Continuano i guai in borsa per Banca Carige, con un titolo che continua a perdere fino al 10% in borsa dopo la nomina del nuovo cda: Vittorio Malacalza ha vinto la sua battaglia per il controllo dell’istituto ligure, portando così alla nascita di un nuovo board e di nuovo Ceo, Fabio Innocenzi, scelto all’unanimità a conferma di una pace ritrovata tra i soci. Sotto forti pressioni a Piazza Affari, però, ecco che nel futuro di Banca Carige sta prendendo forma l’idea di un nuovo aumento di capitale. L’indiscrezione è stata rivelata dal sito Milano Finanza: si tratterebbe di 200 milioni di euro, dopo i 560 del dicembre 2017. Fra le cause, il fatto che Malacalza avrebbe commentato venerdì scorso di non vedere come prioritaria una fusione, per altro richiesta in maniera formale a settembre da una lettera della Bce. I desk operativi hanno letto in senso negativo i commenti dell’imprenditore, perché in caso di M&A Francoforte avrebbe una mano più morbida in fatto di requisiti matrimoniali.
Nei giorni scorsi si era tornati di nuovo a parlare di un’obbligazione e Mediobanca Securities in una nota aveva scritto che il gruppo ligure potrebbe evitare un altro aumento di capitale. Oggi il mercato pare invece pessimista e sta vendendo. Fra l’altro 200 milioni corrispondono a quasi la metà della capitalizzazione attuale del titolo (464 milioni di euro). Intanto la lista presentata da Malacalza investimenti Srl, che candidava Pietro Modiano come presidente e Fabio Innocenzi come amministratore delegato, si è imposta su quella di Raffaele Mincione, in patto con Gabriele Volpi e Aldo Spinelli. Malacalza ha ottenuto sia la riduzione del consiglio di amministrazione a 11 dai precedenti 15 componenti sia la maggioranza dei consiglieri, sette contro i tre di Mincione e uno di Assogestioni.