
Quella che sembrava una storia finita nel silenzio, fatta di frequentazioni brevi e promesse interrotte, si è trasformata in un agguato pianificato nei dettagli. Una vendetta che, secondo gli inquirenti, una 26enne barese avrebbe meditato per settimane, fino al giorno dell’8 marzo, quando ha deciso di passare all’azione.
La donna, ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, avrebbe attirato il suo ex – un 46enne con un matrimonio alle spalle – a casa sua, con la scusa di restituirgli alcuni effetti personali. Pochi istanti dopo, però, quel rientro in cortile si è trasformato in una scena da far west.
Secondo la ricostruzione della squadra mobile di Bari, coordinata dalla Procura, tutto nasce dal rifiuto dell’uomo di riconoscere il bambino che la giovane sosteneva di aspettare. Una decisione che avrebbe scatenato in lei un sentimento crescente di rancore.
Gli atti parlano chiaro: «un vero e proprio agguato».
Prima la discussione sull’uscio, poi l’uomo che si gira per andarsene. Ed è in quel momento che lei impugna una pistola e spara il primo colpo, mancandolo. Il 46enne inizia a correre lungo il vialetto, mentre lei lo insegue sparando ancora: il secondo proiettile va a vuoto, il terzo lo colpisce alla gamba.
«Soddisfatta del risultato conseguito», annota il giudice, la 26enne rientra in casa. Un dettaglio che per il gip esclude l’intenzione di uccidere: se avesse voluto, avrebbe sparato ancora o mirato a zone vitali. Per questo il tentato omicidio contestato inizialmente è stato derubricato in lesioni personali aggravate dall’uso dell’arma.
Nel provvedimento, il gip dedica ampio spazio alla personalità dei protagonisti, entrambi appartenenti a famiglie con precedenti penali, in alcuni casi legati anche alla criminalità organizzata.
Riguardo alla donna, il giudice parla di «propensione alla violenza», convinta che i conflitti sentimentali possano «risolversi – o vendicarsi – con l’aggressione fisica».
E non sarebbe la prima volta: nel 2022, la 26enne avrebbe accoltellato la ex compagna del fratellastro, oggi collaboratore di giustizia.
Il 46enne, ferito e spaventato, inizialmente aveva mentito ai carabinieri: raccontò di essere stato colpito da un proiettile sparato da un’auto in corsa mentre faceva jogging. Una versione che crollò in poche ore.
Davanti a un poliziotto, l’uomo è scoppiato in lacrime e ha raccontato la verità, ammettendo di aver mentito per timore di ulteriori ritorsioni e per proteggersi.
Ora la 26enne attende il processo, mentre gli inquirenti continuano a scavare in una vicenda che, dietro l’apparenza di un litigio sentimentale, mostra il volto più buio di rancore, violenza e famiglie segnate da un passato difficile da dimenticare.