Un’esplosione devastante ha colpito la stazione di polizia di Srinagar, nel Kashmir amministrato dall’India, causando la morte di almeno nove persone e il ferimento di una trentina. L’evento ha evidenziato gravi vulnerabilità nelle procedure di sicurezza durante la manipolazione di materiali esplosivi sequestrati, sollevando interrogativi sulla gestione del rischio in un’area già segnata da tensioni e attività clandestine.
Contesto dell’esplosione e indagini in corso
L’incidente si è verificato all’interno del complesso di Nowgam, dove personale della polizia scientifica stava analizzando un ingente quantitativo di materiale esplosivo appena sequestrato. Il deposito proveniva dall’Università Al Falah di Faridabad, nell’Haryana, ed era parte di un’indagine che coinvolge una rete clandestina sospettata di organizzare strutture logistiche per attacchi terroristici.
La detonazione è avvenuta durante la fase di prelievo di campioni, momento particolarmente delicato data l’instabilità del materiale. Tra le prime ipotesi, un errore nella manipolazione potrebbe aver scatenato l’esplosione fatale, ora oggetto di approfondite verifiche da parte degli inquirenti.
La rete dei colletti bianchi e l’attentato al Forte Rosso
Le indagini hanno rivelato che l’esplosivo era legato a un gruppo definito “rete dei colletti bianchi“, composto da persone inserite nella società civile con ruoli professionali rispettabili e apparentemente lontani da attività militanti. Tra i sospettati figura anche Umar Un Nabi Mohammed, trentaseienne kashmiro, medico senza precedenti penali, ritenuto coinvolto nell’attentato del 10 novembre al Forte Rosso.
Questa strategia di infiltrazione rappresenta una sfida significativa per le autorità, poiché individui con profili insospettabili possono facilitare operazioni terroristiche sotto copertura.
Analisi delle procedure di sicurezza e responsabilità
L’episodio ha sollevato dubbi circa la correttezza delle procedure adottate nella gestione, trasporto e analisi di materiali pericolosi. Le autorità stanno esaminando ogni fase della catena operativa: dal trasporto del materiale all’interno delle strutture di Srinagar, alle condizioni dei locali impiegati, fino alla preparazione e dotazione del personale coinvolto.
La tragedia di Nowgam mette in evidenza non solo una perdita umana significativa ma anche una vulnerabilità sistemica nel contrasto al terrorismo, con implicazioni per la sicurezza nell’intero territorio indiano.