Scaricato, usato. Sicuramente mai difeso. Alessandro Di Battista si sente tradito da quel Movimento per il quale si è battuto e vorrebbe continuare a battersi, trincerato dietro un lungo e sospetto silenzio che ha fatto insospettire gli stessi militanti grillini. A raccontare le pene di quello che veniva indicato come il futuro leader dei Cinque Stelle è il Corriere della Sera, che avventurandosi nel Villaggio Rousseau di Milano ha cercato di capire cosa stia succedendo tra le fila pentastellate.
“Si è sentito scaricato. Quando hanno cominciato a parlare delle ricadute negative delle sue uscite pubbliche nessuno lo ha difeso. E non hanno nemmeno smentito gli articoli che parlavano dei ripensamenti dei vertici del M5s che consideravano controproducente la sua strategia d’assalto. Anche Di Maio è rimasto gelido. Alessandro si è lamentato perché era stato chiaro, al suo ritorno dal Guatemala: se volete, vi do una mano contro Salvini e per le Europee, ma a modo mio e sui miei temi”.
L’ultima apparizione in tv è quella, un mese fa, della reazione stizzita nello studio di Di Martedì, quando pretendeva l’applauso da una platea ammutolita. Dietro il suo autoesilio ci sono anche motivi più personali: la storia del padre e dei lavoratori in nero, la compagna spaventata da fotografi e giornalisti che le fanno domande. Torna un desiderio feroce di privacy per la sua famiglia.Caro mi costa l’avvocato: Di Battista recordman per le spese legali