
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, che da quasi vent’anni continua a tenere l’Italia con il fiato sospeso, potrebbe finalmente avvicinarsi a una svolta. La Procura di Pavia ha avviato nuove indagini basandosi su un profilo genetico maschile sconosciuto, trovato nella bocca della vittima e classificato come “ignoto”. Questo elemento potrebbe essere la chiave per risolvere il mistero.
La prima fase delle indagini mira a verificare se il DNA scoperto sia estraneo a tutte le persone che hanno avuto contatti con il corpo della vittima o con i reperti. Nonostante siano stati analizzati i profili genetici di operatori sanitari, periti, familiari, e degli indagati Andrea Sempio e Alberto Stasi, nessuna corrispondenza è stata trovata. La genetista Denise Albani ha escluso contaminazioni da parte dell’assistente del medico legale, ma permane l’ipotesi di una traccia lasciata involontariamente da un operatore non censito.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano stanno cercando eventuali lacune nei database che possano giustificare la presenza di questo DNA. Se una corrispondenza con un addetto ai lavori fosse trovata, la pista del “dell’ignoto 2” verrebbe automaticamente chiusa. Tuttavia, la Procura non può permettersi di aspettare e sta esplorando altre piste.
Un’altra ipotesi vede il DNA ignoto come possibile prova di un complice di Andrea Sempio, su cui la Procura sta concentrando le indagini. Gli inquirenti sono convinti che Sempio fosse presente nella casa di Chiara il giorno dell’omicidio. Per questo, si sta ricostruendo la sua rete sociale, interrogando vecchi amici e conoscenti per individuare nuovi sospetti da sottoporre a confronto genetico mirato.

Tra i nomi emersi, spicca quello di Michele Bertani, amico di Sempio, morto suicida nel 2016. Anche se il suo nome non era mai stato coinvolto ufficialmente nelle indagini, i carabinieri stanno cercando di ottenere un campione del suo DNA, nonostante il corpo sia stato cremato. Questo potrebbe rappresentare un tassello significativo nella ricerca del profilo ignoto.
Il caso Garlasco continua a sollevare discussioni anche fuori dalle aule giudiziarie. Recentemente, il Garante della privacy è intervenuto per fermare le attività di un blogger, ex poliziotto, che ha diffuso immagini del fascicolo autoptico della vittima. Questo scandalo aggiunge un ulteriore strato di complessità a un caso che non smette di tormentare l’opinione pubblica.