prototipi e pre-serie d’eccellenza.

Skorpion: la svolta verso Industria 4.0

La svolta in chiave Industria 4.0 per Skorpion Engineering è arrivata nel 2015 quando l’azienda, oramai affermata e attiva nel territorio milanese, ha iniziato un nuova fase della propria crescita, costituendo un nuovo attrezzatissimo centro produttivo a Trofarello (TO), nella prestigiosa zona industriale di Vadò: Factory 61. All’interno della nuova sede, grazie all’ampiezza della struttura, sono state inserite numerose macchine di Rapid Prototyping e Rapid Manufacturing, per la produzione, la finitura e l’assemblaggio di pezzi di dimensioni importanti e la realizzazione progetti più complessi.
Attiva inizialmente nel solo settore Automotive, Skorpion Engineering è ora leader della prototipazione rapida in moltissimi settori, da quello del Visual Merchandising a quello medicale. Come spiegano dall’azienda, infatti, “Un team di project manager specializzati in Ingegneria Biomedica si occupa esclusivamente di realizzare prototipi di macchinari, attrezzature medicali, repliche di organi e strutture scheletriche umane”.
Lo sviluppo verso questo settore, in particolare, è reso possibile dall’utilizzo delle più innovative tecnologie di stampa 3D che, grazie alle sue infinite potenzialità, ha avuto negli ultimi anni grandissimi riscontri in questo settore, non soltanto per la realizzazione di macchinari e attrezzature medicali, ma anche e soprattutto per l’implantologia ortopedica e odontoiatrica, per la ricostruzione tridimensionale di strutture scheletriche e per la riproduzione di strutture anatomiche. Skorpion Engineering è quindi oggi in grado di ricostruire il modello 3D virtuale delle strutture anatomiche di interesse, tramite software di elaborazioni di immagini mediche: una volta definito il modello virtuale, si passa alla realizzazione del pezzo fisico grazie alle tecnologie di prototipazione rapida. Il prototipo derivante dalla stampa 3D riproduce fedelmente e nei minimi particolari l’anatomia del paziente e consente al medico di ottenere velocemente le migliori informazioni sul caso clinico in esame, pianificandone al meglio l’intervento.

Come spiega Alessandro Cattaneo all’Ansa, CEO dell’azienda, il diffondersi dell’Industria 4.0 – anche probabilmente grazie agli incentivi messi in campo dal governo con il Piano Impresa 4.0 – ha fatto sì che negli ultimi anni crescesse l’attenzione delle PMI italiane verso le tecnologie più all’avanguardia, capaci di creare una crescita in termini sia economici sia di prestigio. Il CEO di Skorpion Engineering, però, spiega all’Ansa “Noi però ci distinguiamo per l’esperienza e il know how più che decennale”, forti anche di un costante “impegno in ricerca e sviluppo per ogni progetto”.
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L'Italia dell'innovazione, la ricerca di Talent Garden svela cosa condividono gli italiani https://www.business.it/italia-innovazione-ricerca-talent-garden/ Thu, 15 Mar 2018 07:45:27 +0000 https://www.business.it/?p=20692 Di cosa parlano gli italiani sui social a proposito di innovazione? I mezzi di comunicazione sono monitorati in quanto contenitori di condivisione di idee, pensieri e opinioni. Per conoscere cosa preferisce il nostro paese in ambito digital basta indagare sugli hashtag più utilizzati e provare a capire quale direzione sta prendendo la comunità più attiva… Read More »L'Italia dell'innovazione, la ricerca di Talent Garden svela cosa condividono gli italiani

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Di cosa parlano gli italiani sui social a proposito di innovazione? I mezzi di comunicazione sono monitorati in quanto contenitori di condivisione di idee, pensieri e opinioni.

Per conoscere cosa preferisce il nostro paese in ambito digital basta indagare sugli hashtag più utilizzati e provare a capire quale direzione sta prendendo la comunità più attiva nel campo dell’innovazione. Ebbene: intelligenza artificiale, Industria 4.0 e blockchain sono i temi più condivisi, con i relativi hashtag di riferimento (#ai, #datascience e #iot).

Talent Garden

É Talent Garden a riferire i dati, secondo la ricerca denominata “l’Italia dell’innovazione”, proponendoci quali temi andranno per la maggiore quest’anno. Talent Garden è la piattaforma più grande d’Europa e si pone infatti come obiettivo quello di favorire la crescita di aziende di tutte le dimensioni, attraverso la condivisione di spazi, e la realizzazione di attività di formazione e programmi di networking. La ricerca incentrata nel comprendere quali sono i nuovi trend in fatto di innovazione è stata condotta per il quarto anno consecutivo. Talent Garden ha analizzato infatti un milione e mezzo di tweet prodotti nell’ultimo anno da 300 mila utenti unici attorno a centinaia di hashtag.

L’intelligenza artificiale è stato uno dei temi più discussi, che quindi domina l’interesse degli utenti. Al secondo e terzo posto troviamo rispettivamente #datascience e #iot.

intelligenza-artificiale-aiA seguire, tutti gli hashtag che riguardano l’innovazione tecnologica come: bigdata, blockchain, startup, fintech, bitcoin e tech.

Quindi non dobbiamo stupirci se temi come i big data o la fintech dominano gli interessi social del settore.

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Possiamo infatti notare che attraverso siti specializzati, riviste di settore e forum, argomenti come le criptovalute e l’intelligenza artificiale attirano l’interesse anche dei meno nerd e finiscono per trascinare veri e propri filoni.

I contenuti delle discussioni social hanno invece trattenuto temi più specifici come il machine learning, il cognitive computing e il vantaggio competitiv, tutti legati al macro argomento dell’intelligenza artificiale. E poi data economy, business, competenze dove la figura del data scientist acquisisce sempre più valore. E infine la cryptocurrency,con gli smart contracts, tracciabilità  e l’industria 4.0 dell’internet of things.

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blockchain-cos'è-come-funziona

Curiosità

Il 35% delle conversazioni Twitter in tema di innovazione è stato scritto da donne.

Non a caso sono proprio loro che dimostrano una maggiore propensione verso le startup e Internet of Things, mentre i maschi preferiscono temi strettamente legati all’intelligenza artificiale, seguito da iot, big data e fintech.

La città dove l’innovazione è più condivisa? Milano, senza sorprese. La seguono a ruota Roma e Napoli, che quest’anno supera Torino.

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Industria 4.0 in Italia: gli innovatori della quarta rivoluzione industriale https://www.business.it/industria-4-0-italia-gli-innovatori-della-quarta-rivoluzione-industriale/ Sat, 10 Mar 2018 14:00:00 +0000 https://www.business.it/?p=20402 Sebbene serva ancora un cambio di paradigma socio-culturale, l’Industria 4.0 in Italia – con il relativo piano messo in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico, il Piano Impresa 4.0 – sembra essere la chiave di volta per far ripartire il Paese. Nel 2016, ad esempio, il mercato che ruotava intorno alle imprese dell’Industria 4.0 valeva… Read More »Industria 4.0 in Italia: gli innovatori della quarta rivoluzione industriale

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Sebbene serva ancora un cambio di paradigma socio-culturale, l’Industria 4.0 in Italia – con il relativo piano messo in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico, il Piano Impresa 4.0 – sembra essere la chiave di volta per far ripartire il Paese. Nel 2016, ad esempio, il mercato che ruotava intorno alle imprese dell’Industria 4.0 valeva ben 1,7 miliardi di euro, dato che nel corso del 2017 ha visto una crescita di oltre il 25% grazie alle opportunità messe in campo dal governo. Ma qual è la risposta delle aziende alla quarta rivoluzione industriale in atto? Stando ad una recente indagine Accenture, il 60% delle imprese manifatturiere italiane ha come obiettivo quello di incrementare i propri ricavi grazie all’investimento in soluzioni intelligenti ed innovative: nonostante questo, però, i risultati ottenuti – se si tenesse questo ritmo – saranno minori di quelli desiderati se tutti i protagonisti della filiera produttiva non adotteranno sistemi dell’Industria 4.0.
E’ proprio in questo contesto che le startup italiane dell’Industria 4.0 possono rappresentare una svolta, sia per tutto il panorama imprenditoriale sia per le singole aziende (PMI o grandi industrie). Ma cosa propongono gli innovatori italiani dell’Industria 4.0?

GlassUp: gli occhiali pensati per le aziende innovative

Abbiamo già parlato di GlassUp, startup di successo che tra le sue proposte ha anche gli occhiali F4. Definiti “Smart safety glasses” dai fondatori dell’azienda, gli occhiali F4 sono occhiali da lavoro dotati di videocamera, termocamera, voice control e di un sistema ottico che consente a chi lo indossa di visualizzare, su un campo visivo di 21°, informazioni di ogni tipo, dal montaggio pezzi all’uso macchina. I casi d’uso previsti spaziano dal training on the job alla logistica, dalla danger detection al supporto video in campo assicurativo, per arrivare al biomedicale.

Talkway by Alea: lo smartphone si trasforma in uno strumento per l’Industria

La PMI Innovativa Alea Srl, software house con sede a Pordenone, ha sviluppato l’applicazione Talkway pensata per rendere un oggetto familiare come lo smartphone un vero e proprio alleato nello svolgere le attività lavorative. Si tratta infatti di un’applicazione professionale che sostituisce le radiotrasmittenti tradizionali con lo smartphone, studiata e realizzata per le necessità operative degli utilizzatori professionali ed arricchita con tutta la tecnologia disponibile grazie ad internet.
industria40-italiaTalkway permette lo scambio istantaneo di contenuti, garantisce la geolocalizzazione e offre una piattaforma web per l’attività di supervisione e di monitoraggio da parte della centrale operativa. In un unico oggetto oramai comune a tutti, quindi, viene data la possibilità di parlare a gruppi di persone, di condividere foto e immagini, di pianificare le attività sul territorio usando la geolocalizzazione e di migliorare la sicurezza e la prevenzione nei luoghi di lavoro con la funzione “Uomo a Terra”, obbligatoria in determinati ambiti lavorativi.

Chimar: la logistica smart grazie a Spylog

Chimar, azienda di logistica, in collaborazione con la startup modenese Spylog ha introdotto in azienda un innovativo prodotto che, applicato agli imballi, ne permette il monitoraggio durante il trasporto. Spylog è in grado di dialogare con gli smartphone presenti nelle vicinanze tramite il segnale bluetooth e, grazie ai sensori di cui è equipaggiato, permette altresì di misurare la temperatura, l’umidità e eventuali urti che il materiale potrebbe subire durante una spedizione.

“Il software in realtà può essere utilizzato come un vero e proprio applicativo per la gestione completa della spedizione, è infatti possibile caricare immagini e documenti riguardanti la specifica spedizione e tutte le informazioni restano a disposizione del cliente finale” – ha spiegato Marco Arletti, Amministratore Delegato di Chimar.
Leggi anche: Il lavoro che cambia: l’iniziativa del Ministero del Lavoro in 4 punti

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GlassUp: con F4 gli imprenditori modenesi guardano all’Industria 4.0 https://www.business.it/glassup-con-f4-gli-imprenditori-modenesi-guardano-allindustria-4-0/ Mon, 05 Mar 2018 07:00:06 +0000 https://www.business.it/?p=19878 Quando degli innovatori credono che la tecnologia debba essere utilizzata per migliorare la vita quotidiana nascono realtà come Glass Up, startup italiana con sede a Modena che, sin dalla sua fondazione, ha lavorato con due obiettivi: liberare ogni utente di smartphone dal costante screen check e migliorare l’esperienza di lavoro sugli shopfloor industriali. Da queste… Read More »GlassUp: con F4 gli imprenditori modenesi guardano all’Industria 4.0

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Quando degli innovatori credono che la tecnologia debba essere utilizzata per migliorare la vita quotidiana nascono realtà come Glass Up, startup italiana con sede a Modena che, sin dalla sua fondazione, ha lavorato con due obiettivi: liberare ogni utente di smartphone dal costante screen check e migliorare l’esperienza di lavoro sugli shopfloor industriali. Da queste ambiziose idee, gli innovatori modenesi di GlassUp hanno creato due prodotti: GlassUp UNO, smartglasses per uso quotidiano, e GlassUp F4, visori a realtà aumentata per i lavoratori di domani.
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GlassUp UNO

GlassUp: dalla “battaglia” contro Google agli smartglass F4

La startup GlassUp nasce nel 2012 ma si trova presto a dover fare i conti con Google per l’utilizzo del marchio. “Google ci aveva chiesto di chiudere il sito e cambiare il marchio, ma dopo anni di battaglia l’Ufficio italiano Brevetti e Marchi ci ha dato ragione. Credo che ora presenteremo la stessa tesi anche in chiave europea” – ha spiegato al Sole 24 Ore Francesco Giartosio, Founder e CEO di GlassUp. Ma la vincita della “battaglia” contro BigG non è l’unico traguardo ottenuto da GlassUp: nel 2016, infatti, la startup modenese raccoglie ben 250.000 euro da 46 investitori e parallelamente a UNO, lo smartglass B2C che l’ha portata alla notorietà, si prepara a sviluppare GlassUp F4, un prodotto innovativo ed orientato all’Industria 4.0. Ma cosa sono e per quali scopi vengono utilizzati gli occhiali F4?
F4, sul mercato da febbraio 2017, sono pensati per migliorare gli standard di qualità e redditività sia dell’ambito aziendale che medicale. Tra le sue applicazioni, gli smartglass possono essere utilizzati per l’assistenza in remoto, il riconoscimento di immagini per il controllo qualità, il rilevamento dei pericoli, la logistica o la manutenzione dei macchinari. In particolare, F4 è un occhiale da lavoro dotato di videocamera, termocamera, voice control e di un sistema ottico che consente a chi lo indossa di visualizzare, su un campo visivo di 21°, informazioni di ogni tipo, dal montaggio pezzi all’uso macchina.

