Gianluigi Paragone a muso duro. Con l’Europa, innanzitutto. E nel dettaglio con il ministro Tria, al quale ha indirizzato un messaggio dopo che il titolare dell’Economia aveva parlato di un compromesso con Bruxelles per evitare sanzioni. “Avremmo voluto esprimerci su una risoluzione che la impegnava in modo definitivo ed univoco sulla trattativa con l’Unione Europea. Invece lei si presenta qui con una informativa sulla quale non è previsto alcun voto vincolante per lei e per il governo. Ne prendiamo atto ma con vigore le rilanciamo allora quel ‘Sino a quando’?”.
“Sino a quando famiglie, lavoratori, imprenditori, cittadini saranno costretti a stare come mosche dentro un bicchiere perché qualcuno non ha il coraggio di affermare che di austerity si muore! Sino a quando si minacceranno i popoli con il randello dello spread e dei mercati, impedendo alla BCE di fare veramente la Banca centrale arrivando finanche a monetizzare il debito? Fino a quando la Germania potrà violare i parametri del surplus commerciale senza che nessuno estragga il cartellino rosso: ne sarà avanzato qualcuno, di cartellino rosso. O li tengono solo per noi? Sino a quando a Bruxelles abuseranno della nostra pazienza?”.
Paragone ha poi chiesto a Tria “il coraggio di scorporare la spesa per investimenti pubblici dal deficit corrente in bilancio”, augurando una “ridiscussione dei Trattati dell’UE e del quadro normativo principale” per assicurare il rispetto dei punti del contratto. Al ministro ha fatto capire di non avere, quindi, alcun mandato in bianco per trattare con l’Unione Europea per conto del Movimento 5 Stelle.
Resa dei conti a 5 Stelle: Paragone presenta le dimissioni