L’ex Alta Rappresentante dell’Unione Europea per la Politica Estera e di Sicurezza, Federica Mogherini, è stata fermata nell’ambito di una complessa inchiesta che coinvolge presunte irregolarità nell’utilizzo di fondi europei. L’operazione, condotta dalle autorità belghe, ha interessato istituzioni di rilievo come il Collegio d’Europa e il Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS), segnando una fase delicata per la politica estera dell’UE.
Le perquisizioni e le ipotesi di reato
All’alba sono state eseguite diverse perquisizioni dalla polizia federale belga in sedi istituzionali e abitazioni private riconducibili agli indagati. Sono stati sequestrati numerosi documenti e sono stati effettuati tre fermi per interrogatorio, tra cui quello di Mogherini stessa. Le accuse avanzate dalla Procura europea (Eppo) includono frode negli appalti pubblici, corruzione e conflitto di interessi. L’azione investigativa è stata condotta con grande riservatezza e precisione, dimostrando la gravità delle ipotesi contestate.
Focus sull’Accademia diplomatica europea
Le indagini si concentrano su un presunto uso improprio di fondi UE tra il 2021 e il 2022, in particolare riguardo al finanziamento della nuova Accademia diplomatica europea. Questo programma, ospitato presso il Collegio d’Europa, avrebbe visto un possibile accesso anticipato a informazioni riservate da parte di alcuni rappresentanti, compromettendo la regolarità della gara d’appalto e favorendo il Collegio stesso.
Acquisto immobiliare e gara d’appalto da 654.000 euro
Particolare attenzione viene data a un acquisto immobiliare del Collegio d’Europa del 2022, un edificio a Bruges per 3,2 milioni di euro destinato a ospitare i partecipanti all’Accademia. L’acquisto è avvenuto poco prima del lancio di una gara d’appalto, poi aggiudicata al Collegio per 654.000 euro. Le autorità stanno valutando un possibile collegamento tra le due operazioni, ipotizzando un meccanismo di vantaggio indebito e frode.
Coordinamento internazionale delle autorità
La gravità del caso è confermata dal coinvolgimento di più enti europei, tra cui l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) e la Procura europea (Eppo), che coordinano le indagini assieme alla polizia federale belga. L’operazione evidenzia la priorità attribuita a garantire la trasparenza e l’integrità delle istituzioni europee, con particolare riguardo alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione.