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Google, l'A.I. Deepmind ha iniziato a camminare con le sue gambe

Cosa è successo all’intelligenza artificiale di Google? Un team di Alphabet, il nome del gruppo aziendale del motore di ricerca, ha creato un progetto di machine learning per insegnare all’intelligenza artificiale della DeepMind a camminare con le proprie gambe, letteralmente!

Un percorsi di parkour

Attraverso un percorso di parkour si è visto come le semplici ricompense, situate alla fine del percorso, postassero essere raggiunte dopo aver superato alcuni ostacoli.

Il gioco, per ora è giusto definirlo così, potrebbe presto diventare molto di più. I ricercatori del team che gestisce la machine learning (la tecnica di apprendimento per l’appunto delineata attraverso un complesso e specifico sistema di ricompense al fine di procedere sempre più avanti e ampliare il bagaglio di informazioni acquisite). In particolare: se il sistema riesce ad andare avanti, “vince” il premio. Se invece non ci riesce, arriverà una punizione.

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Il superamento degli ostacoli da autodidatta

Ebbene: l’intelligenza artificiale della Deep Mind ha imparato a superare gli ostacoli del percorso virtuale di parkour semplicemente da sola.

Negli ultimi giorni, su Twitter spopolano video dimostrativi, già mandati online lo scorso luglio.

Perché sono stati fatti questi test?

Lo scopo era capire se il meccanismo del premio serviva o meno per il machine learning, strutturato come una sorta di giochi, ma con fine didattico.

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AutoML intelligenza artificiale googlePremi e punizioni

Il percorso era infatti caratterizzato da una vera e propria “strada”, che precede intervallata da barriere, ovviamente virtuali, più livelli in cui saltare, scalini, burroni dove l’intelligenza artificiale deve “sopravvivere” ed imparare ad andare avanti.

Questo ha anche lo scopo di creare software appositamente studiati per i robot del futuro, che dovranno districarsi, una volta presa la forma di umanoidi, tra i muri e le stanze di un’abitazione.

Tutto questo è visibile nei video succitati grazie all’omino spillo, motivato a muoversi da un punto all’altro, che deve andare avanti superando via via tutti gli ostacoli che si interpongono tra lui e i vari premi finali. L’AI cerca di destreggiarsi, imparando da autodidatta come raggiungere i vari punti. Provando e riprovando, attraverso sbagli e cadute si resetta per raggiungere il nuovo obiettivo. Guardato è entusiasmante perché siamo davanti alla tecnologia che si muove da sola, cresce e apprende imparando a sopravvivere. Non sempre le soluzioni che trova sono quelle più istintive per noi, ma sicuro sono quelle che funzionano.

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