Era stata una delle battaglie storiche dei Cinque Stelle, quella contro una politica vecchia, marcia e particolarmente incline al sistemare sulle poltrone che contano amici, parenti, conoscenze di vecchia data e chi più ne ha più ne metta. Quattro anni fa, il Movimento puntava a gran voce il dito contro lo spoil system di Matteo Renzi, accusato di aver chiamato a Palazzo Chigi “anche il capo dei vigili di Firenze”. La soluzione per evitare simili degenerazioni? I concorsi pubblici, spiegavano i militanti tramite il blog di Grillo. Tempo dopo, con il governo Conte ormai insediato, le cose non sembrano però essere cambiate. O almeno questa è l’accusa mossa da Repubblica alla parte gialla dell’esecutivo: “Luigi Di Maio ha trasferito nei tre staff cui sovrintende un folto gruppo di compagni dell’hinterland napoletano”.
Giorgio Sorial, ex capogruppo alla Camera che non era riuscito a farsi rieleggere a Marzo in quel di Brescia e che è stato “ripescato” come vice capo di gabinetto al ministero dello Sviluppo economico. Francesco Vanin, che si era candidato alle regionali in Friuli e ora è consulente al ministero del Lavoro. Bruno Marton, altro ex parlamentare non rieletto ora alla segreteria di Vito Crimi. “L’avanzata grillina nelle stanze dei bottoni è inarrestabile” scrive Repubblica, citando anche la nomina da parte del ministero dei Beni Culturali di Rosa Vitanza nel cda dell’ente Ville Vesuviane. Lei, architetto, è “compagna di Antonio Malfi, parente ed ex assistente parlamentare di Di Maio, anche lui di Pomigliano”. Insomma, “sono lontani i tempi in cui, per il M5S, le nomine di amici e sodali nel sottogoverno erano una prassi da demonizzare”.