E alla fine anche la Lega si ritrovò spaccata in due. Tutta colpa di quel Congresso delle Famiglie in programma a Verona e già ampiamente discusso, e che vedrà però sfilare i vertici del Carroccio con Salvini al comando. Tra i firmatari di un manifesto femminile contro la manifestazione (“Verso gli stati generali delle donne”) c’è infatti un nome a sorpresa, quello di Marilena Marin, fondatrice della Liga Veneta e della Lega Nord, il partito ereditato poi dal Capitano che lo ha rimesso a nuovo. 
Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, avrebbe dovuto prendere parte a un tavola rotonda sulla crisi demografica. Ma l’annuncio della sua presenza aveva subito scatenato forti polemiche, con tanto di lavoratori e lavoratrici dell’istituto sul piede di guerra. Alla fine, il diretto interessato ha preferito declinare l’invito, annunciando il suo definitivo forfait.
Un clima sempre più rovente a poche ore dal via della manifestazione, dalla quale gli stessi Cinque Stelle, alleati di governo della Lega, hanno preso duramente le distanze, parlando di un “ritorno al Medioevo”. A difendere l’evento è invece Giorgia Meloni, che a Verona ci sarà e che nelle scorse ore ha ribadito di voler partecipare “per difendere i diritti delle donne”. Una frase che ha lasciato gli utenti un po’ perplessi e non è servita a fermare la protesta.Lega e fascisti a braccetto a Verona, ecco cosa è il partito di Salvini