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GlassUp F4

Gli imprenditori modenesi guardano al futuro

GlassUp si è trasformata oggi da startup a PMI innovativa ed ha effettuato un deciso pivoting sul target B2B. Questa scelta ha portato così all’attivazione di 27 progetti pilota con aziende leader quali FCA, Cobo Group, CNH industrial ed Huntsman nonché alla realizzazione di partnership strategiche con TIM, Cisco, Italtel e Comau. Dopo aver investito in Ricerca e Sviluppo oltre 1 milione di euro e dopo aver vinto un milione di euro a fondo perduto tramite bando Horizon 2020 messo a disposizione dall’Unione Europea, GlassUp ha ottenuto anche l’assegnazione di due brevetti internazionali per la realtà aumentata (di cui uno specifico per il settore biomedicale).
La scaleup, attualmente in attesa della certificazione CE per il riconoscimento di F4 come dispositivo elettronico (in arrivo entro fine marzo), ha dato il via ad un nuovo round di crowdfunding volto al continuo miglioramento e sviluppo del prodotto e ad accelerare lo scaleup della società.“Questo round di crowdfunding in collaborazione con Two Hundred Crowd è strategico per velocizzare il nostro processo di crescita e di acquisizione di una posizione da leader di mercato. Inoltre, potrebbe anche essere l’ultimo di questo tipo, quindi una interessante opportunità per investitori privati e professionali” – ha commentato Francesco Giartosio.
Leggi anche: Fintech Italia, Oval Money: il successo degli startupper che aiutano a risparmiare e ad investire

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"Il lavoro che cambia": l'iniziativa del Ministero del Lavoro in 4 parole chiave https://www.business.it/il-lavoro-che-cambia-ministero-del-lavoro/ Fri, 02 Mar 2018 13:30:16 +0000 https://www.business.it/?p=19796 In occasione del centenario dell’ILO, l’Organizzazione internazionale del lavoro, che si celebrerà nel 2019, il Ministero del Lavoro ha avviato da tempo un grande programma di comunicazione, intitolato “il lavoro che cambia” per raccontare appunto i nuovi scenari dell’occupazione e del welfare. Lavoro e società, organizzazione del lavoro e della produzione, lavoro dignitoso per tutti,… Read More »"Il lavoro che cambia": l'iniziativa del Ministero del Lavoro in 4 parole chiave

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In occasione del centenario dell’ILO, l’Organizzazione internazionale del lavoro, che si celebrerà nel 2019, il Ministero del Lavoro ha avviato da tempo un grande programma di comunicazione, intitolato “il lavoro che cambia” per raccontare appunto i nuovi scenari dell’occupazione e del welfare. Lavoro e società, organizzazione del lavoro e della produzione, lavoro dignitoso per tutti, governance del lavoro: questi i grandi temi, le quattro parole chiave sui cui il Ministero del Lavoro italiano ha avviato la riflessione, organizzando decine di eventi a partire dallo scorso anno e producendo svariati documenti, tutti pubblicati su un sito web appositamente creato e intitolato appunto “Il lavoro che cambia”.

come cambia mercato del lavoro studio ministero del lavoroIl progetto

Il progetto “Il lavoro che cambia” ha lo scopo di tracciare un quadro dei mutamenti in corso nell’universo lavoro “con una particolare attenzione –  scrive il Ministero – all’impatto che le trasformazioni tecnologiche stanno avendo e potranno avere sul lavoro”. Lo scopo è molto preciso e affatto teorico: cogliere le opportunità offerte da Industria 4.0 e, al contempo, garantire la sostenibilità sociale di forti trasformazioni, in un contesto internazionale politico e sociale in profondo mutamento per tutti gli aspetti del rapporto tra lavoratori e imprenditori. Il progetto è stato creato anche per stabilire un calendario di attività concrete: l’obiettivo dei tecnici del Ministero del lavoro è rispondere da subito alle esigenze dei cambiamenti in atto, aiutare a crescere il sistema imprenditoriale italiano e migliorare le condizioni lavorative, economiche, sociali e culturali delle persone e della comunità che abitiamo.

Come cambia il lavoro nell’Industria 4.0

Il documento di presentazione del progetto a cura del Ministero del Lavoro contiene un’ampia disamina di come sta mutando lo scenario del lavoro in Italia. Uno scenario in cui l’avanzata della tecnologia può anche significare meno occupazione in alcuni settori. L’Industria 4.0, secondo i tecnici del Ministero, inciderà significativamente su tutti i comparti produttivi della manifattura e dei servizi. Nel campo della manifattura, asset fondamentale per l’attività produttiva del nostro paese, l’Advanced Manufacturing e l’Internet of Things porteranno verso l’ottimizzazione dei processi e la produzione justin-time, con la disponibilità di stampanti 3D e di robot capaci di svolgere mansioni operativamente complesse e di apprendere dalle proprie stesse operazioni, raffinando le capacità realizzative. Questo nel tempo ridurrà il fabbisogno di persone nei processi produttivi.

industria40-digitaleIl settore dei servizi e l’economia delle “piattaforme”

Nel settore dei servizi, invece, i Big Data e gli avanzamenti nella robotica hanno già permesso oggi la sostituzione di mansioni umane ad alto tasso di complessità. Robot equipaggiati di algoritmi capaci di sostituire figure esecutive e di “macchina” quali operatori telefonici, assistenza post-vendita e redattori di articoli. “La grande disponibilità di dati e la relativa semplicità nel loro utilizzo aprono importantissime opportunità. Tuttavia ancora oggi in Italia molte aziende non hanno accesso all’utilizzo dei Big Data”, è spiegato nel documento del Ministero, ribadendo, se fosse ancora necessario farlo, del grande investimento in skills tecnologiche necessario al nostro paese. Diversamente costretto a trovare i lavoratori con le necessarie abilità fuori dai confini nazionali.
Il cambiamento tecnologico, quindi, non è neutrale negli effetti che può avere sui rapporti sociali, culturali ed economici. “Solo riconoscendo il suo ruolo attivo nel cambiamento dei rapporti sociali sarà possibile sfruttare le potenzialità tecniche delle innovazioni, minimizzando il rischio di disoccupazione, di riduzione dei salari”, scrive il Ministero, e di frammentazione del lavoro stesso diciamo noi. Se pensiamo alla nuova economia delle piattaforme, che ha messo in diretta relazione prestatori di servizi e clienti e determinato di conseguenza la deterritorializzazione di molte relazioni economiche, è evidente come vadano ripensate anche le politiche del lavoro in una condizione in cui la “residenza fisica” del lavoratore è sempre meno importante rispetto invece alla sua disponibilità nel tempo.

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Industria 4.0: Zetapunto, i giovani startupper impegnati nell'automazione delle PMI https://www.business.it/industria-40-zetapunto-i-giovani-startupper-automazione-industriale/ Thu, 01 Mar 2018 13:30:47 +0000 https://www.business.it/?p=19650 Il futuro delle imprese ma anche della nostra quotidianità passa dall’Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale che vede nell’automazione dei processi produttivi uno dei suoi fini principali. Tra le aziende che propongono soluzioni innovative in questo ambito anche Zetapunto, giovanissima startup milanese attualmente impegnata nella produzione di robot per le PMI del packaging di lusso.… Read More »Industria 4.0: Zetapunto, i giovani startupper impegnati nell'automazione delle PMI

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Il futuro delle imprese ma anche della nostra quotidianità passa dall’Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale che vede nell’automazione dei processi produttivi uno dei suoi fini principali. Tra le aziende che propongono soluzioni innovative in questo ambito anche Zetapunto, giovanissima startup milanese attualmente impegnata nella produzione di robot per le PMI del packaging di lusso.

Zetapunto: gli startupper dell’Industria 4.0 premiati a Milano

“In un contesto mondiale (ma anche nazionale) di rivoluzione 4.0 che chiede alle imprese di rinnovarsi attraverso progetti legati all’industria 4.0, come Ordine degli Ingegneri di Milano abbiamo voluto stimolare grazie al progetto IDEA le menti di ingegneri e startupper per trovare iniziative che si inquadrassero all’interno delle aziende per l’innovazione” – ha commentato Bruno Finzi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, in occasione della prima edizione di IDEA. Come anticipato, la challenge è stata vinta da Zetapunto: la startup è nata nel 2016 dalla volontà e intraprendenza di due ingegneri meccanici, i 26enni Michele Suglia e Filippo Zechini nonché dalla 23enne laureanda in economia Silvia Di Miceli.
La startup Zetapunto propone soluzioni innovative di automazione industriale nella piccola e media impresa italiana che opera nel mondo del packaging di lusso e tradizionale.
Michele e Filippo si sono conosciuti durante la loro esperienza universitaria al Politecnico di Milano: in quegli anni hanno sviluppato l’idea del loro primo progetto Hawk. Presentato sul mercato europeo e su quello italiano nel 2016, Hawk è una stazione robotizzata modulare facilmente personalizzabile che movimenta carichi leggeri ad alta velocità, inserendosi grazie all’auto-apprendimento nel processo produttivo preesistente: in questo modo la macchina può essere facilmente programmata da utenti non esperti.

“Al momento abbiamo già installato tre robot in due linee e in aprile arriverà il quarto, ci auguriamo di continuare così e di affermarci nel mondo dell’automazione e dell’industria 4.0” – ha dichiarato Zechini in occasione della premiazione.

Un premio per i giovani dell’Industria 4.0

Come anticipato, l’iniziativa IDEA – Innovation Dream Engineering Award è stata lanciata nel 2017 dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, dalla Commissione Startup e Settori Innovativi e InnoVits, è stata promossa da Bureau Veritas Italia, SPS IPC Drives Italia, Azimut, Fondazione Italiana Accenture e Innovation Post con il patrocinio di Assolombarda. La challenge è nata con l’obiettivo di valorizzare 5 progetti imprenditoriali in grado di offrire soluzioni nuove ed efficaci per le aziende 4.0. Oltre a Zetapunto, l’edizione 2018 del premio ha visto arrivare in finale altre 4 startup dell’Industria 4.0:

  • ELSE Corp, start up italiana del Polihub nata nel 2014. Ha come attività principale la progettazione dell’omonima piattaforma in cloud Exclusive Luxury Shopping Experience che consente la customizzazione e personalizzazione di massa di prodotti di moda mediante un’innovativa esperienza di shopping virtuale in 3D.
  • Fluid-o-Tech ha invece progettato e realizzato METI, un tool di problem solving unificato in cui convergono problemi, segnalazioni e attività generate da tutte le funzioni aziendali. Il tool permette di “normalizzare” la gestione del to-do globale, di digitalizzare gli stand-up meetings nei reparti produttivi (lavorazioni meccaniche e assemblaggio).
  • Glass to Power sviluppa finestre fotovoltaiche trasparenti che si integrano facilmente nell’architettura delle costruzioni a vetrate in cui sono installate senza alcun impatto estetico. Il progetto, che si basa sulla tecnologia dei concentratori solari luminescenti, consente all’edificio di essere autonomo energeticamente.
  • Sfera Labs è una start up innovativa milanese fondata nel 2014, progetta dispositivi hardware innovativi e software open source per combinare il meglio dell’universo makers con l’automazione professionale.

