Un puzzle che non vuole saperne di rimettersi a posto, i tasselli a sparire di continuo proprio quando sembra che le forme si stiano finalmente definendo. Il Pd è ancora oggi un mistero, con la variabile impazzita dei renziani intorno ai quali continuano a concentrarsi le attenzioni dem. Tutte le ipotesi sono ancora aperte. Renzi è tentato dall’ipotesi fuga, per andare a fondare un nuovo partito. I suoi fedelissimi cercano di fargli cambiare e idea e propongono nomi di possibili candidati che possano convincerlo a fare un passo indietro.
Carlo Calenda ha ribadito la sua voglia di discutere, dopo la cena saltata con i vertici dem. Smentendo l’ipotesi di addio: “Non ho in mente di fare un altro partito, altra cosa è un fronte largo per le europee”. Durissime le rappresentanti del cosiddetto Towandadem, gruppo femminile in aperta rottura con i piani alti del partito: “Abbiamo capito che questo congresso gli uomini del Pd se lo faranno da soli. Sapete la novità? Fatevelo pure da soli. Non abbiamo bisogno del capo di turno che ci legittimi, né di uomini che non vedono al di là del loro pisello”.
Renzi, intanto, continua a giocare a nascondino. Dice di non volersi candidare alle primarie, anche se l’ipotesi continua sotto sotto a tentarlo. Minaccia di andarsene, anche se non si ancora bene dove e con chi (anche se continuano i corteggiamenti agli scontenti di Forza Italia). Gongola nel vedere i dati che parlano di un Pd più povero del 10% senza di lui. Dice di contare ormai poco o nulla. Ma resta la pedina più importante di uno scacchiere sempre più confuso.Primarie PD, Minniti ritira candidatura: Renzi dà il via alla scissione