
Pier Silvio Berlusconi e Marina Berlusconi hanno intensificato il dialogo negli ultimi giorni, affrontando una questione cruciale: il futuro di Forza Italia. Il partito appare oggi privo di una chiara identità politica, percepito come una succursale di Fratelli d’Italia, con Antonio Tajani sempre più subordinato alla leadership di Giorgia Meloni, impegnata nel suo ruolo di ministro degli Esteri e con ambizioni per il Quirinale.
La preoccupazione è emersa in seguito a una cena riservata in cui si è discusso apertamente delle aspirazioni di Tajani al Colle. Questa notizia ha suscitato la reazione negativa di Marina e Pier Silvio, spingendo quest’ultimo a commissionare un sondaggio per valutare la reale forza elettorale di Forza Italia.

I risultati del sondaggio hanno evidenziato che Forza Italia si attesta intorno all’8% nei consensi, ma la metà di questo dato deriva ancora dal ricordo di Silvio Berlusconi. La potenziale candidatura di uno dei figli del fondatore potrebbe quasi raddoppiare questo consenso: in particolare, Pier Silvio gode di una percezione favorevole tra oltre il 15% degli elettori del partito, che lo considerano un leader credibile e competitivo a livello nazionale.
Alcuni sondaggi prospettano scenari in cui Berlusconi possa tornare a contendere la leadership di centrodestra a Giorgia Meloni, diventando il punto di riferimento per i moderati delusi dal Pd e privi di un vero rappresentante parlamentare. Sebbene si tratti di ipotesi, esse trovano riscontri concreti nella percezione attuale del partito.
Pier Silvio Berlusconi è apprezzato per il suo profilo moderno e sobrio, meno divisivo rispetto a Marina e più in linea con il nuovo centrodestra. L’idea di una sua candidatura alle Politiche del 2027 sta guadagnando terreno, anche tra coloro che in passato avrebbero escluso un coinvolgimento diretto della famiglia nel futuro del partito.
Marina Berlusconi, pur predicando prudenza, non si oppone a questa possibile evoluzione. Incontri riservati con governatori, parlamentari e dirigenti locali hanno rivelato un consenso diffuso sul fatto che Tajani non garantisca né visione né leadership. La sua gestione da Bruxelles e l’allineamento con Meloni hanno lasciato Forza Italia in una situazione di stallo.

Per contrastare le tensioni interne, Tajani ha convocato un Consiglio nazionale con l’obiettivo di modificare lo statuto del partito, limitando l’influenza delle correnti attraverso una riduzione dei votanti ai congressi e un filtro più rigido per le tessere, per tutelarsi in vista del 2027. Questa mossa potrebbe, tuttavia, aggravare le divisioni interne.
La fronda interna è già in fermento, con figure come Licia Ronzulli, Alessandro Cattaneo e Deborah Bergamini che si avvicinano a Marina. Nel caso Forza Italia diventasse effettivamente la “cosa di Pier Silvio”, molti attuali colonnelli rischierebbero di perdere rilevanza politica.
Parallelamente si lavora a un nuovo manifesto liberale, che richiami lo spirito del 1994 adattandolo ai tempi post-populisti. L’obiettivo è presentare candidature civiche e credibili per le prossime amministrative di Milano e di altri grandi centri, proponendo un’alternativa sia alla sinistra che alla destra identitaria rappresentata da Meloni.
Il futuro di Forza Italia è dunque a un bivio: continuare a essere la stampella moderata del governo Meloni con il rischio di scomparire, oppure rilanciarsi con un nuovo volto della famiglia Berlusconi. La decisione spetta oggi a Pier Silvio, chiamato a scegliere se raccogliere un’eredità politica complessa o lasciarla dissolversi.
Da Arcore filtrano indiscrezioni su una bozza di discorso che Pier Silvio avrebbe già redatto, con un incipit significativo: “Sono un imprenditore, ma soprattutto un italiano. E non posso più restare a guardare”. Se e quando queste parole verranno pronunciate pubblicamente, lo si saprà nei prossimi mesi. Nel frattempo, Forza Italia resta sospesa tra ambizioni personali, nostalgia e strategie di potere.