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“Voglio morire anche io”. La tragedia di Leonardo all’asilo, a soli 2 anni: dramma nel dramma

Una comunità sotto shock per la morte del piccolo Leonardo

Nel comune di Soci, il lutto ha colpito profondamente la comunità dopo la tragica morte del bambino di due anni, Leonardo, deceduto a seguito di un soffocamento causato dal laccio della sua felpa mentre si trovava nel giardino dell’asilo nido. Giovedì sera, circa 1.500 persone hanno partecipato alla fiaccolata organizzata in sua memoria, un momento collettivo di dolore e di ricerca di risposte.

La vicenda ha scosso l’intero territorio del Casentino, con molti cittadini che hanno sollevato dubbi sulla possibile negligenza da parte del personale dell’asilo, sebbene la procura di Arezzo mantenga un atteggiamento prudente e non abbia ancora definito responsabilità.

Dettaglio del giardino dell’asilo nido di Soci

Le indagini, affidate ai carabinieri, sono coordinate dalla procura di Arezzo, che non esclude l’ipotesi di omissione di vigilanza. Al momento non vi sono certezze definitive, ma le autorità stanno procedendo con accertamenti approfonditi e il conferimento dell’autopsia è previsto nei prossimi giorni.

Le dinamiche dell’incidente e le ipotesi investigative

Secondo una nuova ipotesi emersa dagli accertamenti, il piccolo Leonardo potrebbe essersi arrampicato su un arbusto nel giardino dell’asilo e, nel tentativo di scendere, il laccio della sua felpa si sarebbe impigliato in un ramo, provocandone il soffocamento. Questa ricostruzione, basata sulle testimonianze raccolte e sull’analisi del luogo dell’incidente, potrebbe configurare una possibile distrazione nella vigilanza da parte del personale.

I carabinieri della compagnia di Bibbiena stanno continuando a raccogliere testimonianze e a ispezionare gli spazi del nido, che resta sotto sequestro. Il primo rapporto investigativo sarà consegnato al pubblico ministero Angela Masiello, che valuterà se aprire un fascicolo per omicidio colposo o iscrivere persone nel registro degli indagati.

La cooperativa Koinè, responsabile della gestione dell’asilo, ha assicurato che tutti i parametri di sicurezza erano rispettati e che l’ambiente era conforme alle normative vigenti.

Il dolore della famiglia e della comunità

Leonardo viveva con i suoi genitori e il fratello maggiore in una abitazione vicino all’asilo. La famiglia Ricci è molto conosciuta nel paese, e la notizia della tragedia ha lasciato un segno profondo in tutti. I nonni, devastati dal dolore, non sono riusciti a rilasciare dichiarazioni, mentre la prozia ha espresso l’incredulità e il dolore della famiglia affermando: “Non si può morire così, a due anni, nel giardino di un nido”.

Il personale dell’asilo è stato fortemente colpito dall’accaduto, con una maestra che, in preda a una crisi d’ansia, ha esclamato: «voglio morire anch’io» ed è stata trasportata in ospedale. Davanti all’ingresso del nido “Ambarabà Ciccì Coccò” è stato allestito un altarino con peluche, fiori e messaggi di cordoglio da parte delle famiglie della zona.

Il vescovo di Arezzo, Andrea Migliavacca, ha inviato una lettera di cordoglio, mentre la comunità attende con apprensione i risultati dell’autopsia per comprendere appieno le cause e le responsabilità di questo dramma.

Ambulanza intervenuta sul luogo della tragedia a Soci

Le prossime fasi dell’inchiesta e il ricordo di Leonardo

La procura attende i risultati delle analisi autoptiche e dei rilievi sul luogo della tragedia per stabilire se l’incidente fosse evitabile o se si sia trattato di una fatalità. La complessità della vicenda impone un’attenta valutazione delle dinamiche e delle eventuali omissioni.

Leonardo rimarrà nella memoria della comunità come “il bambino dagli occhi chiari”, simbolo di un dolore profondo e di un interrogativo che coinvolge l’intera società sul tema della sicurezza e della vigilanza nei luoghi dedicati all’infanzia.

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