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Ritrovamento shock in Italia: tutti morti. La svolta atroce, come un film horror

Casolare abbandonato a Udine

Un casolare dismesso situato lungo via Bariglaria, nella periferia est di Udine, è stato teatro ieri di un intervento prolungato dopo il ritrovamento di due corpi senza vita all’interno dell’edificio. Il luogo, di solito frequentato solo da passanti e ciclisti, si è trasformato rapidamente in una scena di indagine complessa, attirando le forze dell’ordine e i soccorritori. L’allarme è stato lanciato verso mezzogiorno da un passante che ha notato una situazione insolita nei pressi della struttura, attivando così il 112 e facendo intervenire immediatamente polizia, vigili del fuoco e personale sanitario.

La struttura, chiusa da tempo e recintata per evitare intrusioni, era nota in zona per episodi di occupazioni abusive e presenze irregolari. All’interno, oltre ai corpi, sono stati trovati giacigli improvvisati, sacchi a pelo e un braciere, segni evidenti di un soggiorno prolungato o di un tentativo di creare un riparo di fortuna. L’accesso è stato reso possibile solo dopo un’accurata messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco, a causa del degrado strutturale e della pericolosità dei solai. Le vittime, straniere e senza fissa dimora, si trovavano in un locale seminterrato, privo di aerazione, con condizioni che hanno accelerato la decomposizione, complicando la stima precisa del momento del decesso.

Intervento delle forze dell'ordine a Udine

Dalle prime verifiche effettuate dalla Questura non sono emersi segni evidenti di violenza sui corpi. Sono però in corso esami medico-legali approfonditi per chiarire le cause della morte. L’ipotesi al momento più accreditata è quella di un’intossicazione da monossido di carbonio, favorita dall’utilizzo del braciere in uno spazio chiuso e senza ventilazione, durante le notti fredde. Le salme sono state trasferite all’Istituto di Medicina Legale di Udine per gli accertamenti dattiloscopici e per confronti con denunce di scomparsa, fondamentali per stabilire l’identità delle vittime. Nel frattempo, la Squadra Mobile continua a raccogliere informazioni sul territorio, monitorando movimenti e presenze lungo la pista ciclabile e nelle aree limitrofe. La posizione isolata del casolare e la scarsa frequentazione notturna complicano la ricostruzione degli ultimi momenti di vita delle due persone, riaccendendo il dibattito sulle condizioni di chi vive ai margini della società e sui pericoli nascosti in luoghi abbandonati e non sicuri.

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