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Industria 4.0: Siemens Centro Tecnologico Piacenza https://www.business.it/industria-4-0-siemens-centro-tecnologico-piacenza/ Tue, 27 Feb 2018 10:28:13 +0000 https://www.business.it/?p=19477 Il Settore Industry di Siemens Italia presenta risultati record e rafforza il suo ruolo di partner delle imprese italiane per guidarle verso il futuro del manufacturing. “Nel mondo, come in Italia, l’industria manifatturiera sta cambiando più velocemente che mai e Siemens ha le competenze e la vision necessarie per dare risposte efficaci e innovative alle nuove… Read More »Industria 4.0: Siemens Centro Tecnologico Piacenza

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Il Settore Industry di Siemens Italia presenta risultati record e rafforza il suo ruolo di partner delle imprese italiane per guidarle verso il futuro del manufacturing. “Nel mondo, come in Italia, l’industria manifatturiera sta cambiando più velocemente che mai e Siemens ha le competenze e la vision necessarie per dare risposte efficaci e innovative alle nuove esigenze del settore”. Così Giuliano Busetto, Industry Sector Lead di Siemens Italia, descrive il posizionamento del suo Settore nel mondo attuale dell’industria manifatturiera, che si trova ad affrontare oggi nuove sfide e sostanziali trasformazioni.

Siemens leader mondiale nell’automazione è in prima fila verso la frontiera dell’ Industria 4.0, il processo evolutivo che vedrà le imprese gestire reti globali con macchinari, sistemi di magazzinaggio e strutture produttive, grazie al coordinamento di elementi computazionali e oggetti fisici. L’azienda vanta un posizionamento completo lungo tutta la catena del valore – dal product design al production planning, production enginering, execution fino a simulazione e servizi.

Il Centro Tecnologico e Applicativo Macchine Utensili di Piacenza, rappresenta uno dei messaggi significativi del contributo che Siemens Italia vuole dare allo sviluppo del Manifatturiero in Italia, mettendo a disposizione di costruttori di macchine, di utilizzatori finali – siano essi grandi realtà industriali o piccole officine – di scuole e Università e di partner, una serie di servizi e competenze atti a creare una “Community Tecnologica” che sappia valorizzare il know how delle aziende operanti nel comparto. Le applicazioni sono infinite e interessano sia le grandi aziende che intendono sperimentare modifiche alle linee di montaggio, sia le piccole e medie imprese che immaginano di automatizzare progressivamente un determinato ciclo di produzione ma preferiscono capirne prima l’impatto sulla forza lavoro.

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Il Centro Tecnologico

La scuola di Industria 4.0 si trova a Piacenza e si estende su una superficie di più di 700 metri quadri. Non potevano che realizzarlo i tedeschi di Siemens, leader mondiale nell’automazione. Una conglomerata che investe 5,2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo ogni anno e ha trainato la quarta rivoluzione industriale della Germania, legata a doppio filo al modello duale dell’alternanza scuola-lavoro. Racconta Filippo Giannini, direttore di questo prototipo di fabbrica digitale in cui ogni processo è anticipato su computer (dalla tornitura alla fresatura), che il cuore del ragionamento sta tutto in quello che lui definisce «manifattura predittiva». 

E’ un centro dimostrativo dove approfondire i vantaggi correlati all’utilizzo della piattaforma di controlli numerici Sinumerik sulle macchine utensili, dove presentare le soluzioni dedicate per le diverse tecnologie di lavorazione e per l’integrazione delle macchine utensili in un contesto di cella o di fabbrica automatizzata, con focus sui sistemi operativi di interfaccia uomo macchina (Sinumerik Operate), su produttività, efficienza delle macchine e degli impianti, gestione delle macchine e manutenibilità.

L’interconnessione digitale della produzione, l’interazione uomo-macchina che passa per l’informatica, consente alle aziende-clienti di determinare in anticipo se conviene (e come) realizzare un prodotto. Con quale linea di montaggio. Come distribuire le celle di lavoro nei reparti. Con quali costi. L’analisi dei dati di ogni possibile variazione sulla catena permette, ad esempio, a tutti i grandi colossi dell’auto di capire come intervenire per risparmiare ulteriormente sui processi e per amplificare l’uso dei robot ottimizzando l’efficienza e la produttività.

Leggi anche: PMI nel futuro: l’Italia apre ai servizi con il nuovo piano di investimenti Industria 4.0

Cosa propone il Centro Tecnologico

La struttura è particolarmente attrezzata e fruibile dove è  possibile mostrare efficacemente agli utenti quali sono i vantaggi della sinergia tra software industriale e automazione lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dove testare soluzioni innovative per rendere competitivi i clienti in termini di produttività, flessibilità, time to market e ottimizzazione delle risorse e dove mostrare la potenzialità del connubio  tra mondo digitale e mondo reale .

Inoltre il centro propone formazione di alto livello, attraverso corsi basati su macchine utensili programmate con CNC Siemens Sinumerik. Le postazioni di apprendimento sono tutte equipaggiate con computer, e i partecipanti sono supportati dal software di apprendimento Sinutrain e da simulatori CNC per tutti i sistemi Sinumerik .Nel centro è possibile lavorare con la tecnologia Siemens di ultima generazione. 

Ecco perché questo centro tecnologico si sta tramutando in superconsulente di Industria 4.0, con il patrocinio di Ucimu (l’associazione di produttori di macchine utensili), la collaborazione dei Politecnici di Milano, Torino e Bari che qui spediscono i loro ingegneri gestionali, meccanici, di processo, per formarsi sulle ultime novità possibili con i “gemelli digitali”.

Siemens CNC-Trainingpartners

Siemens Italia ha siglato accordi di collaborazione con alcuni prestigiosi Istituti tecnici italiani che hanno ottenuto la qualifica di “Siemens CNC-Trainingpartners”, e che sono abilitati a svolgere, con il supporto tecnico di Siemens, corsi di formazione per operatori/programmatori di macchine utensili. L’offerta formativa, oltre agli studenti, si rivolge infatti anche alle aziende del territorio, che possono fare riferimento alla struttura scolastica per la formazione e l’aggiornamento professionale dei propri dipendenti. Tutte le novità provenienti dal mondo Siemens vengono trasferiti ai Siemens CNC-Trainingpartners dando la possibilità agli studenti di confrontarsi con tecnologie sempre all’avanguardia e immediatamente “spendibili” nel mondo del lavoro.

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Industria 4.0: cos'è la Quarta Rivoluzione Industriale https://www.business.it/industria-4-0-cose-quarta-rivoluzione-industriale/ Mon, 26 Feb 2018 09:40:39 +0000 https://www.business.it/?p=19338 Il digitale sta rivoluzionando il volto dell’economia al punto che diventa sempre più difficile tracciare linee di confine tra mondo fisico e tecnologico. Stiamo attraversando la cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale, definita anche Industria 4.0 che si basa sull’integrazione delle nuove tecnologie nei diversi processi produttivi. Stampanti 3D, IoT, big data, smart manufacturing, open data, cloud computing e robotica sono soltanto… Read More »Industria 4.0: cos'è la Quarta Rivoluzione Industriale

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Il digitale sta rivoluzionando il volto dell’economia al punto che diventa sempre più difficile tracciare linee di confine tra mondo fisico e tecnologico. Stiamo attraversando la cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale, definita anche Industria 4.0 che si basa sull’integrazione delle nuove tecnologie nei diversi processi produttivi. Stampanti 3D, IoT, big data, smart manufacturing, open data, cloud computing e robotica sono soltanto alcune delle innovazioni che stanno contribuendo a ridisegnare il modo di fare impresa, creando opportunità per sviluppare business model completamente nuovi.

Si sente spesso parlare di Industria 4.0, di Internet of things o di quarta rivoluzione industriale: cerchiamo di capire meglio cosa s’intende nel concreto e quali possono essere gli effetti sul piano economico e dell’occupazione.

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Cosa vuol dire Industria 4.0

Con la definizione di Industria 4.0 si fa riferimento ad un nuovo modello di gestione aziendale che si basa sulla connessione tra sistemi fisici e digitali ovverosia l’integrazione tra i macchinari necessari alla produzione e la loro connessione al web.

Il termine fu utilizzato per la prima volta durante una fiera sulle tecnologie industriali in Germania e non a caso il paese è quello più all’avanguardia in questo settore grazie alla sua capacità di sapere coinvolgere gruppi industriali, startup tecnologiche e poli di ricerca universitaria, agevolati da una serie di misure specifiche.

l’Industria 4.0 è espressione del cambiamento profondo che il mondo della produzione sta vivendo grazie all’ integrazione delle smart technologies nei processi industriali manifatturieri.

Come si è arrivati all’industria 4.0

Finora le rivoluzioni industriali del mondo occidentale sono state tre: nel 1784 con la nascita della macchina a vapore e di conseguenza con lo sfruttamento della potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione; nel 1870 con il via alla produzione di massa attraverso l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l’avvento del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica; nel 1970 con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l’era digitale destinata ad incrementare i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’IT (Information Technology). La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora stabilita, probabilmente perché è tuttora in corso e solo a posteriori sarà possibile indicarne l’atto fondante. 

In che modo l’industria 4.0 cambierà il mondo del lavoro

Secondo la ricerca “The Future of the Jobs” presentata al World Economic Forum, fattori tecnologici e demografici come il cloud, l’IoT e la flessibilità del lavoro, stanno già influenzando le dinamiche economiche e lavorative e ciò aumenterà nei prossimi 2-3 anni. Il principale effetto sarà la creazione di nuovi posti di lavoro che andranno a ricoprire ruoli prima sconosciuti (si parla di circa 2 milioni di nuovi posti), a cui corrisponderà, nel contempo, la perdita di circa 7 milioni, generando un saldo netto negativo di oltre 5 milioni di posti di lavoro.

La situazione in Italia

L’Italia ne esce con un pareggio (200mila posti creati e altrettanti persi), meglio di altri Paesi come Francia e Germania. A livello di gruppi professionali le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione: rispettivamente 4,8 e 1,6 milioni di posti distrutti. Secondo la ricerca compenseranno parzialmente queste perdite l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria. Cambiano di conseguenza le competenze e abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma diventeranno più importanti il pensiero critico e la creatività. 

In realtà, nonostante l’impegno dimostrato dal governo, l’Italia appare ancora molto in ritardo sull’Industria 4.0. Alla crescente consapevolezza di imprenditori e manager dell’importanza di evolvere nell’ottica di un’Industria 4.0 non corrisponde un’adeguata riorganizzazione delle aziende, dei processi, della formazione. La sfida è ormai in corso, sta alle PMI italiane sapere cogliere i benefici dell’Industria 4.0, attuando iniziative per la formazione dei lavoratori e per lo sviluppo dell’innovazione digitale nei processi dell’industria manifatturiera, in modo da ridurre il gap nei confronti di altre PMI come quelle tedesche.

Una ricerca dell’università di Padova su 600 PMI del Nord rivela che l’adozione di tecnologie tipiche dell’Industria 4.0 è partita da molti anni, non ha portato a licenziamenti e ha fatto aumentare la redditività. Il primo obiettivo? Migliorare il rapporto con i clienti e diversificare i prodotti. Solo un’azienda su cinque, nel Nord Italia, nei settori della meccanica, moda e arredo, ha tecnologie dell’Industria 4.0. È un dato basso ma è più importante sapere che queste aziende hanno risultati tangibili in termini di redditività, hanno le idee chiare sui vantaggi strategici da ottenere e, soprattutto, non hanno bruciato alcun posto di lavoro a seguito dell’adozione dei macchinari avanzati.

Questo sguardo lungo permette di dare segnali molto rassicuranti relativi al lavoro: tra le imprese che hanno adottato le nuove tecnologie, solo il 2% dichiara che l’investimento sulle nuove tecnologie ha avuto come impatto una diminuzione degli occupati. Ben il 40% dichiara che l’impatto è stato un aumento degli occupati, mentre poco meno di sei su dieci ritiene che il risultato sia stato una stabilità del lavoro.

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industria40-digitaleCome si spiega questo dato?

Per avere una risposta bisogna scandagliare le motivazioni che portano all’adozione dei macchinari innovativi. L’ottenimento più efficienza è solo al secondo posto tra le motivazioni. Al primo c’è la volontà di migliorare il servizio al cliente. È un dato che si lega agli impatti ottenuti a seguito dell’introduzione della tecnologia: i primi tre risultati vedono appaiati l’aumento della produttività, l’efficienza e l’incremento della qualità del servizio al cliente. Non solo: viene anche aumentato il valore legato al prodotto in termini di personalizzazione (grazie alla co-progettazione), di servizi collegati e tracciabilità e di controllo sul prodotto.

