Accuse, veleni, passi indietro improvvisi e nuovi attacchi. Non si può certo dire che tra Giancarlo Giorgetti e il Movimento Cinque Stelle ci sia grande sintonia, per usare un eufemismo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e vice di Matteo Salvini aveva lanciato l’affondo in occasione del decreto sul ponte Morandi di Genova quando, come rivelato dal La Stampa, aveva detto dei grillini: “Qualcuno dovrebbe spiegare loro come funziona il diritto”. Una frase esplosa come una bomba, nonostante la repentina retromarcia del diretto interessato. E che fotografa l’insofferenza di Giorgetti verso Di Maio & co., lui che nella Lega vanta posizioni vicine al ministro Tria e non sopporta proprio certe sparate provenienti dalla galassia pentastellata. 
Già in passato Giorgietti e i Cinque Stelle avevano avuto modo di testare i rispettivi muscoli. Il leghista, dopo il crollo del ponte Morandi e le ipotesi di statalizzazione dei grillini, aveva detto: “Le nazionalizzazioni? Non credo che con lo Stato funzioni meglio”. Durante le trattative per la nascita del governo aveva addirittura azzardato: “Di Maio non conta più un cavolo, il leader incaricato sarà Salvini”. E ancora le liti per la candidatura alle Olimpiadi del terzetto di città Milano-Torino-Cortina. Una situazione arrivata, evidentemente, a ridosso del punto di non ritorno: “Attento Giorgetti, Conte ti rigira come un calzino”. E ancora: “Ci si può fidare di Giorgetti?” si chiedono i grillini sui social, invitando il Movimento a passare il prima possibile alla controffensiva.