
Arresto e misure cautelari nell’inchiesta sulla corruzione in Sicilia
L’ex governatore siciliano Totò Cuffaro è stato sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Palermo che indaga presunti illeciti legati ad appalti e nomine pubbliche in Sicilia. L’ordinanza è stata eseguita dai carabinieri del Ros, mentre per altri due indagati di rilievo, il deputato nazionale Saverio Romano e il deputato regionale Carmelo Pace, non sono state disposte misure restrittive.
Il presunto “comitato d’affari” e le gare pilotate
Secondo gli inquirenti, al centro dell’indagine vi sarebbe un vero e proprio “comitato d’affari” con Cuffaro in posizione dominante. Il gruppo avrebbe influenzato appalti pubblici, nomine di vertici sanitari e concorsi pubblici, orientando le decisioni a favore di soggetti di interesse.
Tra i procedimenti al vaglio figurano la “gara ausiliariato” indetta dall’Asp di Siracusa e un concorso pubblico per 15 operatori socio-sanitari presso l’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo, entrambi sospettati di essere stati manipolati.
Nomine e favori: il ruolo delle società coinvolte
La Procura ha evidenziato che il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Alessandro Maria Caltagirone, nominato con l’appoggio di Cuffaro tramite intermediari politici, avrebbe favorito l’aggiudicazione della gara alla società Dussmann Service Srl. In cambio, la società avrebbe concesso vantaggi contrattuali a dipendenti segnalati da Cuffaro, subappalti ad aziende affiliate e incrementi di prestazioni affidate alla Euroservice Srl.
Le indagini hanno individuato come referenti della Dussmann Mauro Marchese e Marco Dammone, rispettivamente legale rappresentante e funzionario commerciale. Anche Sergio Mazzola, legato politicamente a Saverio Romano, sarebbe stato parte delle trattative. Il giudice ha disposto misure cautelari solo per Cuffaro, Marchese e Dammone, con obblighi di presentazione e divieti di attività imprenditoriale per i due ultimi.

Il concorso pubblico truccato e le figure coinvolte
Nel caso del concorso per operatori socio-sanitari, risultano coinvolti Roberto Colletti, ex direttore generale dell’azienda Villa Sofia-Cervello, e Antonio Iacono, direttore del “Trauma Center” e presidente della commissione esaminatrice. Secondo l’accusa, entrambi avrebbero accettato promesse di favori da Cuffaro e dal suo collaboratore Vito Raso per garantire l’esito favorevole ai candidati indicati dall’ex governatore.
A Cuffaro, Colletti e Iacono sono stati concessi gli arresti domiciliari, mentre Raso ha l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Raso avrebbe ricevuto preventivamente le tracce d’esame dai pubblici ufficiali e le avrebbe trasmesse ai candidati favoriti, con l’obiettivo di confermare Colletti nel ruolo di direttore generale e assicurare a Iacono la direzione dell’unità di Anestesia e Rianimazione.
Accertamenti su flussi finanziari e conclusioni dell’inchiesta
L’indagine ha inoltre approfondito presunti flussi di denaro dall’imprenditore Alessandro Vetro a Cuffaro e Pace, destinati a Giuseppe Tomasino, direttore generale del Consorzio di bonifica occidentale, per ottenere appalti regionali. Il giudice ha però respinto le richieste di misure cautelari per questa parte della vicenda.
La Procura di Palermo prosegue nelle indagini e valuterà eventuali richieste di rinvio a giudizio, mantenendo alta l’attenzione sull’operato di Cuffaro e degli altri indagati.