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“Almeno 20 morti”. Italia, tragedia spaventosa: ci sono tanti dispersi

Un nuovo disastro in mare segna la cronaca del Mediterraneo: un’imbarcazione sovraccarica di migranti si è capovolta a sud di Lampedusa, a circa 14 miglia dalla costa. In pochi istanti, una traversata disperata si è trasformata in tragedia, lasciando in mare vite spezzate e familiari senza notizie.

Secondo le prime informazioni diffuse da fonti di soccorso, tra cui Radio Radicale, i corpi recuperati sarebbero già almeno 20. Ma la conta è destinata a crescere: 27 persone mancano all’appello, inghiottite dalle acque agitate.

A bordo viaggiavano circa un centinaio di migranti, partiti probabilmente dalle coste del Nord Africa. Le cause del naufragio restano da accertare: forse il maltempo, forse il cedimento per il peso eccessivo, forse entrambe le cose. Quel che è certo è che il mare, al momento del disastro, era in condizioni estremamente difficili.

I superstiti, tratti in salvo e portati a Lampedusa, hanno ricevuto assistenza medica immediata e sono stati presi in carico dalle autorità. Le loro testimonianze saranno decisive per ricostruire minuto per minuto la tragedia e accertare l’eventuale coinvolgimento di scafisti.

Nel frattempo, le ricerche non si fermano: Guardia Costiera, Marina Militare e unità di Frontex stanno battendo senza tregua l’area del naufragio, affiancati da elicotteri che perlustrano dall’alto. Ogni minuto che passa riduce le speranze di trovare sopravvissuti, ma nessuno si arrende.

Lampedusa, ancora una volta, diventa epicentro di un dramma umanitario che sembra non avere fine. Negli ultimi mesi, complice l’instabilità politica internazionale e la pressione migratoria crescente, l’isola ha visto moltiplicarsi gli sbarchi e le emergenze.

Le autorità locali lanciano un nuovo appello: “Non possiamo affrontare da soli una crisi di questa portata – ha dichiarato un operatore – servono risposte strutturali, non emergenziali”.

Intanto, i corpi delle vittime saranno trasferiti sulla terraferma per il riconoscimento e, se possibile, una sepoltura dignitosa. Molti di loro restano senza nome, uomini, donne e bambini che hanno lasciato tutto per inseguire un futuro migliore, scomparsi senza nemmeno una storia ufficiale.

Il naufragio di oggi riapre una ferita profonda nell’Europa. Una ferita che non si rimargina e che richiama con forza l’urgenza di affrontare la questione migratoria con decisione, prima che un’altra vita venga spezzata in mare.

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