Il presidente della Consob, Mario Nava, ha presentato le dimissioni e il vertice della Commissione è riunito per decidere. Una decisione arrivata dopo che i capo gruppo di Lega e Cinque Stelle alla Camera e al Senato erano tornati a sollevare la questione della incompatibilità tra il distacco dagli uffici tecnici della Commissione europea e la guida di una Autorithy nazionale, come la Consob italiana, chiedendo allo tesso Nava di dimettersi per sensibilità istituzionale. La maggioranza gli aveva chiesto di mettere in regola la sua posizione o di fare un passo indietro con quello che era stato definito “un gesto di sensibilità istituzionale”.
In base alle regole comunitarie il dirigente Ue in “comando” mantiene privilegi e immunità rispetto alla giurisdizione nazionale (anche quando commina sanzioni ai soggetti vigilati). Deve riferire due volte al mese sull’operato all’amministrazione che lo ha comandato. Ed è remunerato da questa: la Consob versa alla Commissione ogni mese lo stipendio (244 mila euro l’anno), che Bruxelles gira poi al presidente Nava con una tassazione limitata al 7% (contro il 40% circa nazionale). Nava si era insediato alla presidenza della Consob il 16 aprile di quest’anno. Il suo mandato è durato dunque meno di cinque mesi.