Gas lacrimogeni lanciati dalla polizia, urla, accuse. Continua a crescere la tensione intorno al confine tra Messico e Stati Uniti, a Tijuana, dove si sono accumulati migliaia di migranti arrivati per lo più dall’Honduras in attesa di poter fare domanda di asilo in America. A pochi passi da mura alte, filo spinato e schieramenti delle forze dell’ordine sono poi improvvisamente scoppiati i disordini, conclusi con decine di arresti e la promessa del governo messicano di rimpatriare i facinorosi.
Qualche centinaio di persone ha provato ad aggirare i cordoni della polizia messicana per avvicinarsi ulteriormente al confine statunitense, non è chiaro se con l’intenzione di entrare illegalmente nel paese o senella speranza di poter presentare di persona una domanda di asilo. Centinaia di persone hanno attraversato il letto di un fiume in secca sul confine e si sono ammassate lungo un muro di protezione sorvegliato dagli agenti di frontiera statunitensi. A quel punto è stato usato gas lacrimogeno.
In tutto la polizia messicana ha arrestato 39 persone che avevano partecipato ai primi scontri con la polizia e che avevano cercato di attraversare illegalmente il confine.La marcia di domenica potrebbe essere stata motivata anche dal rischio che nelle prossime settimane Messico e Stati Uniti trovino un accordo per riformare la gestione delle domande di asilo negli Stati Uniti. Il presidente Trump chiede da tempo che i migranti possano fare domanda di asilo quando sono ancora in Messico, in modo che a nessuno venga permesso l’ingresso negli Stati Uniti prima di un eventuale accoglimento della loro richiesta.Trump chiama, l’Italia risponde: il nostro Paese in guerra, a sorpresa… con Huawei!