I segnali positivi dunque ci sono, ma non possono nascondere i molti limiti che emergono dalle risposte di chi dichiara di non adottare le nuove tecnologie. La prima delle motivazioni è la convinzione che queste tecnologie non siano di interesse per il business aziendale (66%). La seconda è che le imprese si chiamano fuori dagli investimenti perché si vedono come imprese troppo piccole (27%). Oltre il 90% delle imprese non adottanti rientra nella classe delle micro e piccole imprese. Spetterà alle edizioni successive della ricerca vedere se il piano di incentivazione pubblica ha contribuito a un cambio di passo che oggi si vede solo in parte.

Il Piano nazionale Industria 4.0

Il Piano nazionale Industria 4.0 – che nel 2018 diventa Impresa 4.0 – intende promuovere lo sviluppo tecnologico, l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese italiane. La modernizzazione dei processi produttivi è, infatti, uno strumento essenziale attraverso cui le piccole e medie imprese possono guadagnare competitività sui mercati internazionali. Il presupposto di I4.0 è il Piano per la banda ultra larga, grazie cui l’Italia ha avviato il necessario ciclo di investimenti per garantire su tutto il territorio nazionale adeguata connettività.
Le misure introdotte nella Legge di Bilancio 2017, e rafforzate in quella per il 2018, fanno leva prevalentemente su incentivi automatici a vantaggio delle imprese che investono. Sono previsti inoltre molti strumenti per favorire la conoscenza delle opportunità esistenti e aiutare le imprese a individuare quali tecnologie e quali vantaggi fiscali possono utilizzare. Un impegno rilevante, quello del governo, poco meno di 10 miliardi di euro, a partire dal 2018, per il piano Impresa 4.0 tra decreto fiscale e legge di bilancio, senza contare le risorse per il credito d’imposta in Ricerca e Sviluppo previste nella scorsa legge di bilancio.
Nel dettaglio:
-7,8 miliardi per il rinnovo iper e super ammortamento
-250 milioni per il credito di imposta per la formazione su tecnologie 4.0
-95 milioni per incrementare il numero di studenti degli ITS
-300 milioni per il Fondo per il capitale immateriale
-330 milioni per il rifinanziamento della nuova Sabatini
-830 milioni per il Fondo di Garanzia per le pmi
-230 milioni per il Piano straordinario Made in Italy per aiutare le aziende a penetrare e essere competitive sui mercati esteri.
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Green fashion: gli innovatori italiani dell'industria tessile https://www.business.it/green-fashion-gli-innovatori-italiani-dellindustria-tessile/ Sat, 24 Feb 2018 13:32:57 +0000 https://www.business.it/?p=19282 Green fashion, filati innovativi e moda ecosostenibile: anche il mondo del tessile sta cambiando sulla scia di un’Industria 4.0 sempre più innovativa e attenta all’ambiente. Conosciuta in tutto il mondo per la qualità del suo artigianato, anche l’Italia si sta muovendo nella direzione dell’eco-friendly. Da Orange Fiber sino a Vegea, sono numerose le imprese italiane… Read More »Green fashion: gli innovatori italiani dell'industria tessile

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Green fashion, filati innovativi e moda ecosostenibile: anche il mondo del tessile sta cambiando sulla scia di un’Industria 4.0 sempre più innovativa e attenta all’ambiente. Conosciuta in tutto il mondo per la qualità del suo artigianato, anche l’Italia si sta muovendo nella direzione dell’eco-friendly. Da Orange Fiber sino a Vegea, sono numerose le imprese italiane che propongono un nuovo modello di business capace di produrre filati altamente innovativi, di altissima qualità ma soprattutto ecocompatibili.

Le startupper italiane che creano un filato dagli agrumi

Tra i casi di successo più celebri nel panorama innovativo italiano c’è sicuramente Orange Fiber, startup nata nel febbraio 2014 dall’idea di Adriana Santanocito e Enrica Arena. La prima immagina, all’interno della sua tesi di laurea, un tessuto altamente innovativo e sostenibile creato dagli agrumi. La proposta viene accolta con entusiasmo da Enrica e, insieme al Politecnico di Milano, sviluppano il brevetto che viene poi depositato in Italia ed esteso a PCT internazionale. Da quel momento il progetto decolla a dismisura: finanziate da un business angel e da Trentino Sviluppo, le due startupper nel settembre 2014 riescono a presentare il prototipo del primo tessuto al mondo filato a partire dagli agrumi.
L’idea alla base è quella di trasformare il sottoprodotto dell’industria di trasformazione agrumicola in un elegante tessuto per la moda. Il richiamo della green fashion ma anche della qualità del Made in Italy viene colto da Salvatore Ferragamo che, insieme ad Orange Fiber, lancia sul mercato la Ferragamo Orange Fiber Collection.

Re-Bello: il “Made in Italy” bello, di qualità e sostenibile

L’idea alla base del brand Re-Bello, invece, è quella di una green fashion italiana che riesca comunque a distinguersi sia per qualità sia per bellezza ed eleganza dei prodotti proposti. “Volevamo fare – e vogliamo farla tuttora – una rivoluzione bella, senza necessariamente andare in piazza a protestare ma mettendo in campo azioni concrete, positive, per il pianeta e per la comunità” spiegava sull’Huffington Post Daniel Tocca, co-fondatore della startup.
L’idea dell’azienda è stata subito apprezzata, in quanto sin dagli albori ha rappresentato il tema della green fashion in ogni sua parte. Le lavorazioni dei materiali proposti sono tutte eco-friendly e i filati altamente innovativi: Re-Bello – che ha chiuso il 2016 con 1,3 milioni di euro di fatturato – propone ora tessuti da legno di faggio, nylon rigenerato, bambù, eucalipto ma anche dal riutilizzo del PET, da lana riciclata, da cotone organico e una pelle conciata con foglie d’ulivo.

Gli imprenditori che utilizzano le vinacce per produrre pelle e filati

Tra le eccellenze italiane che strizzano l’occhio alla green fashion anche Vegea, azienda nata nel 2016 a Milano da Gianpiero Tessitore, architetto e Francesco Merlino, chimico industriale. L’idea di business alla base è quella di trovare alternative ecosostenibili all’utilizzo di prodotti e materiali comunemente impiegati nel settore moda, intraprendono un percorso di ricerca ed investono nello sviluppo di una tecnologia innovativa per la produzione di tessuti tecnici biobased.
green-fashion-italiaE’ nato così Wineleather, un materiale simile alla pelle ma 100% vegetale. “Abbiamo creato e brevettato un innovativo processo produttivo che trasforma le fibre e gli olii vegetali presenti nella vinaccia, in un materiale ecologico con le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali di una pelle. Il risultato è una pelle di grandissima qualità con bassi costi di produzione, adattabile e facilmente lavorabile, tutti plus per chi lavora la pelle” ha spiegato Tessitore in occasione della presentazione dell’azienda durante Vinitaly. A dicembre 2017, l’azienda ha presentato al Parlamento Europeo un nuovo progetto per un “filato dal vino”, che verrà utilizzato per la produzione di tessuti innovativi.
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L'Italia punta sull'innovazione con il nuovo Centro Blue Sky, inaugurato a Marcianise https://www.business.it/litalia-punta-sullinnovazione-con-il-nuovo-centro-blue-sky-inaugurato-a-marcianise/ Wed, 20 Dec 2017 06:29:31 +0000 http://www.business.it/?p=15961 L’Italia ha bisogno di innovazione, efficienza e supporti concreti sulla formazione di competenze tecnologiche. Se è vero, secondo dati recenti, che i giovani laureati sono i meno competenti d’Europa in materie tecnologiche e digitali, l’inaugurazione del nuovo Centro d’Innovazione a Marcianise garantisce una vera e propria boccata d’ossigeno per il nostro paese. Il workshop che… Read More »L'Italia punta sull'innovazione con il nuovo Centro Blue Sky, inaugurato a Marcianise

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L’Italia ha bisogno di innovazione, efficienza e supporti concreti sulla formazione di competenze tecnologiche.

Se è vero, secondo dati recenti, che i giovani laureati sono i meno competenti d’Europa in materie tecnologiche e digitali, l’inaugurazione del nuovo Centro d’Innovazione a Marcianise garantisce una vera e propria boccata d’ossigeno per il nostro paese.

Jabil-MarcianiseIl workshop che ha dato il via alla cerimonia si chiama: “Le nuove tecnologie e il mondo del lavoro: verso una società 4.0“,ed è stato organizzato da Jabil proprio in occasione dell’inaugurazione del primo Centro di Innovazione Blue Sky Italia. Marcianise ha avuto quindi la possibilità di farsi conoscere come un luogo propulsivo, vero fulcro di rinnovamento e modernizzazione.

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Jabil-MarcianisePresente all’evento anche l‘Assessore alle Attività Produttive Amedeo Lepore, che ha affermato: “Questo è un terreno molto importante per far crescere il nostro tessuto produttivo e sconfiggere una mitologia secondo la quale le multinazionali avrebbero colonizzato i nostri territori.
Dobbiamo aprirci al mondo e dobbiamo fare in modo che queste imprese che vengono dall’estero possano trovare in Campania un ambiente favorevole per il loro sviluppo. In questo modo facciamo crescere la nostra economia, il nostro indotto, le nostre imprese e facciamo crescere l’occupazione, che è il nostro principale obiettivo. Bisogna guardare in avanti, alla possibilità di creare a Marcianise, in questo territorio, un’eccellenza assoluta.
Ci sono tutte le condizioni. Sosteniamo queste realtà con l’obiettivo di fare della Campania la regione dove si sviluppa di più, nella quale l’occupazione potrà avere un segno positivo per il futuro e diventare l’elemento trainante di questa quarta rivoluzione industriale”.

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L’inaugurazione del Centro Innovazione Blue Sky Italia è stata l’occasione di affrontare un dibattito sul mondo del lavoro: come si evolve, quali sono gli ostacoli presenti nel nostro posto ma soprattutto dove possiamo trovare risorse e supporti per investire nelle nuove tecnologie, soprattutto nel Sud Italia. Puntare sulla formazione digitale e sulla creazione di Centri d’Innovazione come quello di Marcianise rappresenta la risposta al bisogno di competenza e alla necessità di professionalizzazione.

Fonte: adnkronos

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Carburante green e bioraffinerie per il colosso Eni https://www.business.it/carburante-green-e-bioraffinerie-per-il-colosso-eni/ Fri, 15 Dec 2017 06:30:58 +0000 http://www.business.it/?p=15780 Nell’era della tecnologia e dell’innovazione, lo scopo è quello di trasformare fonti preziose come le materie prime in biocarburanti. Sono anni, infatti, che si cercano energie alternative da fonti rinnovabili. Un esempio è quello di utilizzare rifiuti, grassi animali, perfino l’olio fritto come benzina nel motore di un veicolo. Ci ha pensato Eni a creare… Read More »Carburante green e bioraffinerie per il colosso Eni

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Nell’era della tecnologia e dell’innovazione, lo scopo è quello di trasformare fonti preziose come le materie prime in biocarburanti. Sono anni, infatti, che si cercano energie alternative da fonti rinnovabili. Un esempio è quello di utilizzare rifiuti, grassi animali, perfino l’olio fritto come benzina nel motore di un veicolo.

Ci ha pensato Eni a creare un metodo alternativo che funziona. La Eni di Venezia infatti costituisce il primo esempio al mondo di riconversione biologica di una raffineria già esistente. La tecnologia utilizzata è la cosiddetta Ecofining, collaudata a San Donato Milanese.

Eni-Raffineria-VeneziaPer realizzare questo obiettivo, Eni ha collaborato con la nota azienda Honeywell-Uop, principale fornitore internazionale della tecnologia per la raffinazione del petrolio, la lavorazione del gas, la produzione petrolchimica e le principali industrie manifatturiere. Leader del settore, ha aiutato Eni nel processo innovativo che l’ha portata a produrre Green Diesel. Quest’ultimo, con l’aggiunta di gasolio, dà vita ad Eni Diesel +, un vero e proprio biocarburante.

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Perché questo biocarburante è cosi tanto innovativo? Eni Diesel + vanta una componente rinnovabile che si aggira intorno al 15%, quota che già supera l’obiettivo prefissato dall’Europa (10%) da raggiungere entro il 2020.

La Bioraffineria di Venezia utilizza la tecnologia Ecofining per trasformare l’olio di palma certificato in Green Diesel. Presto sarà anche in grado di utilizzare l’olio ricavato dalle microalghe, i rifiuti, i grassi animali e perfino l’olio fritto residuo dalle attività di ristorazione.

