L’Italia continua la sua missione in Iraq, tristemente famosa per l’attentato di Nassiriya che 16 anni fa era costato la vita a 19 italiani (17 dei quali presenti sul posto come militari) impegnati nell’operazione Antica Babilonia. Stando a quanto riportato dall’osservatorio Milex, da quel giorno l’intervento del nostro Paese non si è fatto per niente meno timido: le spese, aggiornate alla fine del 2018, ammontano a circa 2,9 miliardi di euro. 
Un intervento iniziato molto tempo fa, durante la prima Guerra del Golfo che vide l’Iraq opposto a una coalizione di 35 stati sotto la guida dell’Onu. L’Italia, in quell’occasione, aveva preso parte alle operazioni Desert Shield e Desert Storm che avevano dato inizio al conflitto. Anche nel corso della Seconda Guerra del Golfo il nostro Paese aveva poi confermato la propria presenza, con la missione Antica Babilonia iniziata nel 2003, appena concluso il conflitto sul territorio, alla quale il governo Berlusconi aveva dato la propria adesione. Il costo complessivo per i primi 3 anni era stato di circa 1,5 miliardi di euro.
Con l’esecutivo Renzi aveva invece preso il là, nel 2014, la missione Prima Parthica seguita dalla Centuria (che il 10 novembre ha visto 5 militari rimasti feriti). Fino al 2017 si parla di 750 mila euro spesi. Un impegno che è stato ribadito recentemente anche da Luigi Di Maio, che in merito all’attacco subito dai nostri militari aveva chiarito: “L’Italia non indietreggerà un centimetro di fronte alla minaccia terroristica”.Filmano gli stranieri nelle case popolari, la Meloni li difende: “Nessuna violazione”