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Ornella Vanoni, desiderio esaudito: “Suonerò io al suo funerale”. Glielo aveva chiesto

La recente scomparsa di Ornella Vanoni ha scosso profondamente il panorama musicale italiano, generando un’ondata di emozioni che si diffonde tra colleghi e appassionati. Tra i protagonisti del suo ricordo più intimo spicca Paolo Fresu, celebre trombettista sardo e amico di lunga data, che ha condiviso un messaggio intenso e personale sul rapporto che li legava. Fresu ha rivelato un particolare toccante: sarà lui a eseguire la musica al funerale della cantante, come da volontà espressa dalla stessa Vanoni anni fa.

Il musicista ha scelto Facebook per raccontare questo legame profondo, svelando un episodio che risale a una telefonata ricevuta mentre si trovava a Bologna, dopo aver accompagnato il figlio a scuola. In quella conversazione, Ornella gli confidò quale brano desiderava fosse suonato nel giorno dell’addio. “Non posso rivelare il pezzo che eseguirò al funerale… mi ha svelato quel desiderio, indicandomi cosa suonare. È stato un momento che mi ha colpito molto”, ha dichiarato Fresu al Tg di Videolina, aggiungendo con un sorriso che spesso scherzavano sul fatto che, se fosse morto prima lui, Ornella avrebbe dovuto cantare al suo funerale.

Il messaggio di Paolo Fresu si sviluppa come un flusso emotivo nell’”vuota mattina di novembre” in cui ammette di non sapere da dove iniziare a raccontare. Ricorda il loro primo incontro al Tangram di Milano nei primi anni Novanta, una collaborazione che ha attraversato quasi trent’anni di risate, emozioni e musica condivisa. Per descrivere Ornella, Fresu cerca aggettivi e immagini che riescano a catturare la complessità di un’artista fatta di passioni, successi, cadute e rinascite: “Ornella è l’emozione della vita. La sua e la nostra”.

Le parole di Fresu dipingono Ornella come una donna sfuggente, che rifuggiva la banalità e trasformava il palco in uno spazio di condivisione profonda dei sentimenti più intimi. Racconta aneddoti che svelano la sua umanità: “tremava come una foglia prima di esibirsi, per poi affrontare il palco come una leonessa”, e le loro telefonate settimanali iniziate con un semplice “come va?”. Questi ricordi scorrono veloci, mentre il tempo lo spinge a prepararsi per l’ultimo saluto.

Nella loro storia comune, c’è anche la nascita di un sodalizio artistico, iniziato grazie a un incontro al Tangram che Fresu ricorda con affetto. Ornella, colpita dalla sua performance, gli lasciò un biglietto con il numero di telefono e una proposta di collaborazione. Da quell’intesa nacque il disco “Argilla”, un progetto innovativo che le restituì creatività e fiducia, spingendola anche a scegliere una copertina audace e anticonvenzionale.

Oggi, nel momento del commiato, queste storie riaffiorano come testimonianze di un legame duraturo e autentico. Nel racconto di Fresu emerge l’immagine di Ornella Vanoni più vera, quella di un’artista capace di sorprendere, emozionare e lasciare un’impronta indelebile in chi ha condiviso con lei il percorso artistico e umano. Anche dopo la sua scomparsa, Ornella continua a vivere attraverso la musica e le parole di chi l’ha conosciuta da vicino.

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