Raffineria-gelaQuesta attività ha coinvolto anche il Conoe, il Consorzio che organizza, controlla e di monitora la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti a fini ambientali. Il Conoe ha infatti lo scopo di tutelare la salute pubblica e di ridurre la dispersione del rifiuto per non trasformarlo in un costo ambientale ed economico, ma sfruttarlo visto che si tratta di una risorsa rinnovabile.

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La sottoscrizione del protocollo tra Eni e Conoe invita quindi tutte le aziende che sono coinvolte nella rigenerazione a fornire oli esausti per la bioraffineria di Venezia.

Coinvolta nel progetto anche la raffineria di Gela, che entrerà in funzione nel 2018 con le stesse caratteristiche di quella di Venezia. Entrambe le bioraffinerie garantiranno la lavorazione di circa un milione di tonnellate all’anno.

RaffineriaTutto questo come influirà sull’ambiente? Il risparmio sarà immediato: – 3.130 kg di CO2, -1,9 metricubi  di acqua per tonnellata di biodiesel prodotta proprio grazie alla lavorazione di oli esausti. Si stima che la riduzione di emissioni di CO2 supera il 5% proprio grazie ad una filiera produttiva realizzata in modo tale da essere sempre più ecostenibile.

Fonte: adnkronos

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Rivoluzione digitale: ecco come le nuove tecnologie cambiano il modo di fare industria https://www.business.it/rivoluzione-digitale-ecco-come-le-nuove-tecnologie-cambiano-il-modo-di-fare-industria/ Mon, 04 Dec 2017 06:30:21 +0000 http://www.business.it/?p=15513 La rivoluzione digitale ha creato l'Industria 4.0, dove tutto cambia nell'ottica dell'efficienza, del contenimento dei costi e dell'adattabilità al mercato. Per le aziende italiane è arrivato il momento di cambiare: vediamo come

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Industria 4.0: imprese e società dell’Ict fanno il punto

La rivoluzione digitale è stata al centro del convegno tenutosi lo scorso 13 ottobre a Torino e che ha visto la partecipazione, al tavolo dei relatori, dei rappresentanti delle principali società italiane dell’Ict quali Cisco, Ibm e Digital Magics. Il titolo del meeting – “Industia 4.0, il momento è adesso ” – basta già da sé per individuare il messaggio portato alle aziende italiane: è il momento di cavalcare l’ondata innovativa apportata dalla rivoluzione digitale e investire in interconnessione e nuove tecnologie.
Attualmente, in Italia, l’investimento nella c.d. trasformazione digitale è decisamente scarso: 200 milioni di euro all’anno sono poco in confronto agli 800 milioni della Francia e praticamente nulla se paragonati agli 8 miliardi di euro impiegati nelle aziende del Regno Unito. Le aziende del nostro Paese sono sicuramente vincolate dalla tipologia di finanziamenti statali messi in campo per favorire la nascita dell’Industra 4.0, ma c’è un escamotage e si chiama Open Innovation.
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Open Innovation: lo stato dell’arte delle aziende italiane

La rivoluzione digitale attraverso l’Open Innovation si realizza con le start-up, che sono ben finanziate e adeguatamente sostenute anche da contributi a fondo perduto, e possono essere usate inizialmente per innovare singole linee produttive esterne e poi, grazie alla collaborazione tra diverse realtà, l’azienda nella sua interezza. Ecco qualche esempio di industria 4.0 in Italia.
In una società fiorentina leader nel settore delle macchine per il caffè, ogni operaio gestisce ferie e permessi vari con l’iPad consegnatogli dall’azienda. Grazie all’interconnessione, i progettisti di una delle più grandi aziende italiane produttrici di auto da competizione possono lavorare a distanza, interagendo in tempo reale con i tecnici e gli operai della catena di montaggio.
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Il concetto di Industria 4.0

La rivoluzione digitale che sta interessando l’industria è l’effetto di quell’ondata innovativa partita negli anni Novanta e che ha investito i settori manifatturiero, industriale e terziario. La digitalizzazione riguarda la quasi totalità dell’informazione, gli algoritmi diventano più affinati e sensibili, i componenti digitali costano sempre meno: questi sono i motivi principali che stanno alla base della rivoluzione digitale, dove internet si applica alla logistica, alla progettazione, alla gestione dei big-data e alla robotica.
Tutto ciò trova una rappresentazione sintetica nell’espressione Industria 4.0. In quest’industria le macchine diventano flessibili, producono a costi ridotti anche in piccole serie, si possono adattare facilmente per recepire i feedback provenienti dal mercato, richiedono una manutenzione poco onerosa e rendono il processo produttivo più “intelligente”.
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Le tecnologie dirompenti che cambiano la produzione

La rivoluzione digitale avviene essenzialmente grazie a tre tipi di tecnologie che hanno già apportato innovazioni dirompenti: la stampa 3D, la robotica e le nanotecnologie. La stampa 3D (produzione additiva) consente di produrre dove si consuma e non più centralmente, mentre la robotica rende più intelligenti le cose e, assieme alle interconnessioni, fa viaggiare la conoscenza e le informazioni. Le nanotecnologie, infine, permettono di produrre aumentando senza limiti le funzioni del manufatto di base.
Le conseguenze di un’economia meccanizzata si riflettono, in primis, sul lavoro. I robot non ruberanno il posto a nessuno, anche perché ad oggi le macchine “intelligenti” non riescono a replicare la complessità del cervello umano, ma cambieranno drasticamente il modo di eseguire i lavori e ne creeranno di nuovi. Serviranno maggiori competenze e una netta riqualificazione all’insegna della creatività.

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Industria 4.0: significato, conseguenze ed effetti della quarta rivoluzione industriale della storia https://www.business.it/industria-4-0-significato-conseguenze-ed-effetti-della-quarta-rivoluzione-industriale-della-storia/ Mon, 06 Nov 2017 06:30:32 +0000 http://www.business.it/?p=14036 L'industria 4.0 sta portando rapidamente ad un cambiamento profondo nella concezione del lavoro, dell'investimento e dello svolgimento delle mansioni, delineando un mondo occupazionale completamente nuovo e ancora in parte da scoprire

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Cos’è l’industria 4.0

L’industria 4.0, italianizzazione dell’industry 4.0, è quella che sempre più esperti concordano nel definire una quarta rivoluzione industriale. In tanti hanno colto questo cambiamento come un’occasione per investire fondi ed emanare nuovi piani governativi, ignorando però quali sono i meccanismi che stanno rivoluzionando la realtà produttiva, verso una digitalizzazione della manifattura.
Una recente ricerca di Markets&Markets spiega che il valore di mercato del segmento interessato da tale rivoluzione è notevole, in quanto entro il 2022 potrebbe arrivare a sfiorare gli oltre 152 miliardi di dollari. In Italia il giro d’affari avrebbe prodotto 1,8 miliardi di euro solo nel 2016.
La più importante innovazione dell’industria 4.0 riguarda l’uso di macchinari e dispositivi connessi al Web, per analizzare le informazioni con strumenti multimediali e gestire i cicli produttivi in un modo più flessibile. Le tecnologie impiegate connettono sistemi fisici e digitali, monitorando ogni debolezza e punto di forza della produzione attraverso funzioni robotiche e dispositivi di analisi e gestione dati. Ad avviare e guidare la rivoluzione industriale sarebbe la Germania, ad oggi tra i Paesi più all’avanguardia.

industria 4.0 il futuro del mondo del lavoro

Gli investimenti in Italia

In Europa le principali potenze non hanno perso tempo, approvando una serie di progetti per estendere la rivoluzione industriale all’intero sistema imprenditoriale. Ad oggi si parla di Industrie 4.0 in Germania, Smart Industry nei Paesi Bassi, Industrie du Futur in Francia, High Value Manufacturing in Inghilterra. In Italia è stato il Mise a proporre un Piano nazionale industria 4.0, con l’obiettivo di stanziare circa 10 miliardi di euro in più in investimenti privati entro il 2020, passando così dagli 80 miliardi attuali ai 90 miliardi.
Accanto a ciò si parla di una crescita della spesa privata per la ricerca, lo sviluppo e la mobilitazione, con particolare attenzione alla promozione e alla crescita delle start up e degli investimenti early stage. Oltre a dover recuperare il ritardo rispetto agli altri Paesi dell’UE c’è da investire nel capitale umano e nella formazione di figure professionali capaci di offrire le qualifiche necessarie.
Marco Taisch, docente presso la School of management del Politecnico di Milano, spiega chiaramente che non ha molto senso investire ingenti risorse nella realizzazione di macchine complesse se poi non si dispone di lavoratori specializzati capaci di usarle.

L’impatto sul mondo del lavoro

L’industria 4.0 è sicuramente destinata a rivoluzionare l’attuale mondo del lavoro. In tanti hanno cercato di prevedere gli effetti della robotizzazione delle mansioni e i risultati emersi sono eterogenei. Tante occupazioni potrebbero scomparire, mentre altrettanti nuovi posti di lavoro e specializzazioni inedite potrebbero nascere nell’arco di poco tempo.
Un rapporto pubblicato recentemente dalla Commissione lavoro del Senato annuncia che il 10% dei lavoratori verrà sostituito da macchine e robot, mentre il 44% degli occupati sarà obbligato a cambiare le proprie competenze. Ad oggi non è dato sapere quali saranno i lavori e i settori occupazionali più stravolti dall’industria 4.0.
Appare probabile che le maggiori opportunità lavorative saranno offerte dalla richiesta di competenze nell’utilizzo di dispositivi connessi alla rete e nel raccoglimento dei dati. Sono già emerse occupazioni create o rinnovate dalle industrie tecnologiche: a livello internazionale si stanno affermando esperti di cybersicurezza, analisti del business digitale, sviluppatori e hardware engineer.
industria 4.0 il futuro del mondo del lavoro

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Le PMI e l'industria 4.0: i vantaggi spiegati da General Motors https://www.business.it/le-pmi-e-lindustria-4-0-i-vantaggi-spiegati-da-general-motors/ Wed, 25 Oct 2017 05:30:45 +0000 http://www.business.it/?p=13701 Quali sono i vantaggi dell’industria 4.0 rispetto alle piccole e medie imprese? La rivoluzione passa anche dall’aggiornamento per qualcosa che migliora e aiuta i meccanismi pratici a diventare digitali. Un esempio di tecnologia innovativa che può cambiare seriamente il settore è rappresentato dall’industria manifatturiera. Recentemente il magazine Fortune, dedicato al business globale, ha pubblicato un articolo… Read More »Le PMI e l'industria 4.0: i vantaggi spiegati da General Motors

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Quali sono i vantaggi dell’industria 4.0 rispetto alle piccole e medie imprese? La rivoluzione passa anche dall’aggiornamento per qualcosa che migliora e aiuta i meccanismi pratici a diventare digitali.
Un esempio di tecnologia innovativa che può cambiare seriamente il settore è rappresentato dall’industria manifatturiera.
Recentemente il magazine Fortune, dedicato al business globale, ha pubblicato un articolo firmato General Motors.
La multinazionale di automobili ha esplicitato a cosa serve essere innovativi dal punto di vista tecnologico e come la stessa tecnologia può salvare le sorti di un’azienda.
General Motors ha infatti spiegato come si trasformano i dati in arrivo dai suoi 800 robot e come essi stessi diventano asset per l’azienda.
Le informazioni da elaborare a cosa servono? In particolare per migliorare i prodotti, ottenendo una riduzione nei tempi di produzione e nei costi di spese di gestione. Ad esempio: quanto tempo si spreca in un’azienda per quanto riguarda la manutenzione e la riparazione di un macchinario rotto? Non è solo questione di tempistiche, ma anche di denaro perso.
Attraverso l’utilizzo di questi dati si può effettuare la cosiddetta “manutenzione predittiva”: collegando i dati al machine learning, General Motors afferma di riuscire a fare manutenzione predittiva riducendo in modo significativo le riparazione ai macchinari.

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Quali sono i benefici concreti per le PMI?

