Il Mali sta attraversando una fase critica a causa di un blocco dei rifornimenti di carburante imposto da gruppi jihadisti, che ha causato una grave penuria energetica su scala nazionale. Le principali strade sono bloccate, le forniture di elettricità sono drasticamente ridotte e la capitale Bamako affronta continui blackout, aggravando una situazione economica e sociale già fragile.

Di fronte a questa emergenza, il Ministero degli Affari Esteri italiano, tramite la Farnesina, ha diffuso un messaggio di allerta rivolto ai cittadini italiani. È fortemente sconsigliato qualsiasi viaggio verso il Mali e gli italiani presenti nel Paese sono invitati a lasciare il territorio al più presto. Inoltre, è raccomandato verificare la propria registrazione presso l’Ambasciata italiana a Bamako attraverso il sito DoveSiamonelMondo.it o l’applicazione Viaggiare Sicuri, per una pronta assistenza in caso di necessità.

La crisi è scaturita da un blocco economico imposto da oltre un mese dal gruppo jihadista Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (Jnim), affiliato ad Al Qaeda. Il Jnim ha vietato l’importazione di carburante dai Paesi limitrofi, in risposta alle azioni della giunta militare al potere dal 2021 che aveva interrotto i rifornimenti nelle zone controllate dai jihadisti. Il blocco si concretizza in attacchi e intimidazioni lungo le autostrade, costringendo centinaia di autocisterne a restare ferme ai confini, con conseguenze devastanti per l’economia nazionale.

La scarsità di carburante e l’instabilità elettrica hanno provocato la sospensione delle attività scolastiche fino al 10 novembre, come annunciato dal Ministro dell’Istruzione Amadou Sy Savane. La capitale Bamako registra lunghe code ai distributori rimasti operativi e un aumento significativo dei prezzi dei beni di prima necessità, aggravando la situazione di povertà di metà della popolazione, in un Paese tra i meno sviluppati al mondo.
Le Forze Armate del Mali, pur ostacolate dalla carenza di carburante, stanno cercando di garantire i rifornimenti vitali scortando le autocisterne verso la capitale. Parallelamente, intensificano i raid aerei contro le postazioni del Jnim per tentare di superare il blocco e ristabilire la normale circolazione di carburante e beni essenziali, in una situazione che rappresenta una corsa contro il tempo per evitare un collasso ancora più ampio.