L’adolescenza può rivelarsi un periodo complesso, specialmente quando si affrontano disturbi neuroevolutivi come l’ADHD. Martina Colombari, ex Miss Italia e protagonista di “Ballando con le stelle”, ha recentemente condiviso l’esperienza personale legata alla diagnosi di ADHD del figlio Achille Costacurta. Un racconto che offre una prospettiva diretta sui segnali e sulle difficoltà legate a questo disturbo.
Il percorso di Achille: tra comportamenti problematici e diagnosi tardiva
La vicenda di Achille non si limita a episodi di disagio adolescenziale o dipendenze, ma evidenzia come spesso i sintomi dell’ADHD vengano erroneamente interpretati come ribellione. Martina Colombari ha descritto una lunga fase di incertezze e difficoltà, culminata a 15 anni con un arresto per spaccio e un tentativo di suicidio, eventi che hanno segnato profondamente la famiglia.
La svolta si è verificata durante un ricovero in una clinica svizzera per dipendenze, dove ad Achille è stato diagnosticato ufficialmente il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Questa diagnosi ha permesso di leggere sotto una nuova luce i comportamenti osservati negli anni precedenti.
Cos’è l’ADHD: definizioni e caratteristiche principali
L’ADHD è definito dall’Istituto Superiore di Sanità come un disturbo neuro-psichico di sviluppo che interessa bambini e adolescenti, manifestandosi fin dai primi anni di vita. Non si tratta di una fase transitoria o di semplice distrazione, ma di una condizione con impatti significativi sulla vita quotidiana.
Il Manuale MSD specifica che i sintomi devono comparire entro i 12 anni, anche se spesso la diagnosi avviene in età più avanzata. Lo psicologo Gian Marco Marzocchi sottolinea che non basta un carattere distratto per diagnosticare l’ADHD: i sintomi devono essere persistenti, pervasivi e presenti da almeno sei mesi.
Riconoscere i sintomi dell’ADHD in bambini e adulti
I segnali tipici nei bambini includono difficoltà di concentrazione, impulsività, incapacità di rispettare i turni e una vivacità costante che può essere scambiata per maleducazione. Nel corso della crescita, questi sintomi si trasformano e nell’età adulta si manifestano come agitazione interna, difficoltà nella pianificazione e sbalzi d’umore.
Il DSM elenca nove sintomi per la disattenzione e nove per l’iperattività/impulsività; per una diagnosi clinica sono necessari almeno sei sintomi in una delle due categorie. La confusione diagnostica con altri disturbi come ansia o depressione può ritardare il trattamento adeguato.
Impatto e gestione dell’ADHD nella vita adulta
Le persone adulte con ADHD affrontano sfide significative nella gestione del tempo, nell’organizzazione personale e nel controllo delle emozioni. Mentre alcuni sviluppano strategie compensative, altri possono sperimentare frustrazione e senso di inadeguatezza, spesso fraintesi come caratteristiche personali anziché manifestazioni di un disturbo.
- Prima dei 6–7 anni: comparsa dei primi segnali comportamentali.
- Età scolare e adolescenza: difficoltà di concentrazione, impulsività e distrazione.
- Età adulta: impazienza, agitazione, difficoltà di concentrazione e possibile confusione diagnostica.
Strategie terapeutiche e prospettive future
Le cause dell’ADHD non sono completamente note, ma si riconosce una componente genetica significativa. I trattamenti disponibili, che includono la terapia comportamentale e in alcuni casi il trattamento farmacologico, possono migliorare notevolmente la qualità della vita.
Secondo i National Institutes of Health, tra il 70% e l’80% dei bambini risponde positivamente ai trattamenti. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda un’attenta valutazione clinica e test diagnostici adeguati per stabilire l’appropriatezza del trattamento farmacologico, con l’obiettivo di permettere a chi convive con l’ADHD di esprimere al meglio il proprio potenziale.