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Arrestato il tiktoker “re dei maranza”: comportamenti gravissimi, cosa ha fatto

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  • Luigi 

Said Alì, conosciuto online come Don Alì e ormai celebre per essersi definito «il re dei maranza», è stato rintracciato e arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Torino dopo essersi reso irreperibile. Il giovane, 24 anni, nato in Marocco ma cittadino italiano, era finito da tempo sotto la lente degli inquirenti a causa delle continue intimidazioni rivolte a un maestro di scuola elementare. Le indagini, coordinate dalla Procura torinese, hanno portato gli agenti a cercarlo fino alle cantine di un edificio nella zona di Barriera di Milano, dove è stato individuato. Ha tentato la fuga, ma è stato fermato poco dopo e condotto in Questura.

L’intera vicenda aveva iniziato a far discutere già settimane prima, quando sui social era apparso un filmato in cui Don Alì affrontava verbalmente un insegnante, accusandolo di aver maltrattato un alunno. Il docente era stato circondato da lui e da due persone del suo gruppo, con minacce e insulti che avevano spinto l’uomo a presentare denuncia. Quel video, pubblicato come reel su Instagram, mostrava anche alcuni schiaffi alla nuca; nelle didascalie, il maestro veniva definito «pedofilo», un’accusa poi smentita dagli accertamenti investigativi.

Parallelamente a questo episodio, nello stesso periodo si era verificata un’altra aggressione nella zona tra Aurora e Barriera di Milano. Una troupe della trasmissione Dritto e Rovescio, impegnata nella realizzazione di un servizio proprio sulla figura di Don Alì, era stata assalita da un uomo incappucciato armato di una mazza chiodata. L’aggressore si era accanito sull’auto della redazione, mandandone in frantumi il parabrezza, per poi dileguarsi. Su questo episodio continuano a indagare i carabinieri.

Secondo gli inquirenti, le condotte di Don Alì verso l’insegnante configurano una serie di atti persecutori. Per lo stesso reato sono stati sottoposti all’obbligo di firma anche due uomini di Torino, di 24 e 27 anni, ritenuti suoi complici. La situazione per il docente era diventata così pesante da provocargli uno stato d’ansia certificato, con ripercussioni anche sulla sua vita familiare.

Nei giorni successivi alla pubblicazione dei video, Don Alì aveva continuato a parlare pubblicamente della vicenda, rilanciando estratti della propria intervista alle Iene e dichiarando la necessità di «punire» chi abusa dei minori. In un altro messaggio rivolto al docente, aveva aggiunto: «e se la prossima volta abusi un bambino, finirà molto peggio!». Le verifiche svolte dalla Procura hanno permesso di escludere che l’insegnante avesse effettivamente commesso quanto gli veniva imputato, mentre le responsabilità di Don Alì sono state collegate anche a un altro episodio violento avvenuto l’11 novembre ai danni della troupe televisiva.

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