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Iacchetti: “Per aver detto la verità su Gaza sto perdendo lavoro e ricevo minacce di morte”

Enzo Iacchetti, noto comico e conduttore televisivo italiano, ha reso pubblica la difficile situazione personale e professionale che sta attraversando a seguito delle sue dichiarazioni sul conflitto di Gaza. L’artista ha rivelato di ricevere minacce di morte e di aver subito una significativa riduzione delle opportunità lavorative, pur mantenendo fermamente le sue posizioni.

Il confronto televisivo che ha scatenato la polemica

La vicenda è iniziata con un acceso confronto in diretta televisiva con Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele. Durante il dibattito, Mizrahi ha pronunciato parole che Iacchetti ha definito inaccettabili, suscitando la reazione immediata del conduttore. Questo episodio ha attirato l’attenzione mediatica e ha diviso l’opinione pubblica, trasformandosi in un caso di rilevanza politica e culturale.

Conseguenze personali e reazioni pubbliche

Iacchetti ha denunciato di trovarsi ora in una posizione difficile: «Sto perdendo parecchio lavoro e ricevo minacce di morte», ha affermato, sottolineando come alcune delle minacce ricevute siano estremamente gravi. Nonostante ciò, ha ribadito di non voler rinnegare nulla delle sue dichiarazioni, definendo il suo intervento come un atto di «supplenza morale» in un contesto in cui chi dovrebbe parlare resta silenzioso.

Solidarietà e silenzi istituzionali

Tra le manifestazioni di sostegno, si segnalano quelle di figure pubbliche come Rula Jebreal e Antonio Ricci. Quest’ultimo ha omaggiato Iacchetti con un video storico che testimonia come la satira possa rappresentare una voce indipendente e coraggiosa. Al contrario, il conduttore ha espresso rammarico per l’assenza di supporto da parte del mondo politico, in particolare da esponenti della sinistra, evidenziando un vuoto di rappresentanza nel dibattito pubblico.

Critiche rivolte al governo e ai media

Iacchetti ha espresso giudizi severi nei confronti dell’attuale governo italiano, citando in particolare le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini come motivo di vergogna. Ha inoltre criticato alcuni organi di informazione e opinionisti, accusandoli di attacchi ingiustificati e di scarsa professionalità, distinguendo però tra veri giornalisti e quelli che definisce «giornalai».

Un impegno civile radicato e motivato

L’artista ha ricordato il suo lungo impegno a favore dei diritti del popolo palestinese, iniziato in giovane età attraverso partecipazione a manifestazioni e sostegno alle cause sociali. Ha precisato che la sua posizione non è dettata da appartenenze politiche, ma da un senso di giustizia e umanità, evidenziando il dolore per la persistente sofferenza della popolazione coinvolta nel conflitto.

La determinazione a non tacere nonostante le difficoltà

Nonostante le ripercussioni negative sul piano lavorativo, Iacchetti ha confermato la sua volontà di continuare a parlare del dramma di Gaza, rifiutando di diventare un semplice opinionista o polemista. Ha espresso il desiderio di tornare a svolgere il suo mestiere di comico e attore, ma ha sottolineato come il silenzio sarebbe una forma di complicità inaccettabile.

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