Certo le PMI saranno spaventate dall’industria 4.0 per quello che rappresenta: rottura con il passato e con la tradizione, cambiamenti, investimento in nuove tecnologie, nuove strategie di pianificazioni. Ma se un colosso come General Motors garantisce un miglioramento della produzione e una riduzione dei costi, anche le PMI sono libere di andare incontro alla quarta rivoluzione industriale.
Abbiamo già accennato ad una serie di benefici importanti come la riduzione dei costi e la prevenzione di danni. I dati, incrociati con l’intelligenza artificiale, vengono elaborati attivando il machine learning. Cosa comporta? In primo luogo, il continuo afflusso di informazioni, che consente di restare quotidianamente aggiornati sulla considerazione dei clienti e delle loro necessità. E agire prontamente nel momento in cui risultino problemi, richieste o danni. Il target di riferimento cresce notevolmente e si apre all’uso di sensori intelligenti.
I dipendenti, a loro volta, avranno benefici nei confronti della gestione stessa dei macchinari. Se c’è una cosa che diventa prioritaria è la facilità con la quale si potranno monitorare o gestire i macchinari di riferimento tramite dispositivi e smartphone.

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Analisi dei dati, vantaggi economici

Come si passa a diventare parte integrante dell’industria 4.0? Affidandosi a specialisti del settore, che magari hanno già avuto esperienza nelle stesso ambito e possono quindi più facilmente applicare le competenze acquisite. Saper filtrare i dati e le informazioni in ricezione è infatti appropriato per eliminare quelle inutili e focalizzarsi su ciò che è importante.
Per gestirli al meglio è opportuno cambiare i procedimenti produttivi trasformando tutto in asset. D’altra parte i Big Data servono a questo: gestire le info attraverso un team di professionisti ed essere costantemente aggiornati su novità, feedback, mantenimento. Il team deve avere la possibilità di poter affrontare bene il settore attuando i cambiamenti necessari e fornendo linee guida che possono migliorare l’intera filiera produttiva dell’azienda.
Attraverso un’indagine condotta proprio da General Motors, sappiamo con precisione che l’industria 4.0 è un vantaggio in termini economici perché permette un risparmio consistente: dai 500 dollari al minuto ai 30mila all’ora alle grandi imprese. Quindi, per le piccole imprese serve solo un po’ di coraggio e buttarsi nell’era dell’innovazione tecnologica.

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HEROES COINNOVATION FESTIVAL: l’innovazione nell’era della rivoluzione tecnologica https://www.business.it/heroes-coinnovation-festival-linnovazione-nellera-della-rivoluzione-tecnologica/ Wed, 06 Sep 2017 05:30:21 +0000 https://www.business.it/?p=12411 Heroes è il primo ed unico Euro-mediterranean Coinnovation Festival. Dedicato all’innovazione, alle start up e ai policy makers che ruotano intorno al bacino mediterraneo, la seconda edizione si terrà dal 21 al 23 settembre 2017 nella suggestiva cornice del paese di Maratea, situato lungo la costa lucana. Il sole e il mare del Sud faranno… Read More »HEROES COINNOVATION FESTIVAL: l’innovazione nell’era della rivoluzione tecnologica

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Heroes è il primo ed unico Euro-mediterranean Coinnovation Festival.

Dedicato all’innovazione, alle start up e ai policy makers che ruotano intorno al bacino mediterraneo, la seconda edizione si terrà dal 21 al 23 settembre 2017 nella suggestiva cornice del paese di Maratea, situato lungo la costa lucana. Il sole e il mare del Sud faranno da sfondo ad incontri, workshop, laboratori e conferenze a tema.

Heroes 2017 è il primo Coinnovation Euro-Mediterranean Festival

Tanti ospiti, un solo obiettivo

Chi parteciperà a Heroes 2017? Moltissimi ospiti stranieri: Chris Walts, Associate Director Ogilvy London, Davide Venturelli, Artificial Intelligence, Quantum Computing, Nanosciences and Robotics (NASA, USRA, Archon), Marco Grossi, Senior Manager Facebook, Marie Stafford, European Director The Innovation Group, Janusz Marecki, Senior Research Scientist Google DeepMind, Polina Raygorodskaya, CEO & Co-Founder Wanderu, Rui P. G. Pereira, Senior Creative Technologist Google, Savannah Peterson, Founder and Chief Unicorn Savvy Millennial.

E poi, ancora, tanti ospiti illustri di casa nostra come Alessandro Mazzù, Consulente di Web Marketing, Marco Attisani, Founder e Ceo Watly, Matteo Sarzana, General Manager Italy Deliveroo, Mirko Pallera, Founder Ninja Marketing e Ninja Academy, Oliviero Toscani, fotografo, Oscar Di Montigny, Chief Marketing, Communication, Innovation Officer Banca Mediolanum, Roberto Magnifico, Partner  LVenture Group.

Qual’è dunque lo scopo di questa che si preannuncia come la manifestazione più significativa nel settore della co-innovation? Prima di tutto è quello di facilitare il coinvolgimento delle community locali e delle PMI con realtà più grandi a livello nazionale e internazionale.

Se ciò avviene, sarà dunque più semplice ed immediato creare un rapporto di collaborazione, altamente qualitativo, riguardo l’innovation technology e molto altro.

I numeri della scorsa edizione fanno ben auspicare un risultato altrettanto ottimistico anche per l’edizione di quest’anno: si parla di almeno mille persone partecipanti, tra cui più di 500 startupper coinvolti e 150 ospiti attesi, provenienti da vari paesi del mondo. Sono undici, in tutto, i partner stranieri ufficiali: Israele, Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Germania, Cipro, Malta, Marocco, Algeria e Tunisia. Per incoraggiare ed esaltare questo clima internazionale è stata istituita un’apposita call: le migliori idee del bacino mediterraneo verranno selezionate, ma solo 5 di loro accederanno all’evento dove potranno potare a casa un premio messo in palio dalla collaborazione con Little Genius Foundation.

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Heroes 2017 è anche realtà virtuale e digitale

Di cosa tratterà HEROES 2017?

I temi da dibattere saranno specifici e comprenderanno i vari settori dell’innovazione: dall’Intelligenza Artificiale alla Cyber Security, dall’Industria 4.0 al Trasferimento Tecnologico, arrivando fino alla Digital Transformation: tutti argomenti che verranno discussi, confrontati e seguiti durante le tappe dei tre giorni di manifestazione. Inoltre saranno attive molte forme di collaborazione affinché le idee circolino liberamente, trovando modo di trasformarsi in progetti concreti. Ci saranno quindi gli Ispiring Stages, per stimolare collaborazioni internazionali, molta formazione grazie ai Workshop, ai laboratori e alle Elevating Rooms, e ancora i Coinnovation Lab, tavoli di progettazione condivisa. Durante l’evento saranno attivi anche sessioni di business meeting e momenti di networking affinché tutti i partecipanti possano cimentarsi nella creazione concreta di veri e propri progetti attraverso business meeting e momenti di networking.

Heroes Prize Competition 2017

Heroes 2017 non è solo un’occasione di incontro e confronto tra PMI, ricercatori e investitori. L’evento propone anche la partecipazione all’Heroes Prize Competition 2017. Si tratta di un concorso rivolto a persone, start up o team iscritti alla manifestazione, che propongano un’idea di business decisamente innovativa e sostenibile “in grado di rispondere efficacemente alle principali sfide economiche del nostro tempo”. Chi si aggiudicherà il primo posto, con la proposta ritenuta più convincente, vincerà anche un premio del valore complessivo di 20.000 euro.

Esiste già una selezione, con la pubblicazione della lista delle partecipanti alla fase finale. Sono state presentate circa 130 idee, delle quali solo 51, tra progetti e vincitori dei contest locali territoriali e universitari, sono passate alla fase di selezione conclusiva che si svolgerà durante i tre giorni di evento.  Molti dei partecipanti alla competition proviene dal settore del Digital Health, ma anche da quello dell’Internet of Things, Food and Beverage e Marketplace. Per quanto riguarda invece la provenienza geografica, sappiamo dai dati analizzati dalla direzione di Heroes che il 51% dei progetti proviene dal Sud Italia, seguito dal Nord con il 27,5% dei progetti e dal Centro con il 15,7% . Il restante 5,9% appartiene a progetti presentati da paesi esteri.

A Heroes 2017 tecnologia e innovazione senza limiti

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Heroes for Research

L’evento Heroes 2017 presenta anche la call dedicata ai ricercatori “Heroes for Research”. L’iniziativa è rivolta a promuovere l’incontro tra il mondo dell’Università e delle istituzioni con quello manageriale degli investitori. In poche parole: teoria e pratica non sono più separate, ma possono lavorare in sinergia grazie Heroes che favorisce la collaborazione tra la ricerca scientifica e i possibili partner e investitori commerciali. In palio, un premio di 1.500 euro al progetto più meritevole.

Heroes 2017 è tutto questo e molto altro.

Per nostri i lettori che desiderano partecipare all’evento è prevista una riduzione sul prezzo del biglietto. Di seguito il codice sconto:

HEROESBUSINESS

Il codice sconto consente l’acquisto del biglietto per l’accesso a Heroes in modalità Ticket Only al costo di 79 euro + iva (anziché 199 + iva).

Va inserito nel campo riservato alla seguente pagina:

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Industria 4.0: ecco le start up italiane incubatrici di innovazione tecnologica che parlano al futuro https://www.business.it/industria-4-0-le-start-italiane-incubatrici-innovazione-tecnologica-parlano-al-futuro/ Wed, 16 Aug 2017 06:00:52 +0000 https://www.business.it/?p=12053 Per l’Italia è tempo di industria 4.0. Proprio le start up italiane, infatti, sembrano rappresentare un vero e proprio volando verso il futuro del settore industriale e H-farm ha deciso di puntare su di esse per dare forma ad un ciclo cosiddetto di incubazione. Le start up protagoniste di questo esperimento sono quattro e il loro… Read More »Industria 4.0: ecco le start up italiane incubatrici di innovazione tecnologica che parlano al futuro

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Per l’Italia è tempo di industria 4.0. Proprio le start up italiane, infatti, sembrano rappresentare un vero e proprio volando verso il futuro del settore industriale e H-farm ha deciso di puntare su di esse per dare forma ad un ciclo cosiddetto di incubazione. Le start up protagoniste di questo esperimento sono quattro e il loro compito sarà quello di dare forma ad un percorso concreto di digitalizzazione della produzione. Ma vediamo di scendere più nel dettaglio e di scoprire quali saranno le aziende protagoniste di questa sperimentazione.

Industria 4.0: il ruolo delle start up italiane nel programma di sperimentazione

A seguito della collaborazione con Cisco, H-farm ha deciso di spingere l’acceleratore in fatto di industria 4.0 ed ha voluto fortemente che ben 4 start up italiane fossero protagoniste di questo percorso. L’obettivo è quello di riuscire a dare forma a realtà a carattere imprenditoriale con un potenziale tecnologico particolarmente elevato, in grado, quindi, di portare il mondo delle imprese verso un nuovo modo di produrre. Quello dell’industria 4.0 è un mercato in continua espansione che, stando alle stime, già nel prossimo periodo potrebbe raggiungere un giro d’affari di circa 900 miliardi di dollari. Alle start up italiane coinvolte, pertanto, spetta il difficile e, allo stesso tempo, ambizioso compito di individuare soluzioni in grado di rivoluzionare il modo di fare industria.
Leggi anche: Industria 4.0: che cos’è e come potete sfruttarla

industria4.0Le start up coinvolte nel programma promosso da H-farm

Tra le start up che entreranno a far parte di questo programma volto all’implementazione su larga scala del modello di industria 4.0 c’è ThinkIN, una giovane azienda del Trentino che ha il merito di aver creato una particolare tecnologia basata sul cosiddetto Internet of things che ha la capacità di tenere sotto costante controllo le attività di ogni genere di macchina all’interno di un’industria. In buona sostanza, si tratta di un particolare sistema attraverso il quale vengono effettuati un tracciamento ed una localizzazione al fine di individuare eventuali malfunzionamenti, mettendo l’azienda in condizione di intervenire in maniera tempestiva. Inoltre, grazie a questo particolare sistema viene garantita anche la sicurezza dei dipendenti. La Techmass, una start up veneta, invece ha dato forma ad un tablet in grado di controllare ogni genere di macchinario attraverso un sistema che indica in real time ogni genere di necessità o malfunzionamento. Un’altra start up degna di nota è anche Ecosteer alla quale va il merito di aver dato forma ad un’applicazione capace di organizzare ogni genere di dato e di metterlo a servizio dell’azienda.

