Anche le persone senza fissa dimora e i nomadi potranno ottenere il reddito di cittadinanza. Un’idea che Il Giornale si è fatto a partire da una recente dichiarazione del vicepremier Luigi Di Maio e che ha subito acceso un forte dibattito sui social. Tutto è nato quando, durante il question time, il leader Cinque Stelle ha risposto così a un’interrogazione di Alessio Butti di Fratelli d’Italia: “La misura non esclude i senza fissa dimora, considerato che l’iscrizione all’anagrafe costituisce nel nostro ordinamento un diritto soggettivo oltre che uno strumento di accesso alle prestazioni sociali e assistenziali, sanitarie nonché alle politiche del lavoro”.
Per i senza tetto, scrive sempre la testata, il discorso è molto simile anche se le statistiche sono un po’ datate: sarebbero oltre 50mila il 58% dei quali di origine straniera. Subito all’attacco Giorgia Meloni: “In Parlamento lavoreremo per modificare questo provvedimento e se non dovessimo farcela e quando usciranno le graduatorie scoprissimo che sono piene di nomadi, immigrati e parcheggiatori abusivi, allora raccoglieremo le firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza”.
La Meloni ha poi aggiunto: “Noi pensiamo che l’Italia abbia bisogno del lavoro di cittadinanza, ovvero di mettere chi è in condizione di povertà nella possibilità di crescere e avere un proprio reddito”. Una polemica arrivata a poche ore dalla nomina di Mimmo Parisi a presidente dell’Anpal, l’agenzia statale delle politiche attive per il lavoro che dovrà occuparsi di reclutare i navigator.Reddito di cittadinanza, ecco la presentazione ufficiale : la riforma