
L’oscura vicenda di Garlasco, che ancora avvolge nella sua morsa il delitto di Chiara Poggi, torna a far parlare di sé a distanza di diciotto anni. L’enigma da risolvere per gli investigatori è cruciale: uno o due killer? L’arma del delitto rimane un mistero irrisolto. Recenti sforzi investigativi hanno riportato all’attenzione pubblica questi quesiti, culminando in una dettagliata ricostruzione 3D della scena del crimine.
La villetta di via Pascoli, teatro dell’omicidio, rimane la dimora dei genitori di Chiara, Rita Preda e Giuseppe Poggi, che da allora convivono con il dolore della perdita. La stanza della giovane vittima è stata conservata intatta, come un santuario della memoria.
Le indagini recenti si sono focalizzate su Andrea Sempio, un amico del fratello di Chiara. Ogni dettaglio viene esaminato con rigorosa attenzione. Nella ricerca di possibili armi del delitto, come un “attizzatoio” o un “martello a coda di rondine”, gli investigatori hanno frugato nel canale Tromello e hanno effettuato nuove ispezioni nella villetta con tecnologie avanzate.

Approccio scientifico del Ris di Cagliari
Il supporto del Ris di Cagliari, sotto la guida del biologo Andrea Berti, rappresenta un contributo di eccellenza. Berti, con un background solido nel Reperto Investigazioni Scientifiche di Roma, ha affrontato casi complessi come l’omicidio di Pier Paolo Pasolini e Elisa Claps. La sua esperienza è fondamentale per questa fase dell’indagine.

La riapertura del caso si basa su nuove tecnologie e metodologie che non erano disponibili all’epoca. L’analisi dettagliata delle prove forensi e l’uso di strumenti avanzati potrebbero fornire nuove intuizioni sui fatti e aiutare a dissolvere i dubbi persistenti.
Rilievi 3D e l’enigma delle impronte
Le misurazioni 3D della villetta di via Pascoli sono state dettagliate, dal piano terra al percorso della scala verso la cantina. L’uso di droni per catturare immagini dall’alto arricchisce la ricostruzione virtuale della scena del crimine, permettendo nuove analisi delle dinamiche del delitto.
Un elemento chiave delle investigazioni è l’impronta papillare 33, attribuita a Andrea Sempio. Nonostante le spiegazioni fornite da Sempio sulla sua presenza nella villetta siano coerenti, gli investigatori continuano ad analizzare ogni dettaglio per chiarire ogni aspetto dell’omicidio di Garlasco.
L’indagine riunisce vecchi elementi e nuove scoperte, con l’obiettivo di far luce sulla verità e risolvere definitivamente questo caso irrisolto.