intercettazioni Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/intercettazioni/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Fri, 20 Jan 2023 17:47:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg intercettazioni Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/intercettazioni/ 32 32 Carlo Nordio: ecco come vogliono cacciare il ministro della Giustizia https://www.business.it/carlo-nordio-intercettazioni-petizione-dimissioni/ Fri, 20 Jan 2023 14:28:22 +0000 https://www.business.it/?p=107623 Carlo Nordio nella bufera a causa delle sue dichiarazioni sul tema scottante delle intercettazioni. Il ministro della Giustizia deve innanzitutto affrontare un attacco interno proveniente dal governo Meloni di cui fa parte. Molti esponenti dell’esecutivo e membri della maggioranza di centrodestra criticano infatti a spada tratta il Guardasigilli, colpevole a loro giudizio di aver offerto… Leggi tutto »Carlo Nordio: ecco come vogliono cacciare il ministro della Giustizia

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Carlo Nordio nella bufera a causa delle sue dichiarazioni sul tema scottante delle intercettazioni. Il ministro della Giustizia deve innanzitutto affrontare un attacco interno proveniente dal governo Meloni di cui fa parte. Molti esponenti dell’esecutivo e membri della maggioranza di centrodestra criticano infatti a spada tratta il Guardasigilli, colpevole a loro giudizio di aver offerto il fianco agli attacchi dei magistrati e delle opposizioni di centrosinistra per aver chiesto una “revisione profonda dello strumento delle intercettazioni”. A chiedere le dimissioni di Nordio è però senza troppi peli sulla lingua la redazione del Fatto Quotidiano. Il giornale diretto da Marco Travaglio pubblica una petizione da far firmare ai suoi lettori.

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Intercettazioni: petizione per chiedere dimissioni di Carlo Nordio
Intercettazioni: petizione per chiedere dimissioni di Carlo Nordio

Intercettazioni, tutti contro Carlo Nordio

Ieri si è tenuta a Montecitorio la seconda giornata di relazione di Nordio sull’argomento, tra gli applausi scroscianti dei deputati di Forza Italia. Ma in molti dentro Fratelli d’Italia e Lega cominciano a storcere il naso. “Com’è possibile aver fatto questo capolavoro, cioè inimicarsi il fronte antimafia nella settimana in cui la giustizia in Italia scrive una pagina storica?”, si sfoga un senatore del partito di Giorgia Meloni secondo la versione di Repubblica. “E comunque sul fatto che si continua a intercettare anche per corruzione, frodi, e vari traffici criminali mi pare che adesso è più chiaro, no? Il ministro si è spiegato con maggiore chiarezza, e pazienza”, aggiunge con sarcasmo un deputato in stretto contatto con il premier.

“Il ministro dice cose non scorrette, ma un po’ datate, a volte. Anche sull’abuso d’ufficio: ci sono stati interventi normativi che già hanno delimitato l’area in cui incide. Certe intemerate appaiono superflue”, un altro parlamentare critica così Nordio sulla riforma delle intercettazioni. “Ecco, che bisogno c’era di svegliare il can che dorme, noi, adesso? – sbotta un altro meloniano riferito alla reazione dei magistrati – Una parte dei magistrati, seri, sono alla finestra a capire quale idea abbiamo: magari persino disposti a considerare che la nostra politica giudiziaria non è vetero berlusconismo. E invece: bum, gli facciamo ‘sto regalo”.

La petizione del Fatto Quotidiano

“Il ministro della Giustizia ha dichiarato ripetutamente il falso davanti al Parlamento sulle intercettazioni nelle indagini di mafia e di corruzione. – si legge invece sulla petizione per le dimission idi Carlo Nordio pubblicata dal Fatto – Ha calunniato i magistrati e le forze dell’ordine sostenendo che usano manipolarne e strumentalizzarne politicamente le trascrizioni. Non contento, ha apertamente polemizzato alla Camera con la Procura di Palermo, ‘rea’ di aver catturato Matteo Messina Denaro e spiegato di averlo fatto proprio grazie alle intercettazioni. Infine ha addirittura invitato i parlamentari a non rendersi ‘supini dei pm’ che ‘vedono la mafia dappertutto’”.

“Le sue dichiarazioni, contraddizioni, giravolte e bugie, per non parlare delle controriforme giudiziarie e (in)costituzionali in parte minacciata e in parte già avviate, fanno di Nordio un personaggio imbarazzate per una parte della sua stessa maggioranza e soprattutto per ogni cittadino onesto: un soggetto che non può restare un minuto di più al vertice del ministero della Giustizia. – concludono il loro attacco Travaglio e i suoi collaboratori – Ci appelliamo ai presidenti della Repubblica e del Consiglio perché lo inducano immediatamente alle dimissioni e alle opposizioni, perché presentino nei suoi confronti una mozione di sfiducia individuale”.

