
Victoria Thomas, 41 anni, è stata protagonista di un arresto cardiaco improvviso durante un allenamento in palestra, evento che ha segnato la sua vita in modo irreversibile. L’ex sportiva e madre ha vissuto un’esperienza di morte clinica durata 17 minuti, durante i quali il suo cuore non ha dato segni di vita.
I soccorsi sono arrivati tempestivamente, ma la rianimazione si è protratta senza esito immediato. Durante questo intervallo, Victoria ha descritto un’esperienza extracorporea, osservandosi dall’alto e percependo dettagli del proprio corpo come le gambe gonfie, confermati da immagini scattate poco prima dell’arresto.
Nonostante la situazione critica, dopo 17 minuti il cuore ha ripreso a battere grazie agli sforzi incessanti dei medici. Victoria è stata trasferita al Bristol Royal Infirmary, dove è rimasta in coma per tre giorni.

Ripresa e impianto del defibrillatore interno
Al suo risveglio, Victoria ha subito l’impianto di un defibrillatore interno per prevenire ulteriori episodi di arresto cardiaco. Nonostante le scariche dolorose del dispositivo, è riuscita a riprendere la sua vita attiva, tornando a praticare sport e affrontando con determinazione le sfide imposte dalla sua condizione.
Diagnosi e complicanze durante la gravidanza
Nel 2021, Victoria ha scoperto di essere incinta. Questa notizia, seppur felice, ha comportato rischi aggiuntivi per il suo cuore. Durante la gravidanza, ha subito ulteriori arresti cardiaci, salvata dal defibrillatore impiantato. A 24 settimane è stata individuata la causa dei suoi problemi: la malattia di Danon, una rara patologia genetica causata da una mutazione del gene LAMP2.
Questa malattia colpisce meno di un milione di persone nel mondo e riduce significativamente l’aspettativa di vita media, stimata in 19 anni per gli uomini e 24 per le donne. Victoria è la prima nella sua famiglia a manifestare questa condizione.
Una storia di resilienza
La vicenda di Victoria Thomas rappresenta un esempio di resilienza e speranza. Nonostante un arresto cardiaco di 17 minuti e la diagnosi di una malattia genetica grave, la donna ha continuato a vivere e a lottare per la propria salute, dimostrando la complessità e il valore delle tecniche di rianimazione medica moderne.
