
Le ricerche della piccola Melina Frattolin, scomparsa a soli nove anni nella zona del Lago George, New York, si sono concluse tragicamente con il ritrovamento del corpo senza vita della bambina in uno stagno poco profondo. I primi accertamenti hanno rivelato che la causa del decesso è stata un’**asfissia da annegamento**, smentendo l’ipotesi iniziale di un rapimento.
Indagini e svolta nelle indagini: il ruolo del padre Luciano Frattolin
Le autorità hanno indirizzato le indagini verso il padre della vittima, Luciano Frattolin, imprenditore canadese di 45 anni con origini italiane. L’uomo si trovava in vacanza con Melina tra New York e Connecticut e avrebbe avuto l’intenzione di non restituire la figlia alla madre, detentrice della custodia esclusiva dal 2019. Il 19 luglio, giorno della scomparsa, sarebbe avvenuta la tragedia, con l’uccisione della bambina e l’occultamento del corpo.
Frattolin è stato arrestato il 21 luglio con le accuse di **omicidio** e **occultamento di cadavere**. Le autorità hanno sottolineato come le dichiarazioni fornite dall’uomo al 911 fossero contraddittorie, elemento che ha accresciuto i sospetti sin dall’inizio delle indagini. La madre di Melina, contattata dagli inquirenti, ha dichiarato di non aver mai avuto timori riguardo alla vacanza con il padre.

La reazione della comunità e il futuro legale
La vicenda ha scosso profondamente sia la comunità canadese che le contee statunitensi coinvolte nelle ricerche. Il capitano Robert McConnell, durante una conferenza stampa, ha definito il caso una “tragedia familiare con un epilogo drammatico”. Il procedimento giudiziario nei confronti di Luciano Frattolin si preannuncia complesso e delicato, mentre il dolore per la perdita di una bambina così giovane rimane al centro dell’attenzione pubblica.
