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Brexit: Londra temporeggia, ma l'Ue accelera

«Usciremo dall’Unione Europea solo quando saremo effettivamente pronti». Queste le parole del ministro dell’Economia britannico pronunciate proprio nella giornata in cui Merkel, Hollande e Renzi si sono incontrati in un vertice. Un incontro, quello organizzato dalla cancelliera tedesca, messo su proprio per definire il piano di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e per ridare “un nuovo volto” a una Ue che oramai piace sempre meno all’opinione pubblica.
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Ma Osborne, 45 anni, braccio destro del primo ministro inglese David Cameron, ribadisce che non v’è alcun bisogno di mettere fretta e che Londra «attiverà l’articolo 50 del trattato di Lisbona solo quando saremo pronti». Resta tuttavia da capire solo se gli altri Paesi saranno disposti a concedere questa uscita “lenta”, ma il clima che si sta creando è tutt’altro che propositivo per Londra: la Merkel temporeggia, ma Renzi e Hollande sono per un’accelerazione dei tempi.
Il motivo, banale ma importante al tempo stesso: evitare di far credere agli altri Paesi che l’uscita di uno stato membro dall’Ue sia un processo lungo e indolore. Un segnale, insomma, alle varie Francia e Olanda i cui partiti euroscettici stanno premendo per organizzare un referendum Brexit anche nei loro rispettivi Paesi.
A ribadire questa linea è il ministro francese delle Finanze: «La Gran Bretagna deve andare di fretta? Sì. Londra ha votato per l’uscita, e allora il Brexit si deve mettere in atto fin da subito». Anche il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker aveva ribadito solo venerdì scorso che «ci aspettiamo che l’articolo 50 venga notificato al più presto». Del resto, o dentro o fuori. E qualcuno la sua scelta l’ha già compiuta.
Viviana Bottalico