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Le mani di Arata sul contratto di governo tra Lega e Cinque Stelle https://www.business.it/le-mani-di-arata-sul-contratto-di-governo-tra-lega-e-cinque-stelle/ Tue, 23 Jul 2019 07:46:43 +0000 https://www.business.it/?p=50033 Ci sono le mani di Paolo Arata sul contratto di governo firmato nel 2018 da Lega e Movimento Cinque Stelle, le due forze politiche emerse vincitrici dalle elezioni. L’ex politico di Forza Italia e consigliere della Lega per l’energia, socio in affari di quel Vito Nicastri soprannominato il “re dell’eolico” e sospettato di essere uno dei… Leggi tutto »Le mani di Arata sul contratto di governo tra Lega e Cinque Stelle

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Ci sono le mani di Paolo Arata sul contratto di governo firmato nel 2018 da Lega e Movimento Cinque Stelle, le due forze politiche emerse vincitrici dalle elezioni. L’ex politico di Forza Italia e consigliere della Lega per l’energia, socio in affari di quel Vito Nicastri soprannominato il “re dell’eolico” e sospettato di essere uno dei finanziatori della latitanza del boss Messina Denaro, sarebbe riuscito a influenzare il documento, come emergerebbe da alcune intercettazioni pubblicate il 22 luglio.Arata sarebbe riuscito a far aggiungere una postilla favorevole agli impianti a biometano sui quali aveva sviluppato alcuni progetti in Sicilia. Decisivo l’intervento dell’ex sottosegretario della Lega Armando Siri, indagato per corruzione proprio con Arata. I pm sospettano che Arata abbia pagato o promesso al leghista una tangente da 30 mila euro in cambio dell’approvazione di un emendamento – mai passato – per favorire le imprese dell’eolico, settore in cui Arata opera con Nicastri.Questo sarebbe però soltanto uno dei tanti fronti della loro collaborazione. Oltre all’eolico e al biometano, i due avrebbero concordato le mosse per ostacolare un decreto sulle rinnovabili voluto nel 2017 dall’ex ministro Calenda. L’obiettivo di Arata era mettere i Cinque Stelle contro i Cinque Stelle. L’ex politico di Forza Italia, scrivono gli inquirenti, stava portando avanti degli “impianti di produzione di energia e biometano da biomasse […] insieme a Nicastri, in Sicilia”.Questi progetti “erano invisi ai movimenti ambientalisti locali”, che avevano trovato trovato voce nel Parlamento di Roma in un politico dei verdi e nel Parlamento siciliano in due politici del Movimento 5 Stelle. Quando il M5s nazionale ha dato l’ok all’inserimento della postilla sul biometano ha, di fatto, indebolito la battaglia dei Cinque Stelle siciliani: fatto quest’ultimo di cui Arata era perfettamente consapevole.

La sfida di Calenda: “Pronto a candidarmi alla guida del Pd”

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Caso Siri, il giorno della verità: esiste davvero l’intercettazione-chiave? https://www.business.it/siri-il-giorno-della-verita-esistono-davvero-le-intercettazioni/ Fri, 26 Apr 2019 08:55:30 +0000 https://www.business.it/?p=45276 Ma esiste o no l’ormai famosa intercettazione che inchioderebbe, il condizionale è d’obbligo, il sottosegretario leghista Armando Siri? Secondo Maurizio Belpietro il documento sarebbe un’invenzione. Nessuna prova, dunque, di quei 30 mila euro necessari per corrompere l’esponente del Carroccio. Attraverso le pagine de La Verità, il giornalista ha contestato nello specifico il fatto che nelle intercettazioni sul… Leggi tutto »Caso Siri, il giorno della verità: esiste davvero l’intercettazione-chiave?

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Ma esiste o no l’ormai famosa intercettazione che inchioderebbe, il condizionale è d’obbligo, il sottosegretario leghista Armando Siri? Secondo Maurizio Belpietro il documento sarebbe un’invenzione. Nessuna prova, dunque, di quei 30 mila euro necessari per corrompere l’esponente del Carroccio. Attraverso le pagine de La Verità, il giornalista ha contestato nello specifico il fatto che nelle intercettazioni sul caso di Siri, l’imprenditore Paolo Arata abbia detto la testuale frase: “Ci è costato 30 mila euro”.Un passaggio che, invece, era stato pubblicato da diverse testate. Tra le quali il Corriere della Sera, che ha replicato a Belpietro pubblicando il provvedimento del pubblico ministero Mario Palazzi, sul proprio sito web: “Armando Siri è indagato […] per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, asservendoli a interessi privati […] proponendo emendamenti contenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto ‘minieolico’ – riceveva indebitamente la promessa e/o dazione di 30.000 euro da parte di Paolo Franca Arata […]”.Belpietro non si è però accontentato, contrattaccando: la frase che dice il Corriere della sera non esiste, a suo giudizio, e dunque non c’è agli atti nessuna altra frase che possa rappresentare una “pistola fumante” in grado di mettere pesantemente sotto accusa Armando Siri. “Se il pubblico ministero avesse avuto in mano un’intercettazione in cui Arata ‘confessava’ al figlio di aver pagato Siri, l’avrebbe riportata nel provvedimento oppure no? Avrebbe scritto che l’ipotesi di accusa era di ‘essersi fatto indebitamente promettere’ 30 mila euro o avrebbe scritto che l’ipotesi era una tangente di 30 mila euro, supportata da un’intercettazione di Arata?”. La storia non è però finita: Fiorenza Sarzanini del Corriere ha replicato alla querelle spiegando che le intercettazioni esistono eccome. Il provvedimento dei magistrati si basa sui dati forniti da parte della Dia che avrebbe intercettato, tramite una cimice nel cellulare di Paolo Arata, una lunga conversazione avuta con il figlio Francesco in cui il padre spiegava per filo e per segno le norme che Armando Siri si sarebbe apprestato a cambiare, citando per giunta, esplicitamente, i famosi 30 mila euro.

In sintesi: anche se la frase non fosse testuale, la sostanza non cambia di molto, sostiene il Corriere. Che parla anche di “tentativi di delegittimazione arrivati da più parti”. Di quelle intercettazioni Armando Siri sarà chiamato a rispondere sia dalla magistratura, sia del premier Giuseppe Conte nel loro incontro di lunedì.

Caso Siri, 5S contro Salvini: “Sapeva niente dei rapporti tra Giorgetti e il figlio di Arata?”

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