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Ucraina, il piano Trump: cambia tutto!

Il progetto di pace per l’Ucraina presentato dall’amministrazione Trump si basa su tre pilastri fondamentali: un documento per la pace, un accordo sulle garanzie di sicurezza e un piano per la ricostruzione economica. L’obiettivo è una soluzione globale al conflitto, ma la questione dei confini rimane il nodo più complesso. Kiev potrebbe rifiutare il compromesso, rischiando di protrarre la guerra nonostante le pesanti perdite umane ed economiche. Le trattative coinvolgono funzionari americani, europei e ucraini in un confronto delicato e articolato.

Dialoghi tra leader europei e americani per la pace

Emmanuel Macron ha riferito di una conversazione telefonica durata 40 minuti con Donald Trump e altri leader europei, tra cui il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. L’incontro ha avuto come scopo il tentativo di avanzare nel processo negoziale e valutare lo stato attuale del conflitto.

Questione territoriale e modello coreano

Il tema più delicato riguarda gli scambi territoriali. Mosca richiede il controllo del restante 25% dell’oblast di Donetsk ancora sotto amministrazione ucraina. Secondo i negoziatori statunitensi, Kiev rischierebbe comunque di perdere quel territorio nei mesi a venire. Per preservare la sovranità nazionale, Zelensky ha escluso ogni rinuncia formale. Si sta quindi valutando un modello simile a quello coreano, che prevede il riconoscimento de facto di una linea di controllo senza alcuna rinuncia de jure, mantenendo intatta la posizione politica e simbolica dell’Ucraina.

Zona smilitarizzata e monitoraggio internazionale

Il piano propone l’istituzione di una vasta zona smilitarizzata lungo la linea del cessate il fuoco, estesa da Donetsk fino a Zaporizhzhia e Kherson. Oltre a questo corridoio, è prevista una seconda fascia più ampia dove sarà vietata la presenza di artiglieria pesante. L’intera area sarà sottoposta a un monitoraggio internazionale continuo per prevenire nuove escalation e creare una barriera effettiva tra le forze armate coinvolte.

Ingresso accelerato dell’Ucraina nell’Unione Europea

Tra gli impegni del progetto figura l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea entro il 2027, una tempistica molto rapida rispetto agli standard comunitari. L’amministrazione Trump ritiene possibile superare le potenziali resistenze di paesi come l’Ungheria. L’ingresso nell’UE è visto sia come un impulso economico fondamentale sia come uno strumento per combattere la corruzione e rafforzare l’orientamento europeo dell’Ucraina, opponendosi alla pressione russa.

Garanzie di sicurezza e supporto militare

Gli Stati Uniti sono pronti a offrire garanzie «simili all’Articolo 5» della NATO, senza però equivalere a un’adesione formale all’Alleanza Atlantica. Questo meccanismo rappresenterebbe un elemento chiave per la difesa nazionale ucraina. Una task force è al lavoro per definire le modalità operative di risposta rapida, mentre il supporto dell’intelligence americana continuerà a essere cruciale. La dimensione dell’esercito ucraino è oggetto di discussione: dagli iniziali 600.000 uomini proposti si potrebbe passare a un limite di 800.000.

Situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia

Il piano prevede il ritorno della centrale nucleare di Zaporizhzhia sotto la gestione di Kiev. La presenza di personale tecnico americano fungerà da deterrente sensibile, una sorta di «tripwire» in grado di impedire ulteriori azioni ostili nell’area.

Fondi per la ricostruzione economica

Sul piano economico, il progetto mira a finanziare la ricostruzione dell’Ucraina attraverso una parte dei 200 miliardi di dollari di asset russi congelati nelle banche europee. Inoltre, si propone la creazione di un Fondo di Sviluppo da 400 miliardi di dollari, con la partecipazione di BlackRock e della Banca Mondiale. Questo sostegno finanziario dovrebbe facilitare la ripresa economica e accompagnare il percorso di integrazione europea.

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