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Morto uno dei criminali più famosi della storia: di lui si parla ancora oggi, ecco perché

Clark Olofsson, noto protagonista di uno dei casi criminali più emblematici del XX secolo, è morto all’età di 78 anni. Riconosciuto a livello internazionale per il suo coinvolgimento in un sequestro che ha dato origine alla definizione della “sindrome di Stoccolma“, la sua storia continua a suscitare interesse e dibattito.

Il caso che ha segnato la storia

La figura di Clark Olofsson rimane indissolubilmente legata all’assedio della Kreditbanken di Stoccolma, avvenuto nel 1973. Durante l’episodio, gli ostaggi svilupparono un’inspiegabile simpatia nei confronti di Olofsson e del suo complice, un fenomeno che ha portato alla coniazione di un termine psicologico ancora oggi utilizzato.

Il sequestro e l’origine del termine

Tutto iniziò con Jan-Erik Olsson, un criminale evaso, che prese in ostaggio tre donne e un uomo all’interno di una banca. Reclutò Olofsson, con cui aveva instaurato un’amicizia in carcere, per assisterlo nella situazione. Le autorità concessero il suo trasferimento, e Olofsson divenne un elemento centrale nella dinamica con gli ostaggi.

La reazione degli ostaggi

Una delle sequestrate, Kristin Enmark, fu persuasa da Olofsson a contattare il primo ministro svedese, esprimendo fiducia nei confronti dei rapitori e chiedendo di poter abbandonare la banca al loro fianco. Queste dichiarazioni portarono a una nuova comprensione delle dinamiche psicologiche tra vittime e sequestratori.

Conclusione dell’assedio

La crisi si concluse dopo sei giorni con l’intervento delle forze dell’ordine che utilizzarono gas lacrimogeni. Nonostante ciò, gli ostaggi mostrarono resistenza nel separarsi dai sequestratori e si rifiutarono di testimoniare contro di loro, solidificando ulteriormente il concetto di “sindrome di Stoccolma”, introdotto dallo psichiatra Nils Bejerot.

Critiche alla teoria della Sindrome di Stoccolma

Il concetto stesso è stato successivamente criticato. Kristin Enmark, in un’intervista al podcast Sideways della BBC nel 2021, ha definito la teoria come un tentativo di incolpare le vittime, sottolineando che la sua era una risposta di adattamento psicologico a una situazione estrema piuttosto che una vera patologia.

La vita di Olofsson dopo l’assedio

Clark Olofsson ha trascorso gran parte della sua vita tra processi e prigionie, essendo stato condannato per tentato omicidio, rapina, aggressione e traffico di droga. Rilasciato nel 2018 dopo una pena in Belgio, la sua figura è stata rievocata nel 2022 dalla serie Netflix “Clark”, con l’attore Bill Skarsgård nel ruolo del protagonista.

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