Numeri terribili, che descrivono un incubo che il mondo continua a far finta, tristemente, di non vedere. “Solo nel 2018, in Siria 1.106 bambini sono stati uccisi nei combattimenti, il più alto numero in un solo anno dall’inizio della guerra, nel 2011. Questi sono solo i numeri che l’Onu è stato in grado di verificare, ma le cifre reali sono probabilmente molto più alte”. Lo fa sapere il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore.
Particolarmente grave “la situazione nella Siria nordoccidentale di Idlib, dove un’intensificazione della violenza ha ucciso 59 bambini solo nelle ultime settimane”. I minori risultano poi le principali vittime della guerra in qualsiasi schieramento: “I bambini e le famiglie nelle terre di nessuno continuano a vivere nel limbo” – evidenzia l’Unicef – e “il destino dei bambini dei ‘foreign fighters’ rimane poco chiaro”.
In proposito l’Unicef “esorta gli Stati membri ad assumersi la responsabilità per i bambini che sono loro cittadini o nati da loro cittadini, e ad adottare misure per evitare che i bambini diventino apolidi”. Grave anche la situazione dei rifugiati nei Paesi confinanti con il teatro di guerra: 2,6 milioni di bambini che, “nonostante il sostegno dei governi ospitanti, delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, devono affrontare le proprie sfide” accettando anche lavoro e minorile e matrimoni precoci, tra povertà e assenza di istruzione.