Leggi anche: Un nuovo rinascimento industriale con il piano Industria 4.0. La proposta della Scuola Sant’Anna

L’Italia nel mondo: innovazione tecnologica di bandiera al servizio del progresso

Senza alcun dubbio, ancora una volta l’Italia ha dato prova di avere tutte le carte in regola per trainare il settore dell’industria verso nuove frontiere ancora tutte da scoprire. Quello dell’industria 4.0 è un settore in espansione che nel prossimo futuro si trasformerà in uno strumento a dir poco cruciale per tutti coloro che hanno intenzione di fare business ottimizzando le risorse e ottenendo sempre più guadagni attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. In questo percorso tanto ambizioso quanto lungimirante, le menti italiane stanno giocando un ruolo molto importante e ne è prova il coinvolgimento delle start up di bandiera nel percorso promosso da H-farm. A questo punto, non resta altro da fare che attendere i primi risultati della sperimentazione e vedere quali saranno le applicazioni pratiche di cui, già nel breve periodo, potranno beneficiare le industrie di tutto il mondo.
Leggi anche: Industria 4.0 – Il Nuovo Piano del Governo per lo Sviluppo Economico Industriale del Paese

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Industria italiana, la mancanza di competenze rischia di frenare lo sviluppo https://www.business.it/industria-italiana-la-mancanza-di-competenze-rischia-di-frenare-lo-sviluppo/ Sat, 27 May 2017 06:00:03 +0000 https://www.business.it/?p=9060 Poco propensa l’industria italiana a intraprendere il camino del cambiamento culturale necessario per il passaggio all’Industria 4.0. Questa la fotografia del mondo produttivo nostrano che emerge dalla  survery della Staufen Italia, società di consulenza nel Lean Management, e partner dell’Osservatorio Smart Manufacturing 2016/2017 del Politecnico di Milano. Dalla ricerca emerge infatti che il mondo del’industria… Read More »Industria italiana, la mancanza di competenze rischia di frenare lo sviluppo

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Poco propensa l’industria italiana a intraprendere il camino del cambiamento culturale necessario per il passaggio all’Industria 4.0. Questa la fotografia del mondo produttivo nostrano che emerge dalla  survery della Staufen Italia, società di consulenza nel Lean Management, e partner dell’Osservatorio Smart Manufacturing 2016/2017 del Politecnico di Milano.
Dalla ricerca emerge infatti che il mondo del’industria italiana tende a concepire l’innovazione come innovazione tecnologica di strutture e strumentazione, ma poco percepisce la necessità di un “aggiornamento  mentale” della classe dirigente e dei propri dipendenti.
L’indagine condotta da Staufen tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 ha analizzato 129 aziende, che hanno risposto a un questionario mirato a inquadrare la situazione della nostra industria rispetto al tema della digitalizzazione e della smart factory.

A che punto è l’industria italiana

Il 39% delle aziende esaminate sta lavorando concretamente sul tema della digitalizzazione, una percentuale che è raddoppiata  rispetto al 2015, ma d’altro canto il 23% delle aziende non si è mai occupato davvero di Industria 4.0. A mancare spesso nell’impresa di medie dimensioni è un approccio strategico sul tema della fabbrica intelligente. Questo secondo la rilevazione, perché la spinta all’innovazione, alla ricerca di nuovi possibili modelli di business, risulta molto debole. Ma anche  perché si fatica a comprendere che per la trasformazione digitale è necessario, prima di tutto, un cambiamento culturale in azienda, una rivoluzione del paradigma interno che, attualmente, sembra spaventare molto i manager. I nostri dirigenti, in sostanza, stando all’indagine, sono poco propensi a un cambiamento che nasca dall’interno.
“Sempre più aziende, in Italia come in Germania, interpretano l’Industria 4.0 come un semplice aggiornamento tecnologico dei propri capannoni industriali – commenta Giancarlo Oriani, amministratore delegato di Staufen Italia. Come sottolineano i risultati del 2017, la chiave della vera trasformazione digitale sta, in realtà, nella testa dei dipendenti, inclusa la dirigenza”.
industria italiana
A mancare è anche la competenza manageriale.  “La scarsa preparazione dei dirigenti e dei dipendenti – spiega Fabio Salomone, direttore generale di Staufen Italia – rappresenta per le aziende, un ostacolo reale all’introduzione del 4.0. Resiste una tendenza molto diffusa a giudicare all’esterno, senza mettersi in gioco dall’interno. Si è molto parlato negli ultimi due anni di Industria 4.0, anche solo perché era di moda: ma per mettere in pratica una vera trasformazione digitale non occorre soltanto migliorare le tecnologie o il prodotto: occorre piuttosto implementare una visione strategica, approfondire, prepararsi. E, soprattutto, comprendere che il Lean può essere il prerequisito per il raggiungimento della Smart Factory”.
Una mancanza di competenza che oggi rischia in modo concreto di frenare lo sviluppo dell’industria italiana. Non è un caso che il 90% degli intervistati veda nel management un problema centrale rispetto al raggiungimento della trasformazione e che la stessa percentuale identifichi l’applicazione della Lean Enterprise come una base solida per attuare il cambiamento.

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Un nuovo rinascimento industriale con il piano Industria 4.0. La proposta della Scuola Sant’Anna https://www.business.it/un-nuovo-rinascimento-industriale-con-il-piano-industria-4-0-la-proposta-della-scuola-santanna/ Wed, 29 Mar 2017 07:00:20 +0000 https://www.business.it/?p=7927 Scelta per il piano nazionale Industria 4.0, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, guarda al futuro e a una nuova concezione di fabbrica valorizzata dalle tecnologie digitali. Il centro di formazione e di ricerca di eccellenza, già nella “cabina di regia” governativa per la gestione del piano dedicato a Industria 4.0, non si adagia sulla posizione… Read More »Un nuovo rinascimento industriale con il piano Industria 4.0. La proposta della Scuola Sant’Anna

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Scelta per il piano nazionale Industria 4.0, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, guarda al futuro e a una nuova concezione di fabbrica valorizzata dalle tecnologie digitali.
Il centro di formazione e di ricerca di eccellenza, già nella “cabina di regia” governativa per la gestione del piano dedicato a Industria 4.0, non si adagia sulla posizione conquistata la guarda già verso Industria 5.0, proponendo temi e tecnologie legate a robotica collaborativa, realtà virtuale, sicurezza. E ipotizzando nuove normative a livello tecnologico e soprattutto robotico, e un generale ripensamento della fabbrica del futuro, dove manifattura e ricerca si uniscono.
Un nuovo “rinascimento industriale” che per la Scuola Sant’Anna è possibile grazie ai presupposti di Industria 4.0: connettività totale, dentro e fuori la fabbrica.
Le idee e  le strategie per il suo “Competence Center 4.0”, saranno presentate nell’ambito del piano nazionale Industria 4.0, venerdì 31 marzo dalle ore 14.30, presso la Fondazione Piaggio, a Pontedera.
Alla presentazione interverranno, otre al rettore Pierdomenico Perata, alcuni dei direttori dei sei Istituti della Scuola Superiore Sant’Anna, tra cui Paolo Dario (direttore dell’Istituto di BioRobotica) e Massimo Bergamasco (direttore dell’Istituto di Tecnologie della comunicazione, informazione e percezione), la parlamentare e docente di bioingegneria Maria Chiara Carrozza, rappresentanti di università e di grandi imprese “fornitrici” di tecnologia. Nell’occasione la Scuola Superiore Sant’Anna renderà noti gli obiettivi e le caratteristiche del piano per vincere la sfida rappresentata da uno dei più grandi e ambiziosi piani di politica industriale degli ultimi decenni.
Con l’evento di venerdì 31 marzo la Scuola Superiore Sant’Anna avvia anche il confronto con le aziende che si rivolgeranno al “Competence Center 4.0” per sviluppare soluzioni o per contribuire a risolvere criticità legate all’introduzione di tecnologie e strumenti innovativi, nella gestione e nella produzione.
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Dall’Industria 4.0 all’Industria 5.0

L’obiettivo della proposta di “Competence Center 4.0” è lavorare per le imprese con le imprese stesse – insieme ai gruppi dell’imprenditoria italiana – nella “value chain” (“catena del valore”) del programma governativo. Questa “catena del valore” è già in grado di fornire le tecnologie necessarie a competere con gli altri paesi che pensano a modelli di industria 5.0. La grande sfida è mantenere la leadership nell’eccellenza estendendola però alla vasta platea delle piccole e piccolissime imprese.
“Vogliamo cogliere l’opportunità e la sfida di quella che è la prima vera iniziativa di politica industriale in Italia da oltre 30 anni e vogliamo farlo – affermano Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, e Paolo Dario, coordinatore del gruppo di lavoro sul progetto del ‘Competence Center 4.0’ della Scuola Superiore Sant’Anna – guardando profondamente alle esigenze dell’Italia di oggi ma con uno slancio di visione al futuro, verso la nostra idea di Industria 5.0. La Scuola Superiore Sant’Anna possiede gli strumenti per contribuire a ‘effetti catapulta’ nella nostra economia basati sulle logiche della nuova industria, ha il dovere e la responsabilità di essere parte attiva in quello che potrà essere un processo di cambiamento epocale, in cui gli attori principali saranno le imprese. Vogliamo – aggiungono – che la nostra manifattura crei prodotti sempre più su misura frutto dell’eccellenza che deriva da tradizione ed esperienza, ma in modo nuovo e profondamente innovativo grazie all’utilizzo massiccio di tecnologie avanzatissime che insegneremo a utilizzare, a nuovi paradigmi del lavoro e della fabbrica, sempre più ‘diffusa’ e aperta, alla connessione sempre più intelligente tra le macchine e l’uomo, che resta sempre al centro di ogni nostra visione”.

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Industria 4.0: che cos’è e come potete sfruttarla https://www.business.it/industria-4-0-che-cose-e-come-potete-sfruttarla-guida/ Fri, 17 Mar 2017 09:00:56 +0000 https://www.business.it/?p=4388 Si parla di “Industria 4.0” con riferimento a una imminente quarta rivoluzione industriale, che si avvale delle più avanzate tecnologie informatiche per aumentare la produttività delle imprese in termini sia qualitativi che quantitativi. Per avvicinarsi al concetto di Industria 4.0 è necessario che le aziende introducano alcune tecnologie “abilitanti” come l’IoT, i big data, il… Read More »Industria 4.0: che cos’è e come potete sfruttarla

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Si parla di “Industria 4.0” con riferimento a una imminente quarta rivoluzione industriale, che si avvale delle più avanzate tecnologie informatiche per aumentare la produttività delle imprese in termini sia qualitativi che quantitativi.
Per avvicinarsi al concetto di Industria 4.0 è necessario che le aziende introducano alcune tecnologie “abilitanti” come l’IoT, i big data, il cloud computing, la robotica, l’intelligenza artificiale, le interazioni machine-to-machine, in grado di ottimizzare al massimo la produzione manifatturiera, abbassare i costi, aumentare la qualità dei prodotti realizzati e utilizzare macchine e prodotti come fonte di informazione sulle abitudini dei consumatori.
Tecnologie complesse e di non facile applicazione, per le quali il governo ha predisposto importanti investimenti che ne incentivano l’utilizzo da parte delle aziende, troppo spesso sprovviste di strumenti e risorse necessarie per approcciarle e applicarle concretamente.
Oggi la necessità di innovare delle piccole e medie imprese italiane può essere soddisfatta con i numerosi strumenti che il governo e l’Europa hanno reso disponibili, e che costituiscono il Piano Industria 4.0: un insieme di misure organiche e complementari che favoriscono gli investimenti per innovazione e competitività.
Vediamo quali sono le principali e come è possibile accedervi.
Industria 4.0

1 – Industria 4.0 e il Credito di imposta e l’iper e super ammortamento

Introdotto con la Legge di Stabilità 2017 (art. 1, commi 15-15), con il Credito d’imposta per spese di Ricerca & Sviluppo il legislatore ha voluto incentivare in maniera importante la spesa privata delle aziende in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di innovarne processi e prodotti.
Con oltre il 50% di credito d’imposta sulle spese incrementali in ricerca e sviluppo, per un tetto di spesa fino a 20 milioni di euro (quadruplicato dagli attuali 5 mln), la misura prevede un iper e super ammortamento (Legge di bilancio 2017, art. 1, commi 8-13.) per l’acquisto di macchinari e tecnologie abilitanti Industria 4.0.
Nello specifico:

  • Iperammortamento: supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing
  • Superammortamento: supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing, inclusi i beni immateriali (software).

