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Jannik Sinner, brutto colpo per il campione: gli italiani non lo perdonano

Non è più soltanto una questione sportiva: Jannik Sinner è diventato un fenomeno culturale e perfino politico. A dimostrarlo è un sondaggio SWG per la Gazzetta dello Sport, che fotografa quanto il campione altoatesino sia ormai al centro del dibattito pubblico — e non solo per le sue imprese sul campo.

Il tutto accade mentre il tennista è finito nel mirino di Maurizio Crozza, che in una recente puntata di Fratelli di Crozza lo ha imitato con una satira pungente (e duramente criticata) accusandolo di “patriottismo a giorni alterni”. Alle polemiche si è aggiunto anche Bruno Vespa, che sui social ha espresso più volte perplessità sulla decisione di Sinner di rinunciare alle final eight di Coppa Davis in programma a Bologna a fine novembre.

Secondo la rilevazione SWG, quasi due italiani su tre giudicano “ingiustificabile” la scelta del numero 2 del mondo di non rispondere alla convocazione del capitano azzurro Filippo Volandri. Un dato sorprendente, se si considera che proprio Sinner aveva riportato la Coppa Davis in Italia dopo quasi cinquant’anni, trascinando la squadra al trionfo nella scorsa edizione, come fece nel 1976 la leggendaria formazione di Panatta e Bertolucci.

Il sondaggio analizza anche la percezione pubblica del “personaggio Sinner”. Una parte degli intervistati ritiene che il tennista dovrebbe essere in qualche modo sanzionato, pur in assenza di qualsiasi obbligo regolamentare di partecipazione alla Davis. Una posizione che contrasta con la prassi di molte superstar del tennis mondiale — da Federer a Nadal, da Murray a Djokovic — spesso assenti nelle competizioni a squadre senza suscitare simili critiche.

Altro tema che divide è la residenza a Montecarlo del 24enne di San Candido: uno su due non approva la scelta, nonostante Sinner abbia più volte spiegato che si tratta di una decisione legata alla logistica degli allenamenti e non a motivi fiscali.

Eppure, tra polemiche e malintesi, la maggioranza degli italiani continua a considerarlo un personaggio positivo, simbolo di dedizione e talento. Molti confidano che l’Italia, con Musetti, Berrettini e compagni, possa comunque difendere la Coppa Davis anche senza il suo leader. Un segnale che, nonostante le divisioni, la passione per il tennis italiano resta più viva che mai.

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