Ci sono case appartenute ad artisti, scrittori e cantanti diventate col tempo oggetto di pellegrinaggio nel nostro Paese, con milioni di persone a rendere ogni anno doveroso omaggio. E abitazioni accanto alle quali si radunano, invece, folle molto meno bendisposte, la voce alta e i toni minacciosi. Come quelle di Beppe Grillo, finite troppo spesso nel mirino di chi al comico voleva dirne quattro. La villa a Marina di Bibbona, in provincia di Livorno, era stata così presa d’assalto nel 2014 da una piccola delegazione di pentastellati guidati da Massimo Artini, al culmine di una resa dei conti tutta interna al Movimento. Con un post sull’ormai celebre blog di Grillo erano infatti state avviate le procedure di espulsione nei confronti dello stesso Artini e della deputata Paola Pinna e così i dissidenti si erano radunati per far sentire la loro voce davanti alla lussuosa abitazione circondata dalla macchia mediterranea.
A scatenare tanta rabbia, lo slittamento del decreto legge Genova e l’allungamento dei tempi per il dissequestro dei monconi del ponte Morandi. Nonostante le rassicurazioni arrivate da Di Maio e Toninelli (“A breve arriverà la firma del Colle”), il Comitato ha voluto comunque puntualizzare: “Il mondo del lavoro, del commercio e delle professioni, del porto è ferocemente arrabbiato”. Annunciando, poi, possibili iniziative contro il comico genovese, autore formalmente di un passo indietro per lasciare spazi ai veri protagonisti del Movimento Cinque Stelle ma evidentemente considerato ancora l’ombelico della galassia pentastellata. Sopratutto quando si è alla ricerca di case da trasformare in simboli di protesta.