
Il virus West Nile continua a rappresentare una minaccia per la salute pubblica in Italia. Dopo la prima vittima registrata nel 2025 nel Lazio, le autorità hanno attivato un piano di emergenza mirato a contenere la diffusione dell’infezione. La risposta sanitaria coinvolge un sistema integrato di monitoraggio e prevenzione che interessa zanzare, uccelli, cavalli e persone.
Un sistema integrato per fermare il virus
Il sistema di sorveglianza “One Health” coordina le attività di veterinari, ospedali, istituti di ricerca, ministeri e amministrazioni regionali. L’obiettivo è prevenire la diffusione del West Nile Virus, che può risultare letale in soggetti vulnerabili. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ha subito attivato controlli in un raggio di 5 km dal luogo del contagio nel Lazio, con possibili estensioni nell’area dell’Agropontino. Stefania Palomba, commissario straordinario, ha sottolineato la tempestività degli interventi, che comprendono:
- Prelievi di sangue sui cavalli come indicatori dell’infezione;
- Trappole potenziate per catturare le zanzare;
- Controlli su uccelli selvatici quali corvi e passeri;
- Attivazione di insediamenti avicoli-sentinella per la rilevazione precoce.

I precedenti e le contromisure attivate
Il West Nile Virus è noto in Italia fin dagli inizi degli anni Duemila, con l’Emilia-Romagna tra le regioni maggiormente colpite. La rete di monitoraggio oggi è tra le più avanzate. Giuseppe Merialdi, direttore dell’Izs Lombardia-Emilia Romagna, spiega l’uso di trappole a CO₂ con ghiaccio secco per catturare le zanzare. I campioni infetti determinano il blocco immediato di sangue e organi destinati a trapianto per evitare trasmissioni.
I campioni sospetti vengono inviati all’Izs di Teramo, centro nazionale di riferimento, dove si confermano i casi e si coordinano le analisi nazionali. In caso di conferma, si attivano automaticamente gli screening obbligatori su sangue e organi nelle aree interessate, come chiarito dal direttore Nicola D’Alterio.
Cos’è il virus West Nile e perché è pericoloso
Il West Nile Virus si trasmette esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette. L’infezione è spesso asintomatica, ma può manifestarsi con febbre, dolori muscolari, nausea e in casi gravi con encefaliti potenzialmente letali. Maggior rischio riguarda anziani, immunodepressi e persone con patologie preesistenti. L’aumento delle temperature estive favorisce la proliferazione delle zanzare, accrescendo il rischio di trasmissione e la necessità di una risposta sanitaria tempestiva.

Le indicazioni per chi vive in aree a rischio
Le autorità sanitarie raccomandano ai residenti in zone a rischio, come pianure, campagne e aree umide, di adottare alcune precauzioni:
- Uso di repellenti contro le zanzare;
- Installazione di zanzariere alle finestre;
- Eliminazione di acqua stagnante vicino alle abitazioni;
- Segnalazione tempestiva di eventuali casi sospetti tra animali selvatici, uccelli o cavalli.
I numeri aggiornati nel 2025
Al 24 luglio 2025, nel Lazio sono stati confermati 9 casi di infezione da West Nile Virus, tutti nella provincia di Latina, inclusa la vittima di Fondi. Tra gli altri pazienti:
- 1 è in terapia intensiva;
- 4 sono ricoverati in reparti ordinari;
- 2 sono stati dimessi e stanno bene;
- 1 è seguito con cure domiciliari.
Altri focolai si registrano in Campania con 8 casi confermati e 4 pazienti in rianimazione, e in Veneto con 4 casi accertati dalla seconda settimana di luglio. Parallelamente, in Emilia-Romagna è stata rilevata la presenza dell’Usutu Virus (USUV), parente del West Nile, in due pool di zanzare, sottolineando la necessità di una vigilanza costante. Il ritorno del West Nile Virus impone un’attenzione sanitaria rinnovata durante l’estate. L’esperienza accumulata negli anni ha permesso di organizzare efficaci sistemi di risposta, ma resta cruciale la collaborazione della popolazione per limitare la diffusione.