Pensati per aumentare la competitività delle imprese, i benefici si rivolgono a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico di attività, incluse le imprese italiane residenti all’estero, ma con una oggettiva attività sul territorio italiano o che abbiano commissionato attività di ricerca e sviluppo a imprese italiane.
Per gli investimenti in iper ammortamento superiori a 500.000€ per singolo bene è necessaria una perizia tecnica giurata da parte di ingegneri professionisti che certifichi che il bene possiede le caratteristiche tecniche abilitanti di Industria 4.0 (caratteristiche esplicitate negli allegati A e B della Legge di Stabilità 2017).
Si accede in maniera automatica in fase di redazione di bilancio tramite autocertificazione delle spese sostenute, con la possibilità di cumulare i benefici con le altre misure descritte di seguito.
Per saperne di più leggete il nostro approfondimento.

2 – Industria 4.0 e i finanziamenti alle imprese: La Nuova Sabatini e il credito all’innovazione

In merito all’accesso al credito, le PMI continuano a riscontrare difficoltà nel rapporto con le banche, minimizzando di conseguenza gli investimenti in beni e tecnologie.
La Nuova Sabatini (Legge di bilancio 2017, art. 1, commi 52-57) sostiene le imprese che richiedono finanziamenti bancari per investimenti in tecnologie abilitanti Industria 4.0 con un contributo in conto interessi del 2,75% al 3,57% annuo, maggiorato del 30% nel caso di macchinari certificati per Industria 4.0, sui finanziamenti bancari di importo compreso tra 20.000€ e 2.000.000€.
L’obiettivo della misura è sostenere le imprese che richiedono finanziamenti bancari per investimenti in beni strumentali, macchinari, impianti e attrezzature di fabbrica a uso produttivo, o tecnologie digitali come hardware e software che favoriscano l’innovazione dell’impresa. I beni devono necessariamente essere nuovi. Il contributo copre parte degli interessi pagati dall’impresa sui finanziamenti  erogati da istituti bancari convenzionati con il Mise, che attingono a un apposito plafond della Cassa Depositi e Prestiti o alla provvista ordinaria, e prevede un accesso privilegiato al Fondo centrale di Garanzia nella misura massima dell’80%.
Il beneficio è cumulabile con le altre misure descritte in questo articolo e si rivolge a tutte le PMI italiane, indipendentemente dal settore economico in cui operano.

3 – Industria 4.0, i brevetti e la proprietà intellettuale: il Patent Box

Il Patent Box (Decreto 30 luglio 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico) è una riduzione delle aliquote IRES e IRAP sui redditi derivanti da beni immateriali che arriva fino al 50% del reddito. Per beni immateriali si intendono brevetti industriali, marchi registrati, disegni e modelli industriali, know how e software protetto da copyright, per i quali è prevista una tassazione agevolata sui redditi che derivano dal loro utilizzo.
L’agevolazione consiste nella riduzione delle aliquote IRES e IRAP su tutti i redditi d’impresa connessi all’uso diretto o indiretto di beni immateriali, sia nei confronti di controparti terze che di controparti correlate all’azienda che ne detiene la proprietà intellettuale.
Il beneficio è dato a condizione che il contribuente conduca attività di ricerca e sviluppo connesse allo sviluppo e al mantenimento dei beni immateriali. Possono accedere tutti i soggetti titolari di reddito di impresa di ogni tipologia: società di capitali o di persone, ditte individuali, enti commerciali, inclusi i soggetti residenti all’estero ma con organizzazione stabile in Italia.
L’obiettivo della misura è rendere il mercato italiano attrattivo per gli investimenti nazionali ed esteri in ricerca e sviluppo, e al contempo favorire il rientro in Italia di beni immateriali detenuti da imprese italiane all’estero ed evitarne la ripetizione.
Il beneficio è cumulabile con le altre misure descritte in questo articolo.
Industria 4.0

4 – Industria 4.0, start up e PMI innovative

Con la Legge di Stabilità 2017 (art. 1, commi 66-68), le agevolazioni per Start Up e PMI Innovative sono state estese e rafforzate con l’obiettivo di sostenere le imprese innovative in tutte le fasi del loro ciclo di vita, favorendo l’accrescimento di un ecosistema nazionale che funga da motore all’innovazione, alla crescita e alla competitività.
La misura prevede interventi di vario tipo:

  • agevolazioni pratiche che assimilano le PMI innovative alle Start up, come la possibilità anche per le Srl di emettere piani di incentivazione in equity agevolati fiscalmente, o la possibilità di praticare l’equity crowdfunding per la raccolta di nuovi capitali di rischio
  • misure che favoriscono l’investimento in capitale di rischio, come le detrazioni fiscali fino al 30%, la possibilità di cedere le perdite a società quotate sponsor, o l’esonero dalla disciplina fallimentare ordinaria in caso di insuccesso e da quella sulle società in perdita sistematica
  • la possibilità per le startup di successo di convertirsi agilmente in PMI innovative
  • detrazioni IRPEF per investimenti fino a 1.000.000€ e dell’imponibile IRES fino a 1.800.000€ pari al 30%
  • Altri servizi come la Italia Startup Visa per attrarre imprenditori innovativi.

Maggiori informazioni su Industria 4.0, e la lista completa delle agevolazioni sono disponibili sul sito del Mise.

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Il Credito di Imposta nella Legge di Stabilità 2017: come usufruirne https://www.business.it/il-credito-di-imposta-nella-legge-di-stabilita-2017-come-usufruirne-guida/ Thu, 16 Mar 2017 09:32:06 +0000 https://www.business.it/?p=4412 Nel 2013 il governo italiano ha iniziato un percorso di sostegno alle imprese con misure importanti per incentivare l’innovazione e aumentarne la competitività (art. 3 DL 145/2013), misure rese effettivamente fruibili con la Legge di Stabilità 2015 e ora ulteriormente incrementate e prorogate fino al 2019 con la Legge di Stabilità 2017. Parliamo in particolare… Read More »Il Credito di Imposta nella Legge di Stabilità 2017: come usufruirne

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Nel 2013 il governo italiano ha iniziato un percorso di sostegno alle imprese con misure importanti per incentivare l’innovazione e aumentarne la competitività (art. 3 DL 145/2013), misure rese effettivamente fruibili con la Legge di Stabilità 2015 e ora ulteriormente incrementate e prorogate fino al 2019 con la Legge di Stabilità 2017.
Parliamo in particolare del Credito di imposta, un’agevolazione fiscale che consente alle imprese di ottenere benefici significativi in termini economici, in presenza di investimenti effettuati per attività di ricerca e sviluppo.
Abbiamo intervistato Luigi Jovacchini, Co-founder e CIO di Consulenza e Risorse Srl, società di consulenza con sede a Milano specializzata in finanza aziendale in particolare per le attività di ricerca e sviluppo, per capire cosa devono fare concretamente le imprese per usufruire del credito di imposta e di tutti gli altri benefici messi a disposizione dallo stato a supporto dell’innovazione. 
Credito di imposta

– Il credito di imposta: chi può usufruirne e come funziona

“La prima cosa da fare è capire se la propria azienda possiede i requisiti per usufruire dei benefici – dice il Dott. Jovacchini. Cosa che non è esattamente semplice da capire: al di là dei settori industriali di riferimento (che nel caso del credito di imposta sono praticamente tutti), alcune aziende devono fare un percorso piuttosto articolato per capire se gli investimenti fatti possono rientrare nella misura agevolativa”.
Ecco alcuni punti nodali:

  • L’attività di ricerca e sviluppo deve essere stata fatta nel triennio 2012-2013-2014. Il beneficio fiscale viene calcolato in maniera incrementale, a partire cioè dall’anno successivo al triennio, pertanto il primo anno nel quale si può valutare un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo è il 2015, mentre il primo anno nel quale si può usufruire del beneficio fiscale è il 2016, con riferimento al 2015
  • Tutte le attività assimilabili a progetti di ricerca e sviluppo devono essere mappate anno per anno. Considerate che lo stesso studio di fattibilità per un progetto di ricerca e sviluppo è considerato di per sé un investimento
  • Oltre alle attività, vanno analizzate e identificate le tipologie di personale impiegato (personale dipendente e consulenti esterni, sia liberi professionisti che aziende), e assegnate a ogni progetto per valutare l’ammontare dell’investimento effettuato.

L’assessment iniziale parte da un’analisi di cosa l’azienda ha effettivamente sviluppato, e il beneficio fiscale viene calcolato sull’incremento rispetto al triennio di riferimento.

– Il credito di imposta copre solo alcune delle spese effettuate: quali sono i costi imputabili?

“Innanzitutto il personale: fino al 31/12/2016 il costo del personale laureato in materie tecnico-scientifiche può essere portato in compensazione al 50%, mentre tutte le altre tipologie di personale (laureati in altre materie o non laureati) fino al 25%, se impiegati in un progetto di ricerca e sviluppo”, ci spiega Jovacchini. Aggiungiamo che dal 2017, con la nuova Legge di Stabilità, questa distinzione è stata abolita, e il costo di tutto il personale è detraibile al 50% indipendentemente dal titolo di studio.
Possono inoltre essere detratti:

  • Brevetti
  • Costi per la realizzazione di prototipi
  • Contratti di consulenza per ricerca e sviluppo stipulati con enti di ricerca, università o società di servizi: ad esempio, i costi sostenuti per la realizzazione di un software sviluppato ad hoc e realizzato da un’azienda di consulenza esterna possono essere recuperati al 50%

E, come già accennato, i costi per gli stessi studi di fattibilità di progetti di ricerca e sviluppo possono essere dedotti e compensati fiscalmente: se prendiamo il caso di un’azienda che volesse internazionalizzarsi, il costo per lo studio di fattibilità iniziale (paese di destinazione, mercato di riferimento, competitors, etc.) potrebbe essere recuperato al 50%.
Credito di imposta

– Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione fiscale?

La buona notizia è che, ormai da qualche anno, i benefici fiscali possono essere utilizzati in compensazione con altri tributi, e il credito di imposta non fa eccezione: può essere compensato infatti con i tributi INPS, INAIL IRPEF, IVA, IRES. È sufficiente utilizzare il credito di imposta segnalando sull’F24 per la detrazione fiscale uno dei codici tributo indicati dall’Agenzia delle Entrate.
Tuttavia, arrivare a capire quali sono in totale le imposte detraibili può essere tortuoso, come ci racconta jovacchini. “Spesso lavoriamo insieme a fiscalisti e commercialisti per arrivare al verdetto definitivo che andrà a comporre il dossier che consegniamo al cliente. Considerate che per fare il nostro lavoro bisogna sì conoscere le norme, ma essere anche molto addentro al tema della ricerca e dello sviluppo, che chiaramente cambia per ogni settore di applicazione. Noi ci avvaliamo del manuale di Frascati, lo strumento che usano tutti i paesi Ocse per raccogliere a analizzare i dati relativi a ricerca e sviluppo, e del manuale di Oslo per l’innovazione (documento afferente alla “Frascati family”). Infine, i nostri dossier sono completati da una perizia giurata da ingegneri professionisti, perché per ogni cliente ci assumiamo la responsabilità di quello che diciamo”.

– Il credito di imposta è cumulabile con altri benefici fiscali?

Nel piano Industria 4.0 del Mise sono previste numerose misure a sostegno dell’innovazione e della trasformazione dell’industria tradizionale in Industria 4.0. Tutte le misure sono cumulabili tra di loro: il super e iper ammortamento, la nuova Sabatini, il Fondo centrale di garanzia, il Credito di imposta. È possibile, con una corretta interpretazione delle leggi e una giusta pianificazione delle risorse, progettare e finanziare l’innovazione all’interno sia di aziende manifatturiere che di servizi, grazie ai benefici previsti nell’ottica di Industria 4.0. Per fare un esempio, un’azienda manifatturiera del sud che volesse acquistare un nuovo macchinario potrebbe al contempo beneficiare della Nuova Sabatini per la richiesta di finanziamento, del credito di imposta per l’acquisto di macchinari al sud e del super ammortamento degli stessi, in aggiunta al credito di imposta nel caso di un macchinario certificato Industria 4.0.
A questo proposito, negli allegati A e B della Legge di stabilità 2017 sono specificate le caratteristiche che i macchinari devono avere per essere certificati Industria 4.0 ed essere iper ammortizzabili. È fondamentale che nella fase di assessment iniziale, quando cioè l’azienda analizza gli investimenti effettuati in ricerca e sviluppo, anche i macchinari e le relative certificazioni per Industria 4.0 siano considerati come parte dell’investimento, e perciò ammessi a contribuire al cumulo del beneficio fiscale.
In sintesi, la materia è complessa ma di fatto le agevolazioni per chi vuole innovare e diventare più competitivo ci sono e sono fruibili, non resta che coglierle. Il credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo è una delle più importanti: per conoscere tutte le altre ed entrare nel dettaglio di Industria 4.0 leggete il nostro approfondimento.

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