Intercettazione in acque internazionali: il racconto di Arturo Scotto
Il 2 ottobre, la nave Karma, parte della Freedom Flotilla diretta verso la Striscia di Gaza, è stata fermata dalla Marina militare israeliana a circa 40 miglia nautiche dalla costa di Gaza. A riferirlo è stato il deputato del Partito Democratico, Arturo Scotto, che ha denunciato l’episodio in un’intervista a Rainews24. Secondo Scotto, la nave è stata costretta a invertire la rotta e a dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod, dove l’equipaggio sarà sottoposto a identificazione e controlli.
Il parlamentare ha sollevato dubbi sulla legittimità dell’intervento israeliano, sottolineando che la nave si trovava in acque internazionali e che le operazioni condotte rappresentano una violazione del diritto internazionale. “Non è chiaro perché Israele consideri queste acque come ‘mare nostrum'”, ha affermato Scotto, denunciando azioni di polizia al di fuori di ogni canone giuridico riconosciuto.
Missione umanitaria e testimonianze a bordo
L’obiettivo dichiarato della missione era quello di portare aiuti umanitari a Gaza, in un contesto segnato da gravi violazioni dei diritti umani. Scotto ha ricordato che l’intercettazione è avvenuta proprio quando la nave stava per raggiungere la destinazione finale della missione.
Parallelamente, è emerso un video drammatico diffuso dal senatore del M5S Marco Croatti, registrato a bordo della nave Morgana, un’altra imbarcazione della Flotilla. Nel video, Croatti denuncia di essere stato “rapito” dalle forze israeliane e invita il governo italiano a intervenire per il rilascio immediato dei cittadini italiani coinvolti. A bordo della Morgana vi erano anche l’europarlamentare Benedetta Scuderi, la giornalista Barbara Schiavulli, l’attivista Jose Nivoi e Carlo Alberto Biasioli, tutti partecipanti alla missione di solidarietà internazionale.
Reazioni e implicazioni internazionali
Le autorità italiane sono state informate dell’accaduto e si attendono risposte ufficiali nelle prossime ore. Il caso ha riacceso il dibattito sulla libertà di navigazione, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e le posizioni dei governi europei riguardo alle operazioni israeliane in acque internazionali.
La Freedom Flotilla Coalition, organizzatrice della missione, ha condannato l’intercettazione definendola un atto di “pirateria internazionale“. L’episodio potrebbe aprire un nuovo fronte diplomatico tra Tel Aviv e l’Unione Europea, con crescenti preoccupazioni per il destino degli attivisti coinvolti.