Avanzamento della Flotilla e aumento della tensione nella zona a rischio
La Global Sumud Flotilla continua il suo viaggio verso la Striscia di Gaza, avvicinandosi progressivamente alla cosiddetta “zona rossa”, area caratterizzata da elevati rischi di intercettazione e conflitti. La notte è stata segnata da diversi episodi di particolare rilievo, tra cui l’avvistamento di imbarcazioni non identificate e il sorvolo di droni israeliani, elementi che hanno innalzato il livello di allerta a bordo delle navi.
Attraverso i canali ufficiali, la Flotilla ha comunicato di trovarsi a meno di 140 miglia nautiche dalla costa di Gaza, confermando la volontà di proseguire nonostante le pressioni ricevute. Le imbarcazioni non contrassegnate che si sono avvicinate nelle prime ore del mattino hanno attivato immediatamente i protocolli di sicurezza, senza però che si registrassero contatti diretti.

Ruolo della Marina Militare italiana e posizione degli attivisti
La fregata Alpino della Marina militare italiana ha ribadito attraverso comunicazioni ufficiali di non oltrepassare il limite delle 150 miglia nautiche da Gaza, dichiarandosi pronta a fornire assistenza in caso di emergenza e ad accogliere chi volesse abbandonare la missione. Questo limite sarà raggiunto nella notte, momento in cui l’equipaggio della Flotilla dovrà decidere se proseguire il viaggio verso la zona più pericolosa.
In un video diffuso dalla parlamentare europea Benedetta Scuderi, presente sulla Flotilla, è stato confermato l’avvicinamento dell’esercito israeliano e la preparazione degli equipaggi alle possibili evoluzioni della situazione. Le condizioni a bordo sono state descritte come cariche di tensione, con una costante attenzione alle misure di sicurezza.
Appelli e reazioni politiche in Italia
La questione ha suscitato reazioni importanti in ambito politico. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivolto un appello alla Flotilla, invitandola a fermarsi per non compromettere il fragile equilibrio del piano di pace promosso dagli Stati Uniti. Meloni ha sottolineato come ogni azione contraria rischi di alimentare il conflitto e danneggiare la popolazione civile palestinese che si intende aiutare.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, pur riconoscendo l’illegittimità del blocco navale israeliano, ha esortato alla prudenza per la sicurezza degli attivisti a bordo della Flotilla. Nel frattempo, la delegazione italiana del Global Movement to Gaza ha espresso stupore per la posizione governativa, definendo la missione umanitaria un’azione pacifica e civile, non una minaccia.
Mobilitazioni e risposte della società civile
A Roma, davanti alla stazione Termini, si è svolta una veglia notturna di solidarietà con la Flotilla, con la partecipazione di associazioni, sindacati e attivisti. Parallelamente, sono stati annunciati scioperi e mobilitazioni in caso di attacchi alle imbarcazioni, con la Cgil e l’Usb pronte a promuovere azioni di protesta su scala nazionale.

Controversie e accuse reciproche
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno accusato la Flotilla di avere legami con gruppi armati collegati ad Hamas, ipotesi respinta categoricamente dagli attivisti, che hanno definito tali affermazioni come tentativi di delegittimare la missione. Un gruppo di giuristi internazionali ha inoltre dichiarato che il blocco navale israeliano viola il diritto internazionale, sostenendo che l’intercettazione delle imbarcazioni rappresenterebbe un atto illegale.
Nel frattempo, le tensioni si sono riflesse anche negli scali portuali italiani, con scioperi e proteste contro la presenza di navi israeliane, e manifestazioni universitarie che hanno minacciato di bloccare le attività in segno di solidarietà.

Situazione attuale e prospettive
La Flotilla si trova ora a meno di 10 miglia nautiche dalla zona più pericolosa, con l’ingresso imminente nell’area in cui in passato sono stati effettuati blocchi e attacchi. La situazione rimane estremamente delicata e il rischio di un intervento militare israeliano è concreto. Gli sviluppi delle prossime ore saranno cruciali per definire il futuro della missione e le ripercussioni sulle dinamiche regionali.