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17enne si innamora di un ergastolano, ma il governo vieta la loro relazione

La Danimarca vieta le serie d’amore a chi sconta la pena dell’ergastolo. Dopo il clamoroso caso di una 17enne, Camilla Kurstein, che ha ammesso di essersi innamorata dell’ergastolano Peter Madsen, l’inventore condannato per il brutale assassinio della giornalista svedese Kim Wall che era andata a intervistarlo sul suo sottomarino nel 2017, il governo danese ha deciso di pronunciarsi in merito. Il governo della premier Mette Frederiksen ha presentato ieri in Commissione giustizia un disegno di legge che prevede il divieto per chi è stato condannato all’ergastolo di iniziare nuove relazioni amorose durante i primi 10 anni di detenzione. Come ha riportato il Corriere della Sera, la norma dovrebbe essere approvata dal Parlamento il prossimo autunno con una larga maggioranza, dato che anche l’opposizione di destra è favorevole, ed entrerà in vigore all’inizio del 2022. “Questo tipo di relazioni devono ovviamente essere interrotte. Criminali condannati non dovrebbero utilizzare le nostre prigioni come centri per appuntamenti o piattaforme mediatiche per vantarsi delle loro malefatte”, ha detto alla stampa locale il ministro della Giustizia danese Nick Haekkerup.

Come ha raccontato la Bbc, Kurstein si era scambiata lettere e telefonate con l’ergastolano Madsen per due anni ed era rimasta anche molto male quando lui nel 2020 si è sposato in carcere con la 39enne russa Jenny Curpen. La nuova legge stabilisce che i detenuti condannati all’ergastolo potranno contattare solo le persone con cui hanno avuto una relazione per i primi dieci anni della loro prigionia. Inoltre sarà vietato anche postare sui social media o comunicare attraverso podcast. Anche questo provvedimento è scaturito dal caso di Madsen, che confessò l’omicidio della giornalista durante la puntata di un documentario nel 2018. “Abbiamo avuto esempi disgustosi negli ultimi anni di detenuti che hanno commesso crimini abominevoli e poi dal carcere hanno contattato giovani per ottenere la loro simpatia e attenzione”, ha sottolineato il ministro della Giustizia.

La dura risposta delle istituzioni danesi hanno suscitato un certo clamore tra l’opinione pubblica. Dubbi in merito sono stati espressi da Maria Ventegodt dell’Istituto danese dei diritti umani: “Esamineremo la proposta nelle prossime settimane — ha detto la donna alla Bbc —, ricordo che le relazioni familiari sono protette dalla Convenzione Europea dei Diritti umani. Bisogna capire se è una misura legale e se è proporzionale rispetto al pericolo”.

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