
Per la prima volta dall’inizio del conflitto, Vladimir Putin ha manifestato la disponibilità a intraprendere colloqui diretti con l’Ucraina. Questa mossa rappresenta un potenziale cambiamento significativo nella guerra iniziata con l’invasione del 2022. Volodymyr Zelensky ha risposto prontamente, dichiarando che l’Ucraina è disposta a partecipare a qualsiasi negoziato che possa fermare gli attacchi contro i civili.
Peskov ribadisce l’apertura del Cremlino
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha confermato questa apertura, spiegando ai giornalisti che il presidente Putin è disposto a discutere la questione di evitare attacchi a obiettivi civili, anche in colloqui bilaterali. Le dichiarazioni, riportate dall’agenzia russa Interfax, suggeriscono un clima ancora teso ma potenzialmente più aperto al dialogo. Dalla primavera del 2022, quando i primi tentativi di mediazione si erano arenati, non c’erano stati più contatti diretti tra le due nazioni. La guerra è continuata con devastazione e accuse reciproche, mentre i tentativi di mediazione da parte di mediatori internazionali spesso non hanno avuto successo.

Zelensky accoglie, ma con cautela
Il presidente ucraino non ha posto precondizioni, ma ha sottolineato l’importanza della protezione dei civili. La sua disponibilità a negoziare è condizionata alla cessazione dei bombardamenti russi su infrastrutture e aree abitate. Segnali di dialogo, quindi, ma ancora sotto l’ombra del sospetto reciproco. Sarà interessante osservare la reazione delle potenze occidentali, in particolare del Presidente USA Trump e dell’Unione Europea, che finora hanno sostenuto l’Ucraina e mantenuto una forte pressione diplomatica sulla Russia. Se la finestra di dialogo si aprirà davvero, potrebbe segnare un punto di svolta verso la fine di un conflitto che ha portato il mondo sull’orlo di una catastrofe.