Parole forti, arrivate in un momento in cui l’Italia è sotto la lente d’ingrandimento e in cui, dentro e fuori i confini, la manovra preparata dal governo è oggetto di violentissimi dibattiti. “Se l’Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell’euro. Bisogna essere molto rigidi”. Frasi che non lasciano molti spazi all’interpretazione e che sono state lanciate dal presidente della Commissione Ue Jean-Claud Juncker durante un intervento in Germania. Confrontandosi con grandi testate di fama internazionale come Le Figaro e il New York Times, ha poi aggiunto che “l’Italia si allontana dagli obiettivi di bilancio che abbiamo approvato insieme a livello europeo”. E ancora, in un crescendo che non ha fatto piacere alla maggioranza gialloverde: “Non vorrei che dopo aver superato la crisi greca ricadessimo nella stessa crisi con l’Italia”.
Prima di partire per il Lussemburgo, anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria è intervenuto in merito, tentando di offrire qualche rassicurazione alle istituzioni europee e dichiarando che nel 2019 il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderà. Il commissario europeo agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici ha però chiarito che la posizione della Commissione europea è quella di tentare di convincere le autorità italiane a tornare indietro. Mentre il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha sottolineato come il bilancio 2019 dell’Italia non sia “compatibile con il patto di stabilità”. La partita tra Italia ed Europa resta insomma ancora apertissima, con un conto alla rovescia verso la manovra che si fa sempre più rovente.Nomine Rai, Cinque Stelle sul piede di guerra. La riunione segreta di Di Maio, l’